I vini russi si preparano a sbarcare sul mercato mondiale

KRASNODAR TERRITORY, RUSSIA - AUGUST 23, 2016: A bottling line at the Abrau Durso Winery.

KRASNODAR TERRITORY, RUSSIA - AUGUST 23, 2016: A bottling line at the Abrau Durso Winery.

Vitaly Timkiv/TASS
Previsto un aumento della superficie destinata ai vigneti: 50mila ettari in più entro il 2020. Il ministro dell’Agricoltura: “Incrementare la produzione per puntare all’export”. Si ridurrà invece l’import di mosti e materie prime

Il momento della vendemmia in una cantina di Abrau Durso a Krasnodar, 23 agosto 2016. Fonte: Vitalij Timkiv/TASSIl momento della vendemmia in una cantina di Abrau Durso a Krasnodar, 23 agosto 2016. Fonte: Vitalij Timkiv/TASS

Il Ministero dell’Agricoltura sta valutando la possibilità di aumentare i dazi sull’importazione di vini e derivati e di ridurre il volume di mosti e materie prime importati nei prossimi 5-7 anni. È quanto ha dichiarato il ministro dell’Agricoltura Aleksandr Tkachev in un’intervista concessa lo scorso dicembre a Rossijskaya Gazeta. Si tratta di una misura necessaria per incrementare la quota di vino prodotto localmente nel mercato russo.

La produzione locale

“Oggi la Russia si colloca solo all’11esimo posto nella classifica della produzione mondiale di vino, ma abbiamo delle chance concrete d’incrementare la nostra produzione e di destinare dei volumi anche all’export”, sostiene Tkachev.

Oggi la Russia sta intensificando la produzione vinicola locale. Secondo Tkachev, negli ultimi 10 anni la superficie vitata è aumentata del 30%, raggiungendo gli 85mila ettari. “Per non dipendere dalle importazioni entro il 2020 dovremo piantare altri 50mila ettari di nuovi vigneti”, afferma il ministro.

Negli ultimi due-tre anni sono avvenuti in Russia dei cambiamenti profondi nel settore della produzione vinicola  e della legislazione che lo riguarda: il prezzo delle licenze alle aziende vinicole è diminuito e la viticoltura ha assunto la stessa importanza dell’agricoltura col risultato che i produttori hanno potuto accedere alle sovvenzioni statali.

Gli aiuti da parte dello Stato ai viticoltori e ai produttori di vino sono stati quasi quadruplicati, passando da 9,5 milioni di euro (600 milioni di rubli) a 37,5 milioni (2,4 miliardi di rubli) nel 2016, spiega Evgenij Akhpashev, direttore del dipartimento dell’industria agroalimentare del Ministero dell’Agricoltura della Federazione Russa. A detta di Akhpashev, nel 2017 si prevede di estendere tali misure e di garantire a questo settore volumi di finanziamento non inferiori a quelli del 2016.

La riduzione dell’import

Parallelamente il Ministero dell’Agricoltura sta prendendo in esame una serie di progetti per ridurre l’importazione di mosti e materie prime per la produzione del vino. Nelle aziende vinicole russe viene prodotto attualmente un terzo di tutto il vino presente sul mercato.

“Il mercato del vino in Russia si suddivide grosso modo in tre segmenti, quello del vino russo, o prodotto da uve russe, del vino d’importazione, imbottigliato in Russia, e del vino 'ordinario' a basso costo, prodotto con materie prime importate, ma magazzinato ed etichettato con un marchio russo”, spiega a Rbth Dmitrij Kovalev, coordinatore del progetto “Il nostro vino”.

A detta di Kovalev, il divieto d’importare vini dall’estero risulta poco realistico e delle trasformazioni concrete in questo settore potranno avvenire più verosimilmente nel segmento del vino “ordinario” che implica l’impegno dei produttori vinicoli russi. “In tale direzione è possibile compiere dei passi per ridurre l’importazione di materie prime per consentire alla Russia di sviluppare la produzione locale in condizioni di concorrenza”, dichiara l’esperto.

Il Ministero dell’Agricoltura ha già messo a punto un disegno di legge che rende obbligatoria l’etichettatura con l’indicazione geografica per vini e spumanti destinati alla vendita al dettaglio.

Una rivalutazione dei vini del Mar Mero

“All’estero, e soprattutto in Francia, il vino migliore è quello prodotto dalle piccole aziende”, spiega Dmitrij Kovalev. A suo avviso, oggi in Russia cominciano a comparire aziende simili con vigneti dell’estensione di 10 ettari. “Per esempio, l’anno scorso a dicembre due di queste piccole aziende hanno ottenuto le licenze di produzione”, racconta Kovalev.

Malgrado l’elevata concorrenza del mercato mondiale, la Russia, a detta degli esperti, ha delle discrete chance di diventare un protagonista del mercato globale. “Dal 2008-2009 i produttori vinicoli russi partecipano regolarmente a concorsi internazionali, come quello di Londra, e negli ultimi 5-6 anni hanno ricevuto 300 menzioni”, dichiara Vadim Drobiz, direttore del Centro di ricerca dei mercati federali e regionali degli alcolici (Tsifrra).

A detta di Drobiz, i vini russi possono tranquillamente competere con quelli stranieri, inclusi quelli europei, e anche nel segmento dei vini di alto livello. Tuttavia, rileva l’esperto, ai produttori vinicoli russi occorreranno almeno altri 10 anni per lanciarsi sul mercato globale.

“In Europa ora si guarda con molta attenzione alla regione del Mar Nero, come territorio per l’incremento della produzione vinicola e quindi alle coste della Bulgaria, della Georgia e della Russia. La Georgia ha ottenuto, tra l’altro, una buona affermazione sul mercato con il vitigno Saperavi”, dice Kovalev. Le coste del Mar Nero, spiega l’esperto, si caratterizzano per il loro clima prevalentemente assolato e l’eterogeinità dei terreni, grazie ai quali si ottengono, per esempio, dei buoni rossi secchi, utilizzando vitigni Cabernet, Sauvignon, Syrah, Grenache, Pinot nero. 

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