Economia, il 2016 in pillole

Москва. Вечерний вид на Большую Дорогомиловскую улицу и комплекс небоскребов «Москва-Сити»

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Lori/Legion-Media
Dalla riduzione delle estrazioni di petrolio al ritorno di Mosca sul mercato finanziario mondiale. I fatti più salienti che hanno segnato l'anno che sta per chiudersi

1. La Russia ha accettato di limitare la produzione di petrolio

Pozzi di petrolio. Fonte: ReutersPozzi di petrolio. Fonte: Reuters

Per la prima volta da parecchi anni a questa parte le autorità russe hanno accettato di tagliare le quote di estrazione del petrolio di 300mila barili giornalieri. Tale decisione è una delle clausole dell’accordo siglato all’inizio di dicembre tra i membri dell’Opec e gli altri Paesi produttori di petrolio non inclusi nel cartello. Una commissione appositamente creata dovrà vigilare per far sì che ogni Paese adempia ai propri obblighi.

La Russia si è decisa a un tale passo, malgrado nel Paese non esista un monopolio statale sulla produzione del petrolio: a operare nel settore dell’estrazione degli idrocarburi sono numerose compagnie, solo in parte controllate dallo Stato. Tuttavia, i maggiori operatori del mercato petrolifero russo hanno accettato di tagliare le quote, pianificando in tal modo di poter ottenere un aumento delle tariffe degli idrocarburi.

2. Il ritorno di Mosca sul mercato finanziario mondiale

Borsa di Mosca. Fonte: Sergej Kuznetsov/RIA NovostiBorsa di Mosca. Fonte: Sergej Kuznetsov/RIA Novosti

Sul finire dell’anno il Ministero delle Finanze russo ha collocato sul mercato aperto obbligazioni per 3 miliardi di dollari: la collocazione di 1,75 miliardi è avvenuta in maggio e il resto della somma, pari a 1,25 miliardi di dollari, è stata collocata a settembre di quest’anno. Al contempo lo Stato ha disposto la vendita di bond a società straniere e non locali: per le obbligazioni non si sono presentati compratori russi.

Ogni volta il volume complessivo del portafoglio ordini ha superato i 7 miliardi di dollari, ma gli acquirenti erano investitori di Gran Bretagna, Stati Uniti e Paesi asiatici. Così, a detta del Ministero delle Finanze, le obbligazioni russe sono risultate ancora attrattive per gli investitori stranieri, malgrado le sanzioni.

Si è trattato della prima uscita del Paese sul mercato del capitale internazionale dall’autunno del 2013. La Russia aveva però l’obbligo di non utilizzare le risorse ricevute per aiutare le società e i singoli operatori colpiti dalle sanzioni dell’Ue e degli Stati Uniti.

3. Nel Paese è stata registrata per la prima volta da cinque anni una deflazione

In un supermercato di San Pietroburgo. Fonte: EPAIn un supermercato di San Pietroburgo. Fonte: EPA

All’inizio di agosto in Russia è stata registrata per la prima volta da cinque anni una deflazione, sia pure lieve, che ha portato a un calo dei prezzi dei beni di consumo. Nella prima settimana di agosto i prezzi sono diminuiti dello 0,1%. Per risalire all’ultima deflazione verificatasi in Russia bisogna tornare al settembre 2011. Tanto per fare un confronto, nel 2015 il tasso d’inflazione nel Paese era pari al 12,9%.

Per l’economia russa la riduzione della pressione inflazionistica è una novità positiva. A parità d’altre condizioni, ciò dovrebbe consentire una più rapida uscita dall’inflazione a un livello che è stato fissato per il 2017 dalla Banca Centrale al 4%. Era proprio questo l’obiettivo che il regolatore russo si era prefisso alla fine del 2014 quando aveva consentito alla divisa nazionale di fluttuare liberamente sul mercato, provocando una diminuzione del doppio del suo corso rispetto all’euro e al dollaro.

4. La Russia ha guadagnato 11 posizioni nel rapporto Doing Business

Moscow City, il centro finanziario della città. Fonte: Ria NovostiMoscow City, il centro finanziario della città. Fonte: Ria Novosti

Nel 2016 le autorità russe sono riuscite a ottenere un ulteriore miglioramento della posizione del Paese nel rating generale della Banca mondiale. Secondo i risultati pubblicati a novembre, la Russia è passata dal 51esimo al 40esimo posto. Il rating valuta la competitività e la qualità dell’attività d’impresa nel Paese e la quantità di barriere burocratiche presenti nella sua economia.

Secondo la Banca mondiale, nell’arco di quest’anno la Russia ha ridotto in misura rilevante la sua pressione burocratica sull’imprenditoria. Per il numero di riforme varate la Russia è entrata nella top 5 dei Paesi presi in esame dal rating.

Il rapporto di Doing Business era stato scelto a suo tempo dal governo russo come indicatore universale Kpi per valutare la qualità dell’attività d’impresa nel Paese.

5. Lo Stato ha venduto un pacchetto di azioni di “Rosneft” a società straniere

Il capo di Rosneft Igor Sechin. Fonte: TassIl capo di Rosneft Igor Sechin. Fonte: Tass

Allo scopo di ridurre il deficit statale il governo russo ha messo in vendita il 19,5% delle azioni della più importante società petrolifera del paese, la “Rosneft”. Acquirente inaspettato del pacchetto il consorzio svizzero del trader Glencore e del fondo del Qatar Investment Authority. L’ammontare della transazione supera i 10 miliardi di euro.

L’accordo ha suscitato grande stupore tra gli attori del mercato. Come acquirenti potenziali delle azioni erano stati individuati investitori cinesi e indiani che però esigevano di partecipare alla gestione di “Rosneft”. Perdipiù la stessa “Rosneft” era favorevole solo al cosidetto buy-back, il riacquisto delle proprie azioni.

Dopo la sigla del contratto lo Stato resterà detentore del 50% più tre delle azioni di “Rosneft”. Il principale partner europeo della società, la britannica Bp, avrà il 19,5%, mentre il 9,75% andrà a Qatar Investment Authority e Glencore; le restanti azioni di “Rosneft” saranno quotate in borsa.

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