Se le sanzioni spalancano la porta verso l'Asia

Il premier russo Dmitri Medvedev al Forum di Sochi (Foto: Ekaterina Shtukina / Ria Novosti)

Il premier russo Dmitri Medvedev al Forum di Sochi (Foto: Ekaterina Shtukina / Ria Novosti)

Durante il Forum degli investimenti di Sochi, il primo ministro russo Dmitri Medvedev ha indicato i principali obiettivi dell’economia russa

Alla cerimonia di apertura del Forum di Sochi degli investimenti, il capo del governo russo Dmitri Medvedev ha annunciato che “quest’anno entrerà nei libri di storia come l’anno della svolta, il punto di riferimento di una nuova epoca nella quale è iniziata la guerra in Ucraina, la Crimea è ritornata alla Russia e sono state imposte sanzioni contro il nostro paese”. Medvedev ha dichiarato che “il raffreddamento delle relazioni con i nostri partner occidentali ci costringe a rivedere le strategie secondo le quali abbiamo vissuto fino a questo momento. Abbiamo la sensazione che molti partner occidentali non considerino più il fatto che la Russia ha i propri interessi. Di conseguenza, l’idea stessa di evoluzione del mondo dopo la Seconda guerra mondiale è da rimettere in discussione”.

 
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Gli effetti delle sanzioni

Secondo le parole del primo ministro russo, nell’ultimo secolo ci sono state molteplici occasioni nelle quali si sono introdotte sanzioni contro la Russia. “Vi sono differenti opinioni al riguardo del sistema politico sovietico, ma siano stati in grado di sopravvivere alle sanzioni” ha detto Medvedv. “Nel 1981 gli Usa smisero di fornire materiali per la realizzazione del gasdotto da Urengoy a Uzhgorod, che fu costruito ugualmente. Poi, nel 1998, gli Stati Uniti introdussero sanzioni contro le istituzioni scientifiche che si sospettava stessero collaborando con l’Iran. La storia dimostra che tutti i tentativi di esercitare pressioni sulla Russia sono stati vani”. Secondo il primo ministro, perfino le pressioni sui piccoli paesi si sono dimostrate inutili, mentre l’economia russa è la sesta al mondo a parità. “Sarebbe necessario guardare le cose con schiettezza: opporsi tramite le sanzioni è negativo, per noi e per l’Occidente. Noi stiamo subendo perdite, ma nessuno è in grado di prevedere in che modo le sanzioni si rifletteranno sull’economia mondiale” ha aggiunto Medvedev. Il primo ministro russo è dell’opinione che la situazione attuale sia diversa dalla crisi del 2008, perché durante l’ultima crisi economica tutte le grandi economie mondiali collaborarono tra loro. Fu precisamente in quel periodo che si diede vita al G-20, un’istituzione che ha unito molti paesi diversi.

“Quella fu la garanzia del successo. Siamo ancora disposti ad ascoltare i nostri partner, a condizione che imparino a prendere in considerazione i nostri interessi” ha detto. Secondo il primo ministro, i paesi europei sono ancora leader negli investimenti nell’economia russa, e il volume di tali investimenti raggiunge i 300 miliardi di dollari circa.

Diretti verso l’Asia

Nel prossimo futuro, l’economia russa continuerà a guardare all’Asia, dice il primo ministro russo. “La convergenza della Russia con l’Asia è un processo oggettivo che ha preso il via più o meno dieci anni fa. Esso implica di collaborare con tutti i paesi, Cina, India, Giappone, e così pure con i paesi dalle economie più piccole”. Dalle sue parole si deduce che nell’autunno del 2014 la Duma di Stato russa dovrà occuparsi di un disegno di legge per la creazione di 14 territori per lo sviluppo avanzato e con regimi fiscali preferenziali situati in Siberia e nell’Estremo Oriente russo. Tali territori saranno orientati per lo più verso gli investitori asiatici. Tra gli altri tipi di collaborazione con i paesi asiatici vi sono lo sviluppo di progetti legati alle infrastrutture, primo tra tutti l’allargamento dei collegamenti ferroviari transeuropei e asiatici, ovvero la Transiberiana e la linea Bajkal-Amur. Il volume complessivo degli investimenti nei progetti supererà i 500 miliardi di rubli (13 miliardi di dollari). “La nostra nuova strategia in Asia non consiste nel vendicarci dell’Europa in modo banale: si tratta soltanto di una naturale evoluzione degli eventi. Eppure, non possiamo escludere il fatto che il rafforzamento del nostro paese nella regione aumenterà la nostra influenza in altre regioni, compresa l’Europa” ha annunciato Medvedev.

Secondo il primo ministro, la collaborazione con i paesi asiatici avverrà sullo sfondo di indicatori economici in peggioramento in Russia. Nei primi otto mesi dell’anno, il Pil russo è cresciuto dello 0,7 per cento. Nel 2014, la crescita del Pil sarà dello 0,5 per cento, mentre negli ultimi cinque anni ha continuato a crescere dell’1 per cento l’anno. Quest’anno, tra gennaio e agosto, gli investimenti in capitale reale sono calati del 2,5 per cento, ma malgrado ciò la produzione industriale è aumentata dell’1,3 per cento. “L’agricoltura si sta sviluppando più rapidamente di altri settori economici: in otto mesi di produzione è cresciuta del 5 per cento” ha detto Medevedev. “La disoccupazione è stabile intorno al 5 per cento, mentre l’anno scorso era al 5,7 per cento. Siamo stati in grado di mantenere un volume sufficientemente grande di valute di riserva in oro. Prevedevamo una ripresa economica più consistente, ma i cambiamenti nella situazione economica all’estero ci hanno costretto a modificare le nostre previsioni”.

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