Gazprom prevede di dare inizio ai lavori di posizionamento di Turkish stream nella prima decade di giugno (Foto: TASS/ Alexei Fillipov)
Gazprom ha annunciato l'avvio della costruzione del gasdotto Turkish Stream. È la prima volta che il monopolio autorizza un progetto offshore di grande entità senza bisogno della firma di un accordo preliminare vincolante
Secondo quanto riferisce Oleg Aksiutin, executive manager di Gazprom, la compagnia petrolifera russa prevede di dare inizio ai lavori di posizionamento di Turkish stream nella prima decade di giugno. Per la collocazione del gasdotto verranno impiegati due navi posatubi, i primi tubi verranno collocati dalla ditta italiana Saipem, con cui era stato in precedenza siglato un accordo per la costruzione di South Stream. La settimana scorsa Saipem aveva annunciato di aver ricevuto da Gazprom l’incarico di avviare i lavori. E il 19 maggio il fornitore tedesco di tubi Europipe avrebbe ripristinato la produzione per il gasdotto Turkish Stream.
Nell’autunno 2014 Gazprom aveva acquistato di due navi posatubi da utilizzare per South Stream. Dopo la sospensione del progetto erano rimaste inattive. Secondo Kommersant costano 25 milioni di Euro al mese
“In una simile situazione Gazprom, che risultava fin dall’inizio in una posizione svantaggiata, doveva trovare con urgenza un sostituto di South stream, pagare un’ammenda, pagare per l’inattività delle navi posatubi e la custodia dei tubi” è quanto ritiene l’analista di Sberbank Siv, Valery Nesterov. Il monopolio ha fretta di portare il gas in Turchia e nell’Europa Sud-orientale prima che l’Unione Europea riesca a realizzare la sua controstrategia per le forniture di gas turkmeno e iraniano.
Finché la costruzione non toccherà le acque territoriali di un altro paese, non sarà necessario firmare accordi intergovernativi, sostiene il direttore della filiale moscovita di Debevoise & Plimpton, Dmitry Nikiforov. La compagnia olandese South Stream Transport B.V, “figlia” di Gazprom, ha ottenuto il permesso di posare almeno due terzi del tratto marittimo del gasdotto che attraverseranno le acque territoriali nella zona economica esclusiva della Federazione Russa (i permessi erano già stati ottenuti per South Stream).
La prima linea di Turkish stream, che avrà una capacità annua di trasporto pari a 63 miliardi di metri cubi, dovrebbe essere posata alla fine del 2016. Il gasdotto si estenderà per 660 km nel nuovo corridoio energetico in direzione della parte europea della Turchia. Malgrado l’annuncio dell’avvio dei lavori del gasdotto, la Russia non ha finora siglato nessun accordo intergovernativo con la Turchia e la Grecia, e continuano a restare in vigore i vecchi documenti relativi a South Stream
Quali saranno gli effetti della partenza del gasdotto?
Nella peggiore delle ipotesi a causa di tale fretta Gazprom dovrà aspettarsi che la Turchia decida di bloccare la posa dei tubi già nel mare” scrive Kommersant. A detta degli intervistati, ciò risulterebbe possibile sul piano tecnologico. Tuttavia, Gazprom pensa di poter trovare nell’immediato un accordo con la Turchia. Secondo quanto riferiscono fonti vicine a Kommersant, a conoscenza dell’andamento delle trattative, la protrazione sarebbe legata all’esito delle elezioni parlamentari in Turchia, fissate per il 7 giugno, alle quali si candiderebbe per il partito di governo anche l’attuale ministro dell’Energia, Taner Yildiz.
D’altro canto le fonti turche di Kommersant ritengono che il problema non sia dettato tanto da ragioni di ordine politico, quanto dal fatto che Gazprom non abbia alcuna fretta di abbassare le tariffe. Gli importatori privati sono riusciti a ottenere degli sconti dopo negoziati durati molti mesi (260 dollari per mille metri da maggio, anziché i 374 dollari precedenti, NdR), mentre la compagnia statale Botas non li avrebbe ancora ottenuti.
Secondo Volkan Ödzemir, direttore dell’Istituto di Economia e politica dell’energia turco, la riduzione delle tariffe per Botas è davvero una condizione imprescindibile per poter stipulare un accordo su Turkish stream. A suo avviso, l’accordo potrebbe essere raggiunto solo dopo le elezioni allorché in Turchia dovrebbe cambiare anche il Ministro dell’Energia, fattore che determinerebbe la comparsa di persone nuove sia al ministero che alla compagnia Botas”.
Per la stesura dell’articolo sono stati utilizzati materiali pubblicati su Kommersant e Vedomosti
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