Secondo la Russia, le sanzioni costituiscono la violazione di uno degli accordi di base del Wto, l’Accordo generale per lo scambio di servizi (Foto: Reuters)
In reazione alle sanzioni Usa contro le aziende russe, compresa la banca Rossiya di proprietà del magnate dei media Yury Kovalchuk, le autorità russe hanno deciso di passare all’azione sfruttando i regolamenti del Wto. In particolare, hanno reso noto un comunicato col quale accusano gli Stati Uniti di mancata ottemperanza degli obblighi commerciali. Oltretutto, come annunciato dal Ministro russo per lo Sviluppo Economico Alexei Ulyukayev, gli Usa potrebbero andare incontro a un ulteriore procedimento legale. Secondo le autorità russe, le sanzioni americane mettono infatti a repentaglio i diritti dei fornitori russi di servizi che operano negli Usa o hanno scambi commerciali con le aziende americane. Tutto ciò costituisce una violazione di uno degli accordi di base del Wto, l’Accordo generale per lo scambio di servizi. In base alle normative del Wto, un paese può imporre restrizioni all’esportazione di beni e servizi per ragioni di sicurezza nazionale, ma non è contemplata l’opzione delle sanzioni. Oltre a ciò, al Wto sarà istituito un ente apposito per difendere i diritti della Russia.
Alla fine di gennaio, la più grande banca russa retail statale, la Sberbank, insieme al Ministero per lo Sviluppo Economico e la Scuola superiore di economia che hanno sede a Mosca hanno annunciato l’istituzione di un centro specializzato in questioni riguardanti il Wto. L’organizzazione indipendente no-profit finanziata dalla più grande banca del paese fornirà servizi di consulenza alle autorità russe e alle aziende sulla collaborazione con il Wto. La prima a beneficiare dei consigli degli esperti potrebbe essere Gazprom, il colosso russo del gas i cui interessi sono direttamente condizionati dal “terzo pacchetto energetico” dell’Ue al quale la Russia continua a opporsi. In base a tale documento, Gazprom non sarà in grado di fornire gas ai paesi europei e continuerà a essere proprietaria dei suoi gasdotti.
In un contesto più ampio
Gli Stati Uniti non sono certo l’unico “avversario” della Russia all’interno del Wto. La Russia ha intentato la sua prima causa nell’ambito dell’Organizzazione mondiale del commercio contro l’Unione Europea alla fine di dicembre 2013, al riguardo del cosiddetto aggiustamento delle tariffe energetiche, che comporta un aumento del prezzo dei beni russi sul mercato europeo. In particolare, i paesi europei accusano la Russia di beneficiare di quello che considerano un vantaggio ingiusto, quello del gas naturale a prezzi molto bassi. Per poter controbilanciare questo fattore nel prezzo, utilizzano le tariffe dell’aggiustamento energetico come parte di procedure anti-dumping. Queste misure sono applicate per lo più contro i metalli russi e le aziende chimiche. Da parte loro, le autorità russe considerano il gas naturale a prezzi molto bassi, il vantaggio oggettivo della Russia e i casi anti-dumping un meccanismo ingiusto utilizzato dall’Ue per proteggere i propri produttori. La Russia ha intentato causa anche alla Cina al riguardo dei prezzi dei tubi d’acciaio senza giunture che sono utilizzati nelle trivellazioni petrolifere.
Il procedimento legale è stato intentato dai più importanti produttori russi di metalli, compresi Chelyabinsk Pipe Rolling Plant, Volzhsky Pipe Plant, e Seversk Pipe Plant. Costoro credono che avendo messo prezzi inferiori la Cina abbia aumentato la sua quota di importazioni di tubature d’acciaio passando dal 28,2 per cento al 55,4 per cento. I prezzi dumping delle aziende cinesi hanno influito su quelli degli altri protagonisti del mercato, con profitti sulle vendite nella sola Unione doganale nei primi nove mesi dell’anno calati di tre volte e utili ridotti del 62,8 per cento: lo ha riferito a Rbth Oleg Kalinskiy, capo del fondo di sviluppo dell’industria delle tubature. In termini generali, in ogni caso, la Russia è soltanto all’inizio del suo tentativo di mettere a punto modalità di protezione degli interessi delle sue aziende all’interno del Wto, come ha detto una fonte dell’Unione russa degli industriali e degli imprenditori.
Oltre a ciò, altri paesi hanno reagito nei confronti della Russia promuovendo procedimenti legali per conto loro. Per esempio, non più tardi della fine di gennaio 2014 l’Ue ha dato il via a 12 inchieste sul Wto e ha promesso di intentare nuove cause contro la Russia. In particolare, in aprile l’Ue si è lamentata del divieto russo di importare carne di maiale dall’Europa.
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