Le ragioni economiche dietro la pace con Ankara

Arance turche in un mercato di Tomsk, in Russia.

Arance turche in un mercato di Tomsk, in Russia.

: Aleksej Malgavko/RIA Novosti
Nel giorno in cui la Turchia deve fare i conti con la strage all’aeroporto di Istanbul, Putin parla al telefono con il Presidente turco Erdogan, aprendo nuovamente la porta del dialogo. Ecco le ragioni dietro alla nuova stretta di mano

La Russia e la Turchia sono vicine alla riconciliazione. Per la prima volta dal novembre scorso, oggi - nel giorno in cui la Turchia piange le vittime dell’attentato all’aeroporto di Istanbul - il Presidente russo Vladimir Putin ha parlato al telefono con il Presidente turco Recep Tayyip Erdogan. Una telefonata decisa dopo che il leader turco nei giorni scorsi aveva espresso le proprie scuse per il caccia russo Su-24 abbattuto sette mesi fa.

Secondo gli esperti ci sono ragioni obiettive, soprattutto economiche, per pensare a una riconciliazione tra i due Paesi. “La Turchia ha stimato che, a causa delle sanzioni, perderebbe quasi nove miliardi di dollari all’anno: una cifra pari all’1,2% del proprio pil”, ha fatto notare Georgij Vashchenko, direttore delle operazioni sui mercati russi della società di investimento Freedom Finance. Le perdite più gravi, secondo lui, sarebbero legate al settore del turismo (oltre 5 miliardi di dollari).

Secondo alcuni esperti russi, le sanzioni avrebbero ridotto l’interscambio di oltre 11 miliardi di dollari.

Ecco di seguito alcune delle ragioni economiche che avrebbero spinto i due Paesi a riattivare il dialogo.

1 Il gas

La Turchia è il secondo più grande consumatore di gas russo al mondo, dopo la Germania. Nel 2015 il colosso russo Gazprom ha fornito ad Ankara 26,9 miliardi di metri cubi di gas naturale. Inoltre, nel dicembre 2014, Gazprom e la società turca Botas hanno siglato un memorandum per la costruzione di un secondo gasdotto che passerebbe sotto al Mar Nero: il Turkish Stream, che avrebbe una capacità di 63 miliardi di metri cubi di gas all’anno. Con la rottura dei rapporti tra i due Paesi, il progetto era stato sospeso e la Turchia non è stata in grado di trovare un nuovo partner. Gazprom ha già dichiarato che, nel caso di un nuovo riavvicinamento con Ankara, è pronto a riattivare il dialogo sul Turkish Stream.

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2 La finanza

Per Sberbank la Turchia è un mercato estero molto importante. Nel giugno 2012 Sberbank aveva acquistato la turca Denizbank per 3,5 miliardi di dollari. Dal punto di vista finanziario, non si è trattato di un investimento di successo, visto che la capitalizzazione della banca turca si è rivelata in calo. Nel giugno 2016, la capitalizzazione di Denizbank è stata di 2,6 miliardi di dollari. Secondo il giornale Vedomosti, Sberbank era addirittura pronta a vendere: rumors però sempre smentiti.

3 Il turismo

Nonostante lo sviluppo del turismo interno, i viaggiatori russi non sono riusciti a trovare una valida alternativa agli alberghi turchi. Così come riporta Kommersant, nel maggio 2016 il numero di ricerche di viaggi organizzati da parte dei russi è diminuito del 15,5% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Inoltre, secondo l’Associazione dei tour operator russi, il 20% dei clienti persi ha deciso di non viaggiare più all’estero. “Se ci fosse una ripresa del dialogo tra Russia e Turchia, la domanda di viaggi in questo Paese tornerebbe a crescere rapidamente”, ha dichiarato l’associazione attraverso il suo sito internet.

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4 I prodotti alimentari

Per molto tempo la Turchia è stata il principale fornitore di frutta e verdura per la Russia. Ma dopo la rottura dei rapporti con Ankara, Mosca ha vietato l’importazione dei principali prodotti alimentari da questo Paese. Secondo il Ministero russo per lo Sviluppo economico, nei primi quattro mesi dell’anno l’import di cibo dalla Turchia è calato di 274,6 milioni di dollari rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, arrivando quasi a quota zero.

 

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