Le sanzioni dell’Occidente potrebbero pesare sull’economia russa (Foto: Itar Tass)
Come reazione all'annesione della Crimea alla Russia, Unione Europea e Stati Uniti hanno introdotto delle sanzioni contro funzionari e uomini d'affari russi e hanno sospeso la cooperazione con la Russia in ambito militare e nel settore spaziale. Tuttavia, ad avere maggiori ripercussioni sull'economia russa sono le sanzioni finanziarie e il peggioramento del clima investitivo, che tra l’altro hanno già provocato una fuga di capitali. Le sanzioni ufficiali decise dai paesi occidentali nei confronti della Russia hanno colpito solo in minima parte i politici e gli uomini d'affari che dovrebbero presumibilmente appartenere alla cerchia di Vladimir Putin, inclusi i magnati dei trasporti, i fratelli Arkadij e Boris Rotenberg, l'ex proprietario della compagnia petrolifera di trading “Gunvor”, Gennadij Timchenko, e il miliardario Jurij Kovalchuk. Anche la Banca “Rossija”, di proprietà di Kovalchuk, è stata colpita dalle sanzioni decise dal governo americano.
Le società Visa e Mastercard international, senza alcun preavviso, avevano bloccato l'accesso ai loro servizi ai correntisti di banca “Rossija”, titolari di queste carte. In definitiva questi imprenditori si sono concentrati sul lavoro in Russia. Poco prima dell'adozione delle sanzioni Timchenko ha venduto il 40% della sua quota ai partner di “Gunvor”. Mentre, a sua volta, banca “Rossija” e le strutture a essa affiliate hanno sospeso del tutto le operazioni valutarie. Su questo sfondo anche altre banche hanno ridotto a loro attività valutaria. Così la “Sberbank”, la più importante banca russa, ha rifiutato di accettare domande per la concessione di prestiti valutari.
Tuttavia, a detta di Mikhail Zadornov, presidente della Banca “Vtb 24”, le operazioni valutarie restano una parte imprescindibile del sistema finanziario russo. “Il 21% dei depositi dei cittadini russi è in valuta, tutti i pagamenti dell'import sono in valuta ed esiste un volume di oneri finanziari figurativi nel mercato valutario” spiega l'esperto. Le sanzioni contro la Russia hanno provocato un'intensa fuga di capitali dal paese che il Ministero delle Finanze, nel bilancio previsto per il 2014, valuta intorno ai 70-80 miliardi di dollari. Nel primo trimestre 2014 i privati hanno già fatto uscire dalla Russia 50,6 miliardi di dollari, rispetto ai 27,5 dell'anno precedente. “Per ora le società russe non sono state colpite da sanzioni rilevanti e a risentire delle sanzioni sono state solo persone concrete. Per la stessa ragione non si sono verificate ancora ripercussioni serie”.
È ipotizzabile che a soffrirne di più saranno l'industria manifatturiera, il settore militare e il comparto zootecnico”, afferma Vasilij Jakimkin, docente di Scienze bancarie e finanziarie presso l'Accademia russa dell'agricoltura della Presidenza della Federazione Russa. A suo avviso, in risposta alle sanzioni sono già stati introdotte in Russia nuove regole relative alla produzione, nelle imprese russe di Jaroslavl e Kazan, di prodotti chimici in sostituzione di quelli d’importazione. A sua volta la Cheliabinsk Tube Rolling Plant, la più grande azienda siderurgica russa produttrice di tubi, comincerà a produrre un nuovo tipo di tubi di grosso diametro che prima la Russia acquistava da Ucraina e Germania. L’esito maggiore prodotto dalla politica di sanzioni sul governo russo è stata la formazione di un sistema finanziario indipendente. In particolare, si prevede di realizzare in Russia un sistema di pagamento e un’agenzia di rating nazionali e sono state prese in esame forme alternative di cooperazione commerciale con le società cinesi.
Che cosa attendersi in futuro
A detta di Anton Soroko, analista della società di investimento “Finam”, le sanzioni più negative per l’economia russa a cui sono ricorsi Unione Europea e Stati Uniti riguardano la sospensione della cooperazione commerciale. “A ogni modo non me la sentirei di affermare che sono cessati al contempo anche gli accordi commerciali con le imprese private” afferma l’esperto. Tuttavia, nel caso di un inasprimento delle sanzioni, a detta di Vasilij Jakimkin, se i codici Swift presso gli enti di credito russi saranno annullati, i pagamenti in dollari potrebbero risultare problematici poiché tutte le infrastrutture bancarie in Russia si appoggiano su server e programmi stranieri.
“Il complesso militare-industriale russo risentirà degli effetti tra due, tre anni. Ma già da ora rispetto alle armi e agli equipaggiamenti il nostro esercito comincia a soffrire della carenza di forniture da parte di Francia, Gran Bretagna e Germania”, avverte l’esperto. I rappresentanti del Ministero delle Finanze americano e del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, all’incontro che si è svolto a Washington coi responsabili dei fondi comuni d’investimento e dei fondi speculativi, hanno annunciato la possibile adozione di nuove sanzioni. Secondo la dichiarazione rilasciata dalla rappresentante permanente degli Stati Uniti all’Onu, Samantha Power, il presidente Barack Obama starebbe prendendo in considerazione l’eventualità di introdurre sanzioni contro la Russia nella sfera bancaria e in quella dell’industria energetica ed estrattiva.
In risposta a ciò, la Russia ha diffuso nel Wto un comunicato relativo all’inadempimento da parte degli Stati Uniti dei suoi obblighi commerciali, dichiarando in tempi rapidi potrebbe intentare causa подать contro il governo statunitense. A detta della parte russa, gli obblighi del Wto non consentono agli Stati Uniti di compiere azioni che potrebbero violare i diritti dei fornitori russi di servizi. A sua volta le società russe hanno già messo in guardia i partner europei dall’introdurre sanzioni aggiuntive che avrebbero ripercussioni negative sull’economia. In particolare, la società Nlmk, del complesso metallurgico di Novolipetsk, che produce oltre 17 milioni di tonnellate di acciaio l’anno, ha inviato una lettera alla Commissione Europea illustrando le devastanti conseguenze che si produrrebbero nel settore della produzione dell’acciaio in Europa se venissero introdotte delle sanzioni contro la Russia da parte dell’Unione Europea. Nelle fabbriche della Nlmk in Europa sono impiegati 2530 lavoratori e in caso di nuove sanzioni il loro futuro potrebbe essere messo a repentaglio.
Tutti i diritti riservati da Rossiyskaya Gazeta
Iscriviti
alla nostra newsletter!
Ricevi il meglio delle nostre storie ogni settimana direttamente sulla tua email