Il Brasile ha già preparato una bozza dello statuto della Banca per lo sviluppo, mentre la Russia sta preparando un accordo intergovernativo per la sua istituzione (Foto: Reuters)
I Paesi Brics hanno fatto grandi progressi nella creazione di strutture alternative al Fondo monetario internazionale e alla Banca mondiale. Il bacino di riserve sarà operativo già nel 2015. Ad assicurarlo è stato l’ambasciatore per gli affari speciali del Ministero degli esteri della Russia Vadim Lukov. Secondo quanto dichiarato dal diplomatico, il Brasile ha già preparato una bozza dello statuto della Banca per lo sviluppo, mentre la Russia sta preparando un accordo intergovernativo per la sua istituzione. I Paesi Brics, inoltre, hanno già concordato l'ammontare del capitale sociale delle nuove strutture. Sarà di 100 miliardi dollari ciascuna. "Attualmente stiamo negoziando la ripartizione del capitale iniziale per il valore di 50 miliardi di dollari tra i partner e la localizzazione della sede centrale”, ha spiegato il diplomatico. “Tutti i Paesi Brics hanno già espresso, con grande interesse, il desiderio di voler ospitare la sede centrale entro i loro confini”.
Si prevede che la Cina immetterà nel bacino di riserve 41 miliardi di dollari; Brasile, India e Russia contribuiranno con 18 miliardi di dollari ciascuno, mentre il Sud Africa con 5 miliardi di dollari. Per fare un confronto: l'ammontare dei fondi del Fmi, che viene determinato secondo diritti speciali di prelievo (abbreviati Dsp), raggiunge attualmente i 238,4 miliardi di euro, o i 369,52 miliardi di dollari. In termini di risorse, il bacino di riserve dei Paesi Brics è, ovviamente, inferiore rispetto a quello del Fmi. Tuttavia, 100 miliardi di dollari sono più che sufficienti per cinque Paesi. Del resto ricordiamo che nel Fmi rientrano 188 Paesi, i quali possono richiedere, in qualsiasi momento, assistenza finanziaria.
La Banca per lo sviluppo dei Paesi Brics
I Paesi Brics intendono creare una Banca per lo sviluppo quale alternativa alla Banca mondiale con il fine di finanziare progetti che non beneficino gli Stati Uniti o l'Unione europea, bensì i Paesi in via di sviluppo. L’obiettivo della banca è finanziare principalmente progetti esterni, e non interni. Questi ultimi, infatti, possono essere sviluppati autonomamente dai singoli Paesi. La Russia, ad esempio, gode a tal fine delle risorse del Fondo nazionale di investimento. “I crediti della Banca per lo sviluppo saranno destinati non tanto ai Paesi Brics, quanto a finanziare progetti infrastrutturali in altri Paesi dell’Africa stessa. Ad esempio, per i Brics è conveniente concedere crediti al Paese africano per finanziare il programma di sviluppo idroelettrico. In questo modo, potranno fornire le loro attrezzature e intervenire addirittura in qualità di realizzatori dei lavori", ha spiegato Ilya Prilepsky, esperto del Gruppo di esperti economici. Nel caso in cui il credito venisse concesso dal Fmi, le attrezzature verrebbero fornite dai Paesi occidentali, che controllerebbero poi anche i lavori.
La creazione di una Banca per lo sviluppo ha anche una connotazione politica perché permette ai Paesi Brics di promuovere i loro interessi all'estero. "Questa è una mossa politica in grado di contribuire al rafforzamento delle posizioni di quei Paesi le cui opinioni spesso non vengono prese in considerazione dalle controparti americane ed europee più sviluppate. Quanto più forte sarà questa alleanza e la sua posizione a livello mondiale, più facile sarà difendere gli interessi dei loro membri”, ha spiegato Natalia Samoilova, direttrice del dipartimento analitico della società di investimenti Golden Hills-Kapital AM. Ciononostante, la creazione di strutture alternative non significa che i Paesi Brics usciranno obbligatoriamente dalla Banca mondiale o dal Fondo monetario internazionale, perlomeno non in un primo momento, ha aggiunto Prilepsky.
Il bacino di riserve valutarie
Oltre a ciò, il bacino di riserve valutarie dei Paesi Brics costituisce un’assicurazione, una fonte di capitale non ordinaria nel caso in cui uno dei Paesi Brics incorra in problemi finanziari e in un deficit di bilancio. In epoca sovietica, ciò era chiamato "cassa di mutuo soccorso", spiega il vice direttore generale della società di consulenza Heads, Nikita Kulikov. Alcuni Paesi del bacino garantiscono per gli altri Paesi del bacino. La necessità di tale protezione è chiaramente visibile nella situazione di quest'anno: le valute dei Paesi in via di sviluppo, tra cui il rublo russo, sono, infatti, in calo.
Così, il bacino di riserve valutarie potrà fornire assistenza nel caso in cui i Paesi partecipanti abbiano problemi con la bilancia dei pagamenti, reintegrando la mancanza di liquidità estera. Tale assistenza potrà essere ottenuta quando vi è una brusca svalutazione indesiderata o un deflusso di capitali a causa di un ammorbidimento della politica monetaria della Federal Reserve degli Stati Uniti, o ci sono problemi interni come la crisi del sistema bancario. Se le banche hanno preso in prestito quantità ingenti di denaro in valuta e non possono pagare, allora il bacino di riserve contribuirà a pagare i prestiti esteri. Tale struttura dovrebbe diventare una valida alternativa al Fmi che tradizionalmente ha sostenuto le economie in situazioni di bilancio critiche.
"La maggior parte delle riserve del fondo sono destinate a fornire sostegno all'euro e alle valute nazionali dei Paesi sviluppati. Se consideriamo che la gestione del Fmi è nelle mani dei Paesi occidentali le speranze di ottenere aiuti dal Fondo monetario internazionale sono in tal caso limitate. Pertanto, il bacino di riserve valutarie non sarà affatto superfluo”, ha spiegato l’ambasciatore per gli affari speciali del Ministero degli esteri della Russia. Il bacino di riserve valutarie aiuterà, inoltre, i Paesi Brics a cooperare senza ricorrere alla mediazione del dollaro, ritiene Natalia Samoilova. Ciò, tuttavia, richiederà del tempo. Per il momento le quote di capitale della Banca per lo sviluppo e del bacino di riserve valutarie dei Paesi Brics verranno completate con il dollaro statunitense. In questo modo si fornirà assistenza anche al sistema monetario degli Stati Uniti. Tuttavia, non è da escludere che, in un futuro piuttosto prossimo (considerate le minacce di sanzioni economiche contro la Russia da parte di Stati Uniti e Ue), il rublo e le altre valute nazionali dei Paesi Brics possano sostituire il dollaro.
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