Unione Economica Eurasiatica, le sanzioni non frenano l'avanzata verso Est

Cala l’interscambio tra Italia e Unione economica eurasiatica: -18,3% nel 2015 rispetto all’anno precedente. Secondo Antonio Fallico, presidente dell’associazione Conoscere Eurasia e di Banca Intesa Russia, i cinque Stati dell’Unione proseguono verso riforme comuni all’insegna di una maggiore competitività, elaborando accordi commerciali strategici con Cina, India, Israele e Iran. Senza guardare in faccia alle sanzioni

L’Unione Economica Eurasiatica avanza verso Est. E guarda anche verso il Medio Oriente alla ricerca di nuovi mercati di sbocco, contribuendo a definire una nuova mappa geoeconomica. Durante il quarto Seminario eurasiatico, organizzato da Conoscere Eurasia, Forum Economico internazionale di San Pietroburgo e Roscongress, il presidente dell’associazione Conoscere Eurasia e di Banca Intesa Russia Antonio Fallico ha sottolineato come le sanzioni contro la Russia non frenino l’avanzata dell’Unione Economica Eurasiatica che avanza verso est.

“E se le ripetute tensioni con il Paese-motore del mercato eurasiatico frenano le esportazioni italiane e quelle europee, i cinque Stati dell’Unione non solo proseguono velocemente verso riforme comuni all’insegna di una maggiore competitività, ma incassano accordi commerciali strategici e funzionali alla crescita con i principali partner globali come Cina, India, Israele e Iran”, ha detto Fallico.  

Sul fronte dei dati, l’interscambio 2015 tra Italia e Unione economica eurasiatica (Russia, Bielorussia, Kazakhstan, Armenia e Kirghizistan) ha ceduto il 18,3% rispetto all’anno precedente, fermandosi a 25,1 miliardi di euro. A contribuire negativamente sia il calo delle importazioni (-15,9%), ma soprattutto delle nostre esportazioni che hanno sfiorato gli 8,4 miliardi di euro, in flessione del 22,7%. Un dato, questo, trascinato al ribasso dal sistema sanzionatorio contro la Russia e dalle conseguenti contro sanzioni. Secondo i dati Istat elaborati da Conoscere Eurasia, infatti, nel 2015 le esportazioni italiane verso Mosca hanno perso quasi 2,4 miliardi di euro sull’anno precedente, bloccandosi a 7,1 miliardi di euro (-25,2%).

“In attesa che l’Europa cambi passo politico rimuovendo queste misure deleterie per l’economia globale – ha proseguito Fallico –, vi è la necessità di riprendere al più presto un confronto costruttivo con la Russia, motore principale dell’Uee. Il prossimo Forum economico internazionale di San Pietroburgo (16-18 giugno) va in questa direzione. Nell’occasione l’Italia, Paese ospite d’onore al Forum, avrà un ruolo da protagonista nel riavvio delle relazioni e potrebbe diventare una voce autorevole anche in Europa".

"Infatti – ha concluso il presidente Antonio Fallico –, l’Associazione Conoscere Eurasia, su incarico dell’organizzatore del Forum “Roscongress”, di cui è il partner italiano da diversi anni, sta realizzando il Padiglione italiano dove parteciperanno, con il coordinamento dell’Ambasciata d’Italia a Mosca, le principali aziende italiane interessate alla Federazione Russa. Nel Padiglione saranno presentate le tecnologie e il know-how sviluppati in Italia d’interesse per la diversificazione dell’economia russa, organizzati in cinque cluster: meccanica-alta tecnologia, energia, agro-industria, infrastrutture e finanza”.

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