Le autorità ucraine vogliono ricorrere all’importazione di gas mediante il reverse flow: progettano, cioè, di acquistare il gas russo che viene inviato ai consumatori europei (Foto: AP)
Da quando la russa Gazprom ha cancellato lo sconto sul gas concesso all’Ucraina, il costo di questo combustibile è salito a 485 dollari per mille metri cubi. Considerata la situazione, le autorità ucraine intendono ricorrere all’importazione di gas mediante il reverse flow: esse progettano, cioè, di acquistare il gas russo che viene inviato ai consumatori europei. Per il momento la Gazprom sta ostacolando con successo questa iniziativa.
Uno schema complesso
Secondo il Ministero dell'Energia ucraino, nel 2014 per il Paese sarà sufficiente importare solo 15 miliardi di metri cubi di gas russo, i restanti 35 miliardi di metri cubi saranno garantiti mediante il reverse flow, ovvero il flusso inverso di gas, dall’Europa. Si tratta di un progetto al quale aveva iniziato a lavorarci già Viktor Yanukovich. Nel 2012 l'Ucraina aveva intrapreso la fornitura inversa di gas dalla Polonia mediante la stipula di un contratto con la tedesca RWE, e nel 2013 anche dall’Ungheria. Ciononostante, i prezzi di questo gas erano piuttosto alti, con una media di 390 dollari per mille metri cubi, un prezzo che era di circa 100 dollari più elevato rispetto al costo del gas scontato della Russia.
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Il contratto tra la Naftogaz e la RWE prevedeva anche la stipula, su base mensile, di ulteriori accordi che determinavano di volta in volta il prezzo e i volumi delle forniture. Tale prezzo era di fatto legato al prezzo dei mercati europei del gas. Di conseguenza, il volume delle forniture da reverse flow era pari a 2 miliardi di metri cubi di gas rispetto ai 6 miliardi di metri cubi massimi possibili. Ora, tuttavia, a causa dell’aumento dei prezzi sul gas russo la situazione è cambiata e all’Ucraina risulta più redditizio acquistare gas russo dall’Europa, che comprarlo direttamente dalla Gazprom. Considerata la situazione, le autorità ucraine ripongono gran parte delle loro speranze sulla Slovacchia. Secondo il Ministero dell’energia ucraino, da questo Paese è possibile importare in Ucraina, mediante il reverse flow, fino a 30 miliardi di metri cubi di gas all'anno.
Dal punto di vista tecnico le forniture di gas mediante reverse flow sono possibili. “A tal fine il Paese che è disposto ad attuare la fornitura inversa deve vantare un surplus locale di gas. Grazie al fatto che la Gazprom sigla contratti mediante la clausola del “take or pay”, molti Paesi godono di tale surplus", spiega Ilya Balakirev, analista capo di UFS IC. Secondo la clausola del “take or pay”, l’acquirente deve pagare in ogni caso parte della fornitura, indipendentemente da quanto gas abbia acquistato. Come risultato, l'acquirente si ritrova con un surplus di gas. Anche la Slovacchia dispone di questo surplus, tuttavia, le autorità slovacche non hanno la possibilità di garantire l’inversione fisica del flusso di gas. "In Slovacchia non ci sono gasdotti aggiuntivi che permetterebbero al Paese di attuare l’inversione del flusso di gas dal Paese. I gasdotti esistenti sono pieni di gas russo che viene fornito sulla base di un accordo firmato diversi anni fa dalla Gazprom con la società slovacca Eustream”, spiega Dmitry Baranov, uno dei maggiori esperti della società di gestione Finam Management. Di conseguenza si starebbe fondamentalmente parlando della cosiddetta inversione virtuale del flusso di gas. Come ha spiegato a Russia Oggi il docente della Facoltà di gestione statale dell’Accademia presidenziale di economia e pubblica amministrazione (Ranepa), Ivan Kapitonov, presso le stazioni di misurazione del gas risulta che certi volumi di gas sono stati presumibilmente spediti in Europa, ma questo è solo perché di fatto il gas riempie il tubo un po’ prima. “In questo modo, non si ha tecnicamente un’inversione del flusso, bensì un prelievo di gas da parte dell'Ucraina dai gasdotti russi”, ha dichiarato l'esperto . Gazprom ha il diritto de iure di non pagare per il transito di questo gas, tuttavia l’Ucraina non vuole perdere queste entrate e chiama questo schema “reverse flow”.
Il veto di Gazprom
Su iniziativa del Presidente Viktor Yanukovich, l’Ucraina pianificava di attuare il reverse flow di gas dalla Slovacchia già nel novembre 2013. Tuttavia, la decisione venne poi bloccata dalla Gazprom e da allora la posizione della società russa è rimasta invariata. Nell’aprile di quest’anno, nel corso di un'intervista a Rossiya 24, uno dei più importanti canali televisivi russi, l’amministratore delegato della Gazprom Alexey Miller metteva in dubbio la legittimità dell’importazione di gas da reverse flow in Ucraina. Per la Gazprom, secondo Ilya Balakirev, il metodo più efficace sarebbe rinunciare alla formula del "take or pay" e concedere sconti agli slovacchi: ciò renderebbe il reverse flow meno conveniente per loro.
La società Eustream ha già rilasciato una dichiarazione secondo cui l’inversione del flusso di gas dalla Slovacchia all’Ucraina non sarà possibile senza il consenso della Gazprom. Tale punto di vista è stato ribadito anche dal Vicepremier e Ministro degli Affari Esteri della Slovacchia Miroslav Lajčák in un'intervista al quotidiano ucraino Delo. Un rappresentante di Eustream ha inoltre spiegato all’agenzia Reuters che l'inversione delle forniture di gas attraverso i quattro gasdotti che forniscono combustibile russo alla Slovacchia rappresenterebbe un’infrazione alle condizioni dei contratti stipulati con la Gazprom. Inoltre, secondo il diplomatico slovacco, tale posizione sarebbe stata concordata anche con la Commissione europea e per dare inizio all’inversione del flusso di gas sarebbe comunque prima necessaria una modernizzazione delle infrastrutture di trasporto. La soluzione potrebbe essere quella di costruire un nuovo gasdotto per garantire il flusso inverso di gas. La Eustream sarebbe pronta a investire nella costruzione di tale gasdotto, per fare ciò, tuttavia, ci vorrebbero fino a 20 milioni di euro e la parte ucraina non dispone attualmente di una simile somma di denaro. La Slovacchia è disposta a pagare i lavori ma solo se l'Ucraina garantisce poi il consumo effettivo di tale gas. Per le imprese europee, infatti, il rischio maggiore è che l'Ucraina poi non paghi le forniture da reverse flow. Secondo la Gazprom, in data 3 aprile, l’ammontare del debito dell’Ucraina per l’acquisto di gas naturale da parte della Naftogaz era di 2,2 miliardi dollari.
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