I delicati equilibri dietro la crisi del gas

Le forniture di gas russo sono a rischio nel caso in cui Mosca e Kiev non raggiungano accordi duraturi (Foto: Reuters)

Le forniture di gas russo sono a rischio nel caso in cui Mosca e Kiev non raggiungano accordi duraturi (Foto: Reuters)

I “moderati progressi” conquistati al vertice Asia-Europa di Milano aprono uno spiraglio di speranza nel gioco delle forniture. Gli esperti interpellati da Rbth commentano la situazione attuale e i possibili scenari futuri

Mosca potrebbe cominciare a ridurre le forniture di gas in Europa attraverso l’Ucraina, se Kiev sottrarrà i prodotti energetici russi per i suoi bisogni interni. È quanto ha dichiarato il 16 ottobre il Presidente russo Vladimir Putin. Il primo ministro ucraino Arseny Yatsenyuk aveva affermato in precedenza che Kiev non avrebbe garantito un transito continuo del gas naturale in Europa, se non fosse stato siglato un nuovo accordo con Gazprom. Il giorno successivo, alle trattative di Milano, è stato annunciato che nella questione del gas si è registrato un “moderato progresso”. Un ennesino round di trattative è stato fissato per il 21 ottobre. Rbth ha chiesto agli esperti russi di illustrare quali fattori, a loro avviso, potrebbero agevolare i protagonisti delle trattative. 

Mikhail Krutikhin, analista e consulente per i problemi dei settori gaspetrolifero e politico, nonché socio dell’agenzia di consulenza RusEnergy

“L’essenziale è che la Russia accetti le condizioni economiche prospettate dall’Ucraina che appaiono piuttosto ragionevoli. Tuttavia, l’adozione della decisione di cambiare lo schema dei pagamenti dei crediti con Kiev dipende dal piano politico e per questo il processo dei negoziati continua a trascinarsi. La decisione che può risultare vantaggiosa per Ue, Russia e Kiev dipende dal consenso alla proposta ucraina che consiste in una revisione del contratto sul gas, e in particolare dello schema dei prezzi. Kiev insiste nell’affermare che la formula dev’essere identica a quella di alcuni consumatori europei, vale a dire legata ai prezzi spot del gas. Gazprom, per esempio, opera secondo tale schema, con l’italiana Eni. I prezzi del gas per l’Ucraina sono legati ai prezzi del petrolio, ma questo è uno schema ormai vecchio, e non  del tutto obiettivo nelle nuove condizioni di mercato. Tuttavia, per Mosca tale passo risulterebbe psicologicamente inaccettabile, a giudicare dalla retorica degli ultimi mesi nel rapporto con le nuove autorità del paese. Se dovessero accogliere l’una o l’altra proposta, Russia e Ucraina apparirebbero come degli sconfitti agli occhi degli elettori”.

Alexei Skopin, professore ordinario di Economia regionale e Geografia economica presso l’Istituto nazionale di ricerca dell’Alta Scuola di Economia di Mosca

La società energetica ucraina Naftogaz non intende corrispondere la nuova tariffa a Gazprom (385 dollari per mille metri cubi, ndr). Non ci sono ormai ragioni perché Gazprom riduca la tariffa: si è smesso di pagare anche l’affitto per la baia di Sebastopoli, dove è localizzata la Flotta del Mar Nero della Federazione Russa. Malgrado ciò, l’Ucraina continua ad avere degli sconti e finché non verrà posta la parola fine alla questione della Crimea continueranno le accuse reciproche”.    

Kiev il 3 ottobre ha chiesto alla Corte arbitrale di Stoccolma di emettere una sentenza provvisoria di primo grado sul caso di Naftogaz contro Gazprom sul prezzo del gas. La Corte arbitrale appoggia in linea di principio l’Ucraina, nondimeno la sua decisione assumerà più un carattere politico, che non quello di una decisione vincolante. Si procederà a constatare quale delle due parti ha più ragione. Stoccolma non ha motivo di contrastare Naftogaz dal momento che non si riconosce il referendum in Crimea.

Sergei Pukhov, esperto, coordinatore del Centro di Sviluppo dell’Istituto nazionale di ricerca dell’Alta Scuola di Economia di Mosca

“Vorrei rilevare che la Russia potrebbe sospendere le forniture all’Europa solo se la l’Ucraina cominciasse a sottrarre gas non sanzionato. La dichiarazione di Putin su possibili sospensioni di forniture del gas di transito non è nient’altro che una conseguenza dei commenti del signor Yatsenyuk.

Non ritengo che la posizione di Mosca riguardo al prezzo del gas possa cambiare. Forse verranno rivisti alcuni  dettagli quali i problemi di transito, la questione dell’estinzione forfettaria di una parte del debito. Prezzo, scadenze e volumi sono già stati definiti.

Allo stesso tempo, sarebbe azzardato attendersi dei cambiamenti nella politica delle parti dopo la consultazione della Corte Arbitrale di Stoccolma. Il tribunale non potrà cambiare il contratto a vantaggio di una delle parti. A controllare il mercato sono dei problemi interni e nessuno può obbligare Gazprom a vendere il gas a un certo prezzo e l’Ucraina a comprarlo a un altro. Tenuto conto degli ultimi accordi con la Cina, la società russa ha la possibilità di dirottare le risorse non utilizzate verso l’Asia. Non solo verso l’ex Impero Celeste, ma in tutti i paesi della regione. La Russia potrà effettuare una diversificazione dei flussi di gas. 

Ritengo che il tribunale non emetterà un ultimatum nei confronti dell’Ucraina e della Russia. La Corte Arbitrale di Stoccolma troverà una soluzione di compromesso che potrà soddisfare tutti.

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