Una via del gas in Crimea

La capacità del nuovo gasdotto potrebbe raggiungere i 10 miliardi di metri cubi l’anno (Foto: Itar Tass)

La capacità del nuovo gasdotto potrebbe raggiungere i 10 miliardi di metri cubi l’anno (Foto: Itar Tass)

Gazprom è pronta a costruire un gasdotto nella penisola. Il colosso russo sta valutando due opzioni: allungare i tubi da Anapa o da Krasnodar. In ragione di ciò, il costo del progetto potrebbe variare dai 200/300 milioni di dollari al miliardo di dollari

A comunicare la notizia al quotidiano Vedomosti è stato un rappresentante del ministero dell'Energia. La prima opzione prevede la costruzione di 400 km di tubi da Krasnodar a Sebastopoli. La capacità del nuovo gasdotto potrebbe raggiungere i 10 miliardi di metri cubi l’anno, mentre il costo potrebbe arrivare a sfiorare il miliardo di dollari, ha dichiarato il rappresentante del Ministero dell'Energia. Ma c'è anche una variante più economica: ovvero far partire i tubi da Anapa, punto di partenza della sezione offshore del gasdotto “South Stream”. In tal caso la lunghezza dei tubi non supererebbe i 100 km e il costo si manterrebbe sui 200/300 milioni di dollari. Tale ramificazione potrebbe essere realizzata a partire dalla stazione di compressione “Russkaya” (la cui costruzione è affidata alla società Stroygazmontazh, di proprietà di Arkadi Rotenberg) o da quella di "Kazachya” (progetto implementato da Stroytransgas di Gennady Timchenko).

L'ombra delle sanzioni

"La decisione definitiva relativa alla costruzione verrà presa non appena ci sarà anche un progetto ben chiaro”, precisa un funzionario federale altolocato. “In questo momento gli istituti stanno preparando le proposte per garantire un piano ottimale, mentre noi esaminiamo le diverse varianti". "Il gasdotto verrà realizzato", incalza una fonte vicina a Gazprom, che conferma che il governo si starebbe già dedicando allo studio approfondito della questione. "Senza gas in Crimea non sarà possibile avviare una nuova produzione, pertanto le probabilità che il gasdotto venga costruito sono del 90%”, aggiunge il funzionario federale. “Il progetto goderà dell’appoggio politico e pertanto non si scontrerà con alcun tipo di problema”.

"Le varianti possibili sono due: o la Gazprom lancerà una gara d’appalto o il governo si incaricherà di scegliere l’appaltatore, emanando un decreto governativo", dichiara una persona vicina a una delle società appaltatrici di Gazprom. “La seconda opzione non è per il momento contemplata”, dichiara il funzionario federale. "La Gazprom dovrà lanciare una gara d’appalto. E non escludo che avanzerà presto alcune proposte”. Tuttavia, il progetto non verrà realizzato così rapidamente, avverte il direttore della East European Gas Analysis Mikhail Korchemkin. “Ci vorranno perlomeno due anni”, prevede l’esperto. "E un simile lasso di tempo presume, in ogni caso, un ritmo di lavoro sostenuto, se si considerano le esperienze passate di Gazprom, tra cui il gasdotto di Sochi", afferma Korchemkin. Sarà inoltre necessario eseguire numerose procedure: sviluppare il progetto, tracciare il percorso del gasdotto, realizzare un’analisi ambientale e così via, sottolinea Korchemkin.

Verso una guerra del gas?

Ora la questione principale per i ricercatori è cercare di determinare il potenziale dei giacimenti estrattivi della Crimea, dichiara un collaboratore di uno degli istituti di ricerca coinvolti. "Analizziamo innanzitutto i giacimenti e le attività estrattive della Crimea capaci di garantire l’approvvigionamento locale di energia, concentrandoci sulle riserve e sulle opportunità già esistenti”, l’agenzia Interfax riportava così, ieri, le parole del Ministro delle Risorse Naturali, Sergey Donskoy. Stando alle parole di Donskoy, attualmente, sarebbe in corso la fase di raccolta di informazioniSecondo Donskoy, lo sviluppo dei giacimenti sulla piattaforma continentale della Crimea interesserà principalmente alla Gazprom. Secondo il Ministro, rimane da risolvere la questione dei progetti per l’estrazione degli idrocarburi attualmente in vigore, visto che operano mediante accordi di produzione condivisa e non è ancora stata presa una decisione finale in merito a questo tema.

"La questione dell'approvvigionamento di gas alla Crimea richiede una soluzione rapida, così come anche il progetto di costruzione di un gasdotto”, afferma Valery Nesterov, analista di Sberbank CIV. L’esperto è scoraggiato dal fatto che la Crimea, contrariamente a quanto dichiarato in precedenza, non è in grado di provvedere da sola al proprio fabbisogno di gas. Si è deciso di rifornire la penisola di gas a spese di fornitori esterni, ovvero, a spese della Russia. “È difficile valutare il lato economico del progetto. Ma è ovvio che per ora prevale la finalità politica di creare le condizioni necessarie a garantire il normale funzionamento dell'economia all’interno della penisola", ritiene Nesterov. L’autonomia della Crimea, per quanto riguarda la fornitura di gas, è stata apparentemente rimandata a un secondo momento, osserva l’analista. I rappresentanti di Gazprom e di un’altra società russa operante nel settore del gas, la Novatek, non hanno risposto alle domande di Vedomosti.

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