La nuova ricetta economica della Russia

Boris Titov del Club Stolypin durante il forum annuale "Expert 400: i costruttori dell'economia russa".

Boris Titov del Club Stolypin durante il forum annuale "Expert 400: i costruttori dell'economia russa".

: Vladimir Astapkovich/RIA Novosti
Il Club Stolypin ha presentato una nuova strategia di crescita economica che prevede un investimento di trilioni di rubli nell’economia del Paese e un raddoppiamento del pil grazie ai prestiti pubblici. Un programma in contrasto con la strategia approvata dall’ex ministro delle Finanze russo Aleksej Kudrin

Il Club Stolypin, coordinato dal businessman Boris Titov e noto per essere una comunità di economisti conservatori, ha presentato un piano dettagliato di crescita per l’economia russa. Lo riferisce il giornale Vedomosti. Gli esperti del Club individuano negli investimenti nelle istituzioni statali per lo sviluppo economico la principale fonte di crescita.

Il loro piano è finalizzato al passaggio dalla stabilità macroeconomica a una crescita stabile. “Il fulcro del programma è rappresentato da crescita, investimenti e qualità della vita. Complessivamente si potrebbe sintetizzare in questa formula: sollecitare con i bastoni (gli strumenti economici) l’elefante immobile e quando comincia a reagire, avviare delle riforme strutturali (nel contesto del mercato)”. Sono queste le parole usate da Jakov Mirkin, membro del presidium del Club Stolypin, per presentare il piano strategico dell’associazione nella sua pagina Facebook.

Rinunciando alla volatilità del corso del rublo, emettendo prestiti da fondi pubblici e dagli investitori, e aumentando il debito statale, si potrebbero investire nelle istituzioni pubbliche almeno 5,5 trilioni di rubli. A detta degli autori del programma, tali misure stimolerebbero l’economia, facendo raddoppiare entro il 2035 il pil della Russia.

Nel luglio 2016 il consigliere presidenziale Andrej Belousov ha proposto di portare a completamento il programma “Strategia di crescita” del Club Stolypin in alternativa a quello del Centro elaborazioni strategiche di Aleksej Kudrin e il Presidente Putin ha dato il suo assenso in una lettera.

L’opinione dei concorrenti

Il programma del Club Stolypin differisce da quello proposto dal Centro elaborazioni strategiche, diretto dall’ex ministro delle Finanze Aleksej Kudrin, anch’esso messo a punto su richiesta del Presidente Vladimir Putin. Lo scorso gennaio Kudrin aveva dichiarato che il suo programma avrebbe conseguito lo stesso obiettivo – il raddoppiamento del pil entro il 2015 – attraverso dure riforme strutturali che avrebbero risolto i problemi causati dall’arretratezza tecnologica del Paese consentendo al pil russo di crescere più rapidamente dei ritmi medi mondiali.

Secondo Pavel Trunin, membro del gruppo di lavoro del Centro, il programma presentato dal Club Stolypin risulta fortemente sbilanciato. “Gli autori del piano strategico si basano su una stimolazione della domanda. Secondo il loro programma è assolutamente prioritario investire più denaro, ma non è automatico che riuscendo a trovare e a investire ulteriori risorse si riesca comunque a raggiungere una crescita economica”, sostiene l’economista.

Dove verranno trovate le risorse

Gli autori del programma propongono come fonte di finanziamento le risorse pubbliche che si prevede di attirare attraverso un’emissione di obbligazioni di prestito federale (Ofz) per un valore di 1 trilione di rubli. Il deficit di bilancio, secondo il piano del Club Stolypin, andrebbe mantenuto al 3% del pil e finanziato con prestiti esterni.

Il Club Stolypin prevede uno scenario di crescita del debito statale in trilioni di rubli se paragonato allo stato della congiuntura attuale: un livello accettabile di debito pubblico, secondo il programma, dovrebbe assestarsi sul 30-35% del pil, mentre, secondo i dati del Ministero delle Finanze, nel bilancio di fine anno questo indicatore era pari al 13,2% del pil.

A detta di Sergej Khestanov, docente della cattedra di Mercati economici e ingegneria finanziaria dell’Accademia presidenziale russa per l’Economia nazionale e l’amministrazione pubblica, la strategia del Club Stolypin susciterebbe grandi perplessità rispetto alla sua fattibilità e comporterebbe un’intera serie di rischi. A suo avviso, le limitazioni ai movimenti di capitale ridurrebbero drasticamente l’attrattività investitiva del Paese e potrebbero produrre una fuga di capitali.

“Ogni limitazione della convertibilità può provocare il rischio di una ‘fuga nel dollaro’, mentre il finanziamento attraverso emissioni obbligazionarie può condurre a un’iperinflazione”, afferma Khestanov. Trunin aggiunge poi che non conviene rinunciare alla volatilità del corso delle valute. “La volatilità ha dato esiti piuttosto positivi nel 2014-2015 e ha dimostrato di essere assai più efficace, per esempio, della politica di contenimento del corso del rublo effettuata dalla Banca Centrale nel 2008-2009. Inoltre, essa garantisce una tutela dalle speculazioni valutarie”, precisa.

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