Embargo esteso ad altri cinque paesi

Il premier Dmitri Medvedev ha ordinato l'allargamento della lista di Paesi interessati dall'embargo russo, in risposta alle sanzioni occidentali (Foto: Zurab Djavakhadze/TASS)

Il premier Dmitri Medvedev ha ordinato l'allargamento della lista di Paesi interessati dall'embargo russo, in risposta alle sanzioni occidentali (Foto: Zurab Djavakhadze/TASS)

Mosca blocca le importazioni di cibo da altri paesi: il nuovo provvedimento riguarda Albania, Montenegro, Islanda, Liechtenstein e Ucraina. A pagarne le conseguenze, secondo gli esperti russi, saranno soprattutto Islanda e Ucraina, dato il volume di scambi commerciali

Il primo ministro russo Dmitri Medvedev ha firmato il 13 agosto un decreto che estende l’embargo sui prodotti alimentari ad altri cinque paesi: Albania, Montenegro, Islanda, Liechtenstein, Ucraina. Questi Stati hanno precedentemente aderito alle decisioni dell’Unione Europea circa la proroga delle sanzioni contro la Russia. “L’adesione alle sanzioni è stata una scelta consapevole, che spiega la risposta russa”, ha spiegato il capo del governo. A sua volta, il divieto di importazione di prodotti agricoli dall’Ucraina entrerà in vigore solo se il paese adotterà la parte economica dell'accordo di associazione con l'UE.

Chi soffre di più?

Secondo gli esperti, il paese la cui economia potrebbe maggiormente subire le restrizioni commerciali è l'Ucraina, dato il volume degli scambi commerciali che il paese intrattiene con la Russia. "Anche dopo il ridimensionamento delle attività commerciali avvenuto nel 2014, il volume delle esportazioni dell'Ucraina in Russia è pari a 9,8 miliardi di dollari”, ha dichiarato Vera Kononova dell’Istituto di ricerche strategiche integrate (ICSI). Allo stesso tempo, prodotti alimentari e materie prime agricole sono state importate in Russia per un valore di un miliardo di dollari, in base ai risultati del Ministero dello sviluppo economico della Federazione Russa. In base ai dati del ICSI, nel 2014 la Russia rappresentava il 19% delle esportazioni ucraine di carne e prodotti correlati, il 63% delle esportazioni di pesce, il 21% delle esportazioni di latte e latticini, il 34% delle esportazioni di ortaggi, il 7% di esportazioni di frutta.

Il secondo paese più colpito dall’embargo sarebbe l’Islanda. Secondo i dati del Comtrade, il totale delle esportazioni dell’Islanda verso la Russia nel 2014 anno ammontava a 249,5 milioni di dollari, di cui 204 milioni di dollari riguardavano pesce e frutti di mare. In particolare, in termini economici, l’esportazione dei prodotti in Russia lo scorso anno è cresciuta di quasi due volte rispetto al 2013. Come riportato dal quotidiano russo Vedomosti, che cita il dipendente di una grande società del settore ittico, il 60-65% del pesce importato nella parte europea della Russia proviene dall’Islanda. “Alternative in grado di sostituire simili volumi sono poche”, sostiene Daria Snitko, analista presso il centro previsioni economiche di Gazprombank. In base ai suoi calcoli, nel grafico delle importazioni sta aumentando la percentuale che riguarda i paesi dell’America del sud e i paesi asiatici, il che comporterà un cambiamento nell’assortimento del pesce da importare: i prodotti refrigerati saranno sostituiti con quelli congelati e la pesca dall’acquicoltura.

Risultati controversi

Per il Montenegro e l'Albania, le restrizioni riguardano principalmente l'esportazione di frutta. Nel 2014, secondo i dati del Comtrade, la Russia è diventata un importante mercato verso il quale nel 2014 è confluito il 7,3% delle esportazioni totali di prodotti alimentari albanesi. Con ciò la fornitura di frutta albanese e noci è cresciuta di 14 volte fino a 4,6 milioni di dollari, le verdure di 2 volte fino a 1,2 milioni. Secondo le stime di Daria Snitko, i prodotti ortofrutticoli provenienti dall'Albania potrebbero essere sostituiti da forniture provenienti da Turchia e paesi nordafricani.

Per il Montenegro, la perdita del mercato russo sarà quasi impercettibile. Secondo Vera Kononovaya del ICSI, nelle categorie soggette a restrizioni, la Russia rappresenta per il Montenegro solo lo 0,1% circa del mercato di prodotti alimentari. Dalle esportazioni di frutta e verdura in Russia il Montenegro ha ricevuto meno dell’1% di tutti i proventi derivanti delle esportazioni in questo settore. Nel 2014 le importazioni di verdure e frutta montenegrine non superavano i 25.000 dollari.

Per quanto riguarda il Liechtenstein, secondo il servizio federale delle dogane, nessuna fornitura di carne bovina, di maiale, pesce e crostacei, latticini e formaggi, verdure, frutta o noci è stata effettuata da quel paese.

L’embargo non ha colpito quei paesi che hanno annunciato le sanzioni contro la Russia come Georgia, Svizzera, Giappone.

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