Promozione del microcredito a San Pietroburgo.
: KommersantI microcrediti in Russia sono entrati nel mirino delle autorità federali e locali. Alcune regioni russe pensano di vietare sul loro territorio la concessione di questo tipo di prestiti alle persone fisiche e il governo intende ridurre il tasso annuo massimo che ora arriva al 600%.
Chi è a favore e chi è contro
Ma la presidente della Banca Centrale Elvira Nabiullina ritiene al contempo che non si possa uccidere il mercato del microcredito. È quanto ha dichiarato nel suo intervento del 5 giugno alla Duma di Stato. La responsabile del regolatore ha definito il microfinanziamento “un segmento socialmente rilevante del mercato finanziario”. “L’esigenza di richiedere prestiti prima degli stipendi non sparirà e la gente diventerà vittima di creditori illegali la cui attività non è regolata dalla Banca Centrale”, ha spiegato la Nabiullina.
In precedenza era stata diffusa la notizia che il governo russo stava mettendo a punto degli emendamenti per limitare il tasso massimo sui microprestiti, riducendolo di quattro volte, dal 600% annuo al 150%. I rappresentanti degli istituti di credito avevano reagito affermando che tali misure “avrebbero ucciso il mercato”.
A loro volta le autorità di alcune regioni sembrano pronte a intervenire in modo ancora più radicale: nelle regioni di Chelyabinsk e Arkhangelsk, per esempio, intendono bandire i microprestiti.
“Nelle regioni sono stati individuati i rischi rappresentati dai microprestiti ancor prima che nei centri federali di Mosca e San Pietroburgo. Ciò dipende dal fatto che i funzionari locali sono più vicini alla popolazione”, spiega Dmitrij Janin, presidente della “Confederazione internazionale delle associazioni di consumatori”.
Il problema principale dei microprestiti è che sono estremamente accessibili e per tale motivo la gran parte dei mutuatari non rispetta le scadenze di restituzione pattuite. “Gli istituti di credito si rendono conto che nella maggior parte dei casi è più facile riscuotere attraverso l’intervento di esattori e ufficiali giudiziari, ed esercitando una pressione sui congiunti del mutuatario, mentre il rapporto con il mutuatario stesso risulta meno interessante per i creditori”, spiega l’esperto.
Piccole somme di denaro e grossi debiti
Più aumenta la popolazione che ha bisogno di prestiti più si diffonde il microcredito. A detta di Oleg Lagutkin, amministratore delegato di Equifax Russia, il mercato del microcredito in Russia si sta sviluppando intensamente: questo segmento sarebbe cresciuto di quasi cinque volte rispetto al 2013.
Janin ricorda che attualmente esistono in Russia oltre 2.400 istituti di microcredito. A suo avviso, “ogni ente può avere centinaia di filiali. Il risultato è la presenza di una rete impressionante diffusa in tutto il Paese che conta tra i suoi clienti almeno 10 milioni di russi”.
In base alla legge, dal gennaio 2017 in Russia le percentuali dei microprestiti non possono superare l’ammontare del debito di più del 200%. Tanto per fare un confronto, in Gran Bretagna l’importo complessivo delle percentuali e delle sanzioni non può essere superiore al 100% della somma prestata.
Alcuni russi chiedono dei microprestiti per pagare i debiti e alla fine non sono in grado di estinguere entrambi i prestiti. Al Ministero per lo Sviluppo economico hanno reso noto che nelle regioni dove si registrano più fallimenti pro capite risulta più intensa l’attività degli uffici di microcredito. “In tali regioni viene a formarsi un circolo vizioso e la situazione non può che peggiorare”, sostiene Jashin.
Le opinioni degli esperti riguardo alla prospettiva di una riduzione del tasso anno al 150% sono discordanti. Lagutkin ritiene che tale decisione “non ucciderà il mercato del microcredito, ma che lo costringerà a trasformarsi per adattarsi alla nuova realtà”. Secondo Janin, invece, il tasso del 150% provocherà l’uscita dal mercato di oltre l’80% degli operatori e per questo l’Mfi si batterà con tutte le sue forze per impedire che ciò accada.
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