Rublo, nuova fase: ora è la valuta più redditizia

La moneta nazionale si sarebbe rafforzata grazie alla concomitanza di una serie di fattori positivi, tra cui la concessione da parte della Banca Centrale di prestiti valutari alle banche, l’abbassamento del tasso chiave dal 17 al 14%, e anche la riduzione della tensione in Ucraina (Foto: DPA/Vostock Photo)

La moneta nazionale si sarebbe rafforzata grazie alla concomitanza di una serie di fattori positivi, tra cui la concessione da parte della Banca Centrale di prestiti valutari alle banche, l’abbassamento del tasso chiave dal 17 al 14%, e anche la riduzione della tensione in Ucraina (Foto: DPA/Vostock Photo)

Dai primi di febbraio all’inizio di aprile 2015 la moneta russa si è rafforzata del 22,3%. E ora gli esperti si chiedono se questa tendenza durerà a lungo

Dai primi di febbraio fino all’inizio di aprile 2015 il rublo si è rafforzato del 22,3%, il che rende la valuta russa la più redditizia del mondo, ha detto a Rbth Aleksei Kozlov, analista capo di Ufs Ic. A suo avviso, la divisa nazionale avrebbe avuto nei tassi un’impennata maggiore del petrolio, il cui prezzo è storicamente legato a quello del rublo. Nello stesso periodo il petrolio del marchio Brent era aumentato del 9,8%, passando da 53 a 58,2 dollari. Come ha spiegato l’esperto, il rublo continua a crescere grazie all’interesse degli investitori per l’elevato tasso di rendimento accumulato dai mercati emergenti. Tuttavia, nel dicembre 2014 la valuta russa si era deprezzata del doppio nei confronti di euro e dollaro americano

I fattori principali 

Come ha spiegato a Rbth Konstantin Korishchenko, ordinario  di Economia dei mercati internazionali e ingegneria finanziaria presso l’Accademia russa dell’Economia nazionale e dell’Amministrazione pubblica (il principale istituto di politica finanziaria del governo russo), nonché ex vicpresidente della Banca Centrale, la divisa nazionale si sarebbe rafforzata nelle ultime settimane grazie alla concomitanza di una serie di fattori positivi. Tra i fattori determinanti Korishchenko cita la concessione da parte della Banca Centrale di prestiti valutari alle banche per una somma complessiva di 30 miliardi, l’abbassamento del tasso chiave dal 17 al 14%, e anche la riduzione della tensione nell’Ucraina Orientale. “Tutto ciò ha prodotto una forte attrattività speculativa  nei confronti degli  investimenti in rubli e dei beni in rubli” afferma Konstantin Korishchenko.

A detta di Anton Soroko, analista della holding Finam, la valuta russa in tempi brevi potrebbe rafforzarsi ulteriormente,  se i prezzi del petrolio saliranno e nell’arena internazionale  si determineranno delle  chiare premesse per un annullamento delle sanzioni contro la Russia. Tra i fattori positivi l’analista cita gli accordi con alcuni paesi dell’Unione Europea, e tra gli altri l’incontro avvenuto l’8 aprile tra il primo ministro greco Alexis Tsipras e il presidente della Federazione Russa Vladimir Putin. “La situazione in Ucraina sembra essere stabile attualmente cosicché non dovrebbero esserci ragioni per un inasprimento della retorica delle sanzioni da parte dell’ Unione Europea e degli Stati Uniti” ritiene Soroko. Secondo Aleksei Kozlov, il rafforzamento del rublo dipende in misura rilevante dalla politica della Banca Centrale che ha saputo costruire una strategia monetaria e creditizia efficace  così da ridurre sensibilmente la volatilità del rublo. Tuttavia, come osserva l’analista, malgrado il rafforzamento del rublo, l’interesse degli investitori per l’economia russa non è ancora aumentato.

Prospettive d’investimento

Gli esperti non sono ancora certi che l’improvviso rafforzamento del rublo possa diventare una tendenza a lungo termine. “L’asserzione di un ipotetico “scollegamento”  del tasso del rublo  dal prezzo del petrolio non è del tutto corretta, si dovrebbe piuttosto parlare per il 2015 di un diverso livello dei tassi del rublo nei confronti del petrolio” afferma Korishchenko. A suo avviso, anche la situazione dei prezzi internazionali del petrolio non appare chiara: l’accordo con l’Iran manderebbe un certo tipo di segnali sui prezzi, mentre il conflitto nello Yemen ne manderebbe di opposti”.

Tuttavia, a detta degli esperti, nell’economia russa continuano a sussistere dei problemi fondamentali. “La mancanza di capitale delle banche, l’assenza di crescita economica, la perdurante tendenza a un incremento dell’intervento pubblico nell’economia: tutto ciò non può che rendere cauti e frenare il nostro ottimismo riguardo al prezzo futuro della divisa nazionale” ritiene Konstantin Korishchenko. A suo avviso, se il prezzo del petrolio non aumenterà e continuerà la fuga di capitali dalla Russia le prospettive per il corso del rublo nel 2016 saranno decisamente meno rosee che nel 2015. Nel complesso la situazione del rublo appare migliore di qualche mese fa, ma affinché questa tendenza positiva perduri il governo deve stimolare i meccanismi di mercato e non limitarsi a confidare nell’aumento dei prezzi del petrolio, ritiene l’ex vicepresidente della Banca Centrale.

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