Ritiro record di fondi russi dagli off-shore

Secondo il quotidiano Vedomosti tuttavia non si tratterebbe del ritiro di investimenti, ma della chiusura di società off-shore appartenenti a russi.

Secondo il quotidiano Vedomosti tuttavia non si tratterebbe del ritiro di investimenti, ma della chiusura di società off-shore appartenenti a russi.

: Vostock-Photo
Secondo alcune statistiche gli uomini d'affari russi hanno deciso di ritirare il denaro off-shore. Bahamas, Isole Vergini britanniche e Bermuda sono diventate leader in termini di investimenti diretti esteri verso la Federazione. E per oltre un miliardo di dollari gli investimenti arrivano in Russia da Paesi come Germania, Francia e Regno Unito

Tirando le somme dell'anno 2015, leader per l'attrazione di investimenti diretti verso la Russia sono le Bahamas, da cui sono confluiti 5,23 miliardi di dollari. Al secondo posto ci sono le Isole Vergini britanniche, con 2,5 miliardi di dollari e al terzo le Bermuda, con 1,9 miliardi di dollari. Lo dimostrano i dati della Banca centrale russa pubblicati a fine maggio. Secondo i dati dell'ente, il flusso di fondi da società off-shore verso la Russia negli ultimi due anni è in crescita. Ad esempio, il volume di investimenti provenienti dalle Bahamas nel 2015 è cresciuto del 43%.

La lotta contro le società off-shore

Allo stesso tempo, il flusso di investimenti da Paesi che tradizionalmente venivano utilizzati per il transito di capitale, come Lussemburgo e Cipro, porta invece il segno negativo. Dalla Russia a Cipro è arrivata la maggior parte del denaro, 7,2 miliardi di dollari, mentre a Lussemburgo ne sono andati 5,8.

Tuttavia, nella realtà, non si tratta del ritiro di investimenti, ma della chiusura di società off-shore appartenenti a russi, come si legge sul quotidiano economico russo Vedomosti, rimandando alle dichiarazioni di un rappresentante del Ministero delle Finanze. 

La battaglia contro le società off-shore va avanti in Russia da due anni. Così i rappresentanti delle grandi imprese hanno cominciato a rimpatriare i propri investimenti. Entro il 2018, tali operazioni potrebbero, in presenza di determinati requisiti, essere esonerate dalle tasse.

"La Russia ha accettato, così come altri Paesi, di attuare entro il 2018 le norme internazionali sulla trasparenza finanziaria e sullo scambio automatico di dati in materia fiscale, che complicano notevolmente l'uso di società off-shore”, dice il vice presidente della IFC Financial Center, Stanislav Verner.

Nel dicembre 2015 è stata registrata in Russia la sede centrale del "Volga Group" del miliardario Gennadij Timchenko, mentre prima gli attivi della società appartenevano alla cipriota Volga Resources Ltd e alla lussemburghese VRN Sarl.

Ancora prima, alla fine del 2014, anche la società madre del miliardario Alisher Usmanov, la USM Holdings, è stata ristrutturata, riportando in Russia i pacchetti di controllo dell'operatore di telefonia mobile "MegaFon" e della società metallurgica “Metalloinvest”.

"Le società off-shore venivano usate come sistema per l'ottimizzazione fiscale, per coprire beneficiari o persino per proteggere la proprietà intellettuale”, spiega Emil Martirosyan, professore associato dell'Istituto di economia e commercio presso l'accademia presidenziale RANEPA.

Fonte: Alyona RepkinaFonte: Alyona Repkina

Nuovi leader

Tra i primi cinque leader per attrazione di investimenti esteri diretti in Russia troviamo la Francia (1,634 miliardi di dollari) e la Germania (1,42 miliardi di dollari), mentre al sesto posto il Regno Unito (1,03 miliardi di dollari). Per un confronto, il volume di investimenti asiatici è molto minore, spesso diminuendo secondo i dati annuali finali. Così, la quantità di investimenti diretti provenienti dalla Cina è scesa in un anno di quasi il doppio, passando da 1,271 miliardi di dollari a 571 milioni; quelli dalla Corea sono andati da 130 milioni a 116 milioni di dollari. Da parte del Giappone, invece, gli investimenti sono aumentati da 295 a 447 milioni di dollari.

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