Dazi antidumping, la vittoria della Russia al Wto

Fabbrica di auto a Yelabuga, Tatarstan.

Fabbrica di auto a Yelabuga, Tatarstan.

: AP
Mosca non abrogherà i dazi antidumping sull’importazione di veicoli commerciali leggeri dall’Italia e dalla Germania nella controversia con l’Unione Europea in merito ai dazi protettivi sui veicoli commerciali leggeri

La Russia non abrogherà i dazi antidumping sull’importazione di veicoli commerciali leggeri dall’Italia e dalla Germania che l’Ue aveva cercato di contestare attraverso l’Organizzazione mondiale del Commercio (Wto). Di fatto la decisione non si estende solo alla Russia, ma anche gli altri membri dell’Unione economica eurasiatica (Uee), vale a dire Kazakhstan, Kirghizistan, Bielorussia e Armenia, dal momento che i dazi antidumping vigono nel territorio dell’intera Unione.

Secondo la risoluzione pubblicata il 27 gennaio nel sito del Wto, 21 delle 29 accuse sporte dall’Unione Europea nei confronti della Russia sono state giudicate infondate. Le altre, che riguardano delle procedure tecniche, richiedono un ulteriore esame di una serie di dati, è quanto ha comunicato a Rbth il portavoce dell’ufficio stampa del Ministero del Commercio del Consiglio economico euroasiatico.

“Da parte nostra, riteniamo, naturalmente, di aver già vinto la controversia poiché non ci è stato chiesto di abrogare la misura. La misura continua a sussistere e a mio avviso è la migliore vittoria che avremmo potuto sperare di ottenere”, ha dichiarato ai giornalisti Veronika Nikishina, ministro del Consiglio economico eurasiatico, organo supremo dell’Uee, secondo quanto ha riferito Interfax. Si tratta della prima vittoria della Russia in seno al Wto, di cui è diventata membro dal 2012.

L’ufficio stampa del dicastero rileva che le prove, raccolte dal Consiglio economico euroasiatico nel corso di un’indagine, relative alle importazioni in dumping e agli atti di concorrenza sleale denunciati dal Wto, non sono state contestate.

Nel 2014 l’Ue si era rivolta al Wto per contestare i dazi del 23 e 29% entrati in vigore sui veicoli commerciali leggeri (light commercial vehicles Lcv) provenienti dall’Italia e dalla Germania. Il Consiglio economico eurasiatico aveva introdotto questi dazi nel 2013 per tutelare i furgoni di produzione locale, considerando dumping i prezzi fissati dai fornitori europei. Quando ha avuto inizio la controversia di tutti i Paesi aderenti all’Uee solo la Russia era diventata membro del Wto e perciò è stata oggetto di accuse.

“La decisione a vantaggio della Russia contro l’Unione Europea è importante anche come fatto in sé poiché negli ultimi tempi la Russia non può vantarsi di aver ottenuto molti successi nelle controversie internazionali”, sostiene Oleg Sukhov, presidente del tribunale arbitrale di Mosca e della regione di Mosca.

A detta di Aleksej Portanskij, docente alla Facoltà di Economia e politica mondiale dell’Università nazionale di ricerca Alta Scuola di Economia, la Russia ha ancora una scarsa esperienza di controversie nell’Organizzazione mondiale del commercio. “Oggi la Russia è coinvolta in 11 controversie nel Wto, e nella maggior parte dei casi come imputato. Tanto per fare un confronto, attualmente al Wto si stanno prendendo in esame oltre 500 controversie sorte  tra Usa e Ue”, spiega Portanskij.

I dazi protettivi sull’acciaio

Il 30 gennaio il Ministero per lo Sviluppo economico russo ha annunciato che avrebbe nuovamente citato in giudizio l’Ue per aver imposto dazi antidumping sui piani laminati a freddo importati dalla Russia. L’Associazione europea dei produttori d’acciaio aveva reagito all’incremento delle forniture di metalli e prodotti metallurgici russi importati nell’Ue, introducendo nel 2016 una serie di dazi fissati al 34,1% per Severstal, al 18,7% per Magnitogorsk Iron e al 36,1% per Novolipetsk steel e gli altri produttori russi.  

“La Russia comincerà a difendere più attivamente i propri interessi nel Wto dal momento che esistono già altri due casi di adozione di misure antidumping che ci vedono coinvolti e la risoluzione positiva nei nostri confronti potrebbe costituire un precedente per le disamine successive”, sostiene Sukhov.

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