Le vie d’uscita dalla crisi

Il presidente russo Vladimir Putin nella residenza di Novo-Ogaryovo.

Il presidente russo Vladimir Putin nella residenza di Novo-Ogaryovo.

: Aleksej Nikolskij/RIA Novosti
Sulla scrivania di Putin sono già pronti tre piani, elaborati dagli economisti russi, che potrebbero essere adottati per risollevare il Paese dalla delicata situazione del momento

Gli economisti russi hanno messo a punto tre piani per far uscire il Paese dalla crisi. Piani che sono stati presentati al Presidente russo Vladimir Putin durante la seduta del Consiglio dell’Economia il 25 maggio. Rbth ha cercato di capire quali sono i punti nodali e le misure che potrebbero essere attuate per prime.

1. Ridurre i redditi della popolazione

Il livello dei redditi della popolazione e l’incremento galoppante dei consumi stanno mettendo con le spalle al muro l’economia russa. È quanto ritiene il Ministero per lo Sviluppo economico. Così per uscire dalla crisi sono stati proposti due metodi: ridurre i redditi e reindirizzare i fatturati delle imprese verso gli investimenti.

Gli investimenti nei prossimi anni dovranno aumentare del 7-8% l’anno in un contesto di stagnazione generale dei consumi, si dice ancora al dicastero. Non è possibile costringere tutti i datori di lavoro a ridurre il livello delle retribuzioni, ma si può tuttavia influire sulle strutture di bilancio e sugli apparati dipendenti dallo Stato.

Tra le idee del Ministero dell’Economia vi è quella dell’innalzamento dell’età pensionabile per entrambi i sessi fino a 63-65 anni (attualmente è di 60 per gli uomini e 55 per le donne). Per semplificare le regole del mercato del lavoro il Ministero propone di semplificare anche le procedure di licenziamento dei dipendenti per motivi economici, riformando il Codice del lavoro.

Una simile procedura fu attuata in Unione Sovietica nella prima metà del XX secolo, allorché tutte le risorse vennero investite nello sviluppo dei settori industriali a scapito dei consumi privati. Tuttavia, allora per raggiungere tale scopo si ricorreva a un sistema di economia pianificata e le risorse erano rigorosamente distribuite all’interno dei settori. Attualmente le autorità russe non dispongono di simili mezzi.

2. Stampare moneta

Un piano alternativo è quello presentato dal cosiddetto “Club Stolypin”, battezzato così in onore del primo ministro russo dell’inizio del XX secolo, Petr Stolypin. Questo club raccoglie gli economisti conservatori. Un membro del suo presidium è, per esempio, il consigliere di Vladimir Putin, Sergej Glazev, un economista orientato a sinistra, che si è schierato a favore dell’indipendenza del Donbass.  

I membri del “Club Stolypin” propongono di lanciare in Russia una politica di “ammorbidimento quantitativo”, ossia di stampare, per esempio, delle obbligazioni speciali per un valore di 1,5 trilioni di rubli (22,5 miliardi di rubli). Affinché questi provvedimenti non si ripercuotano sull’inflazione, propongono di tornare alla pratica del corridoio valutario, abolendo il corso fluttuante del rublo, introdotto alla fine del 2014

Tale piano era stato attuato in Unione Sovietica durante la grande crisi della fine degli anni '80 che portò tra l’altro alla dissoluzione dello Stato. Questo metodo viene inoltre intensamente utilizzato nei Paesi occidentali. “Tale politica viene adottata attualmente sia negli Stati Uniti che in Europa, tuttavia le loro condizioni economiche differiscono da quelle russe”, sostiene Bogdan Zvarich, analista della società “Finam”. La differenza sostanziale consiste nell’elevato tasso d’inflazione russo, a causa del quale l’emissione di tali obbligazioni provocherebbe una brusca impennata dei prezzi.

3. Riformare il sistema giudiziario

Non si può conseguire una crescita economica senza aver prima garantito il diritto di proprietà e perciò una condizione obbligata per poter uscire dalla crisi è quella di riformare l’apparato delle forze dell’ordine e il sistema giudiziario, ritiene Aleksej Kudrin, ex ministro delle Finanze.

Malgrado si sia dimesso dal suo incarico nel 2011 e sia oggi alla guida del Comitato per le iniziative civili, Kudrin, su posizioni critiche verso il governo in carica, continua a essere uno degli esponenti più influenti della finanza russa. A detta di Kudrin il sistema giudiziario e l’apparato delle forze dell’ordine devono diventare più neutrali, e la quota dello Stato nell’economia dev’essere diminuita, anche a vantaggio della piccola impresa. Tuttavia, per incrementare i ritmi di crescita fino al 4% entro il 2019 occorre coinvolgere nell’economia altri 4,5 milioni di persone e investire 40 trilioni di rubli (599 miliardi di dollari) nel capitale fisso, ritiene Kudrin.
Tale politica è stata adottata, dando esiti positivi, nei Paesi del Sud-est asiatico, sostiene Emil Martirosian, docente di Economia aziendale presso l’Accademia presidenziale russa per l’Economia nazionale e la Pubblica amministrazione.

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