L’agroholding italiana sbarca in Baschiria

Un allevamento della Baschiria.

Un allevamento della Baschiria.

: Aleksej Danichev/RIA Novosti
Il Gruppo Cremonini costruirà negli Urali meridionali delle piattaforme logistiche alimentari e uno stabilimento per la lavorazione della carne

Il Gruppo Cremonini, una delle holding più importanti nel settore della lavorazione della carne, avvierà una nuova produzione nel Bashkortostan, una delle regioni leader della Russia nell’agricoltura, situata a 1.200 km a est di Mosca. Entro il 2018 la società italiana prevede di creare sette feedlot, aree per l’allevamento e l’ingrasso del bestiame ad alto livello tecnologico con una capacità di tremila capi di bovini ciascuno. Inoltre, a breve la società italiana intende costruire nella regione anche un nuovo complesso per la lavorazione della carne.

Il presidente della società, Luigi Cremonini, si è già recato due volte in visita in Baschiria dove ha firmato un memorandum di collaborazione con il governo della regione. A marzo giungerà a Ufa, la sua capitale, Luigi Scordamaglia, amministratore delegato di Inalca, impresa affiliata al colosso dell’agroalimentare italiano, accompagnato da un team di manager che si occuperanno della costruzione degli impianti e della formazione del futuro personale. Nei prossimi cinque anni si prevede di creare in Baschiria circa 1.000 nuovi posti di lavoro.

La holding italiana ha già al suo attivo altre esperienze in Russia. Nel 2010 ha inaugurato un complesso per la lavorazione della carne nella regione di Mosca, specializzato nella produzione di semilavorati, in particolare di hamburger per la catena MacDonald’s. Nell’impresa lavorano 800 dipendenti.

Nel 2014 il Gruppo Cremonini ha ampliato la sua presenza nelle regioni russe, aprendo uno stabilimento progettato per la macellazione di 130mila capi bovini all’anno nella regione di Orenburg (regione che occupa una vasta zona dei Monti Urali e confina con il Kazakhstan). Per il momento lo stabilimento di proprietà della società italiana è attivo solo tre giorni alla settimana per carenza di personale.

Luigi Cremonini, a sinistra, stringe la mano al capo del governo della Baschiria, Rustem Khamitov. Fonte: ufficio stampaLuigi Cremonini, a sinistra, stringe la mano al capo del governo della Baschiria, Rustem Khamitov. Fonte: ufficio stampa

Una domanda interna elevata

“Dopo la nostra prima visita ci siamo resi conto che la Baschiria era il luogo ideale per la produzione della carne. Se l’avessimo scoperto prima, avremmo costruito il nostro stabilimento direttamente qui, a Ufa”, aveva dichiarato Luigi Cremonini ai dirigenti della repubblica durante l’ultimo viaggio effettuato nel dicembre 2016. Stando alle sue dichiarazioni, la costruzione del complesso per la lavorazione della carne verrà avviata in Baschiria, non appena lo stabilimento di Orenburg comincerà a operare a pieno regime. “Noi conseguiamo sempre gli obiettivi che ci prefiggiamo e manteniamo le promesse date, dobbiamo solo trovare un partner valido per questa impresa”, aveva precisato Cremonini.

Il capo del governo della Baschiria, Rustem Khamitov, aveva promesso a sua volta all’investitore di creare tutte le condizioni favorevoli al lavoro e risolvere i problemi legati al terreno e alle infrastrutture, nonché di agevolare la vendita dei prodotti. “Siamo interessati a intrattenere un lungo e proficuo rapporto di collaborazione con il Gruppo Cremonini dal momento che nel nostro mercato esiste una domanda di carne e di suoi derivati”, aveva detto Khamitov. Il governo della regione, aveva anche aggiunto di aver ricevuto dalla Siberia una richiesta di forniture di carne bovina e di tacchino. “Il nostro è un mercato enorme e c’è già carenza di carne. Cosa serve di più? Ciò che più conta sono il mercato e la domanda”, aveva affermato Khamitov.

Come spiega il vicepremier del governo della Baschiria, Irek Mukhametdinov, che sovrintende all’agricoltura, i feedlot italiani consentono alla regione di dare un nuovo impulso allo sviluppo dell’allevamento del bestiame da macellazione, ora a un livello discreto, ma che presenta un grosso potenziale di crescita. A suo avviso, in una prima fase il volume degli investimenti non sarà molto elevato e potrebbe ammontare a qualche centinaio di milioni di rubli (1,5-3 milioni di euro).

Mukhametdinov non esclude la possibilità di esportare la carne baschira nei mercati stranieri. “In prospettiva pensiamo di costruire nuovi feedlot e un grosso complesso per la lavorazione della carne. La società del signor Cremonini vende i suoi prodotti in tutto il mondo. Si tratta di un immenso mercato e noi disponiamo di un notevole potenziale”. 

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