Ivan Zajchenko a Ekaterinburg è un uomo d’affari ben noto. Ormai da un decennio si occupa di ristorazione e di consegna a domicilio di cibo, e recentemente ha aperto il negozio di alimentari “Zhiznmart”. Gran parte dei prodotti in vendita hanno un periodo di conservazione molto limitato: si tratta di latte fresco e suoi derivati, verdura, frutta e piatti pronti take away. Nel marzo scorso gli è venuta in mente l’idea di dare in beneficenza i prodotti in scadenza. Come spiega a Russia Beyond, “si trattava di merce che per legge non potevamo più vendere, ma che era ancora assolutamente commestibile”.
L’iniziativa era stata annunciata da Ivan sui social network e l’imprenditore aveva ottenuto reazioni molto positive, visto che era una prima volta assoluta in città. “Molti, per mangiare, devono andare a cercare avanzi nei bidoni della spazzatura o dare la caccia ai prodotti scaduti fuori dai supermercati. Spero che questa nostra iniziativa aiuti almeno qualcuno a mantenere una dignità umana e a nutrirsi. Sarò felice se anche altri rivenditori ci seguiranno”, aveva scritto.
Ma le cose sono andate diversamente, e l’iniziativa invece che altri venditori l’ha presa il Rospotrebnadzor, il Servizio federale russo per la difesa dei diritti e della salute dei consumatori. Dopo appena un paio di giorni di distribuzione gratuita dei cibi appena scaduti, gli agenti si sono presentati al punto vendita, minacciando una multa tra i 100 mila rubli e il milione (1.367-13.670 euro) e la chiusura dell’esercizio commerciale fino a 90 giorni. Misure draconiane che avrebbero potuto portare alla fine definitiva del business di questo negozio ancora piccolo e non da molto tempo avviato. Per sua fortuna, alla fine Ivan se l’è cavata solo con un richiamo verbale e la promessa di non farlo più.
Il Rospotrebnadzor ha spiegato a Ivan che per la legge russa non si può smerciare merce scaduta, e nulla cambia se è venduta o distribuita gratuitamente.
In Russia manca una legge come quella italiana detta del “Buon Samaritano” (la n. 155 entrata in vigore il 16 luglio del 2003) che ha permesso negli anni il recupero di tonnellate di cibo che sarebbero altrimenti state distrutte, e che sono andate invece ai bisognosi, nel rispetto delle norme igieniche e di sicurezza alimentare. In Russia, i prodotti non appena scadono devono invece essere buttati, e nemmeno nei normali bidoni, ma in speciali container chiusi di cui i negozi devono essere dotati. E le grandi catene possono restituire il non venduto ai distributori, ottenendo una compensazione economica.
Ivan dice che certo non vuole violare la legge, ma che semplicemente gli dispiace buttare in questo modo il cibo, tra cui i piatti pronti che avanzano. Secondo i sui calcoli, ogni sera, alla chiusura, il negozio toglie dalla vendita alimenti per un valore di circa 3 mila rubli (41 euro), che sarebbe ancora assolutamente possibile mangiare per ore.
Porta questo esempio: se comprate del pane o dei prodotti da forno che “scadono” a mezzanotte, voi il giorno dopo a casa li potete senz’altro ancora mangiare, e con gusto. Il negozio invece non può più venderli e deve buttarli. Con i pasti pronti le cose sono ancora più interessanti: possono essere venduti solo per 12 ore dal confezionamento, anche se si conservano fino a tre giorni. “Per sicurezza, vengono infatti prodotti in modo che durino ben più della data di scadenza che è obbligatorio mettere in etichetta”, dice.
Per ora, Ivan ha deciso di dare ai dipendenti del negozio quello che avanza la sera, mentre per aiutare i bisognosi ha pensato di utilizzare i prodotti del suo ristorante di cucina giapponese “Sushkof”. Ogni sera avanzavano molti pezzi di salmone, verdura e frutta, che di solito venivano buttati via. Ivan ci tende a sottolinearlo: non alimenti scaduti, semplicemente non più utilizzabili per il menù di un ristorante di sushi. Parte di questi prodotti già in precedenza venivano conferiti a organizzazioni caritatevoli. Ma da fine aprile, i cuochi del ristorante hanno iniziato a preparare con gli avanzi una zuppa di pesce, che viene poi distribuita a chi ne ha bisogno. Ivan promette di offrire a tutti questa zuppa almeno due volte a settimana.
Dice che per ora, rispetto a questa iniziativa, non ci sono state contestazioni da parte degli organi competenti, e lui è felice di poter aiutare chi si trova in condizioni di bisogno. Gli abitanti di Ekaterinburg replicano con buoni gesti. “L’altro ieri una donna si è offerta di lavare il pavimento del nostro negozio, come forma di ringraziamento. Ne ho avuto molto piacere e ho sentito che inizio ad amare questo nostro mondo sempre di più”, racconta Ivan.
Vedendo la reazione della gente, ha deciso di ampliare la sua azione filantropica e di creare uno speciale menù, parte dei profitti del quale andranno agli orfanotrofi della regione.
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