Capitali verso Oriente?

Le società russe Rosneft e Gazprom ancor prima della crisi del 2008 avevano espresso il loro interesse nei confronti della Borsa di Shanghai quale sede per le proprie quotazioni (Foto: AP)

Le società russe Rosneft e Gazprom ancor prima della crisi del 2008 avevano espresso il loro interesse nei confronti della Borsa di Shanghai quale sede per le proprie quotazioni (Foto: AP)

La possibile chiusura dei centri finanziari occidentali per le imprese russe, a causa della crisi in Ucraina, incoraggerà gli investitori a spostarsi verso i mercati asiatici

A causa del peggioramento della situazione in Ucraina, molti operatori finanziari americani sono convinti che gli affari con la Russia non andranno più come prima, nonostante nessuno abbia vietato, formalmente, la possibilità di accettare Ipo di società russe o di fornire loro prestiti. Secondo i banchieri d'investimento, tutto si deve a un aumento dei rischi, ma non a raccomandazioni informali di funzionari americani a non lavorare più con i russi.

L’andamento del mercato azionario russo e il tasso di cambio del rublo hanno dimostrato, la scorsa settimana, che il mercato ha interpretato le dichiarazioni dei politici come un riconoscimento del fatto che la questione non andrà oltre una serie di sanzioni puntuali. Secondo gli analisti, nessuno compirà dei movimenti bruschi né fuggirà dalla Russia. V’è d’aspettarsi, piuttosto, un’uscita graduale legata tanto alla politica quanto a un rallentamento della crescita (o nel peggiore dei casi, a una recessione). Non solo gli americani si sono trovati ad affrontare questo problema. Per Londra i russi sono tra i clienti più attraenti. Per lungo tempo, proprio Londra è stata la principale fonte di capitale nonché la piattaforma preferita dai russi. Ora, però, tutto potrebbe cambiare. Nel 2013, i clienti russi sono stati i principali acquirenti stranieri di immobili nella capitale inglese per prezzi superiori al milione di sterline. In totale, per l’acquisto di proprietà, i russi hanno speso oltre 500 milioni di sterline. L'opinione generale di Wall Street è che nel breve periodo le imprese russe inizieranno a guardare attivamente verso i centri concorrenti. I principali beneficiari potenziali sarebbero Hong Kong e Shanghai.

L’interesse per Hong Kong

Ora come ora Hong Kong ha grandi possibilità di appropriarsi dei clienti russi di Londra e New York. Il fiore all'occhiello rimane Rusal, la più grande produttrice di alluminio del mondo. Nel febbraio 2010, gravata da un debito di 15 miliardi dollari, l’azienda di Oleg Deripaska aveva lanciato una Ipo sulla borsa di Hong Kong ottenendo 2,2 miliardi dollari per il 10% delle sue azioni. Dopo la crisi degli anni 2008-2009 , Hong Kong era così riuscita, per la prima volta, a superare Londra e New York in termini di volumi di capitale raccolti in Ipo. La Borsa e le autorità cittadine erano convinte che un simile andamento avrebbe convinto le imprese russe a considerare più attentamente Hong Kong come centro finanziario alternativo. Tuttavia, dopo la Ipo di Rusal, non si è registrata nessuna transazione importante da parte dei russi. I motivi principali di ciò sono due. In primo luogo, Londra, per le grandi aziende russe, appariva più familiare e vicina. In secondo luogo, gli investitori locali nutrivano uno scetticismo del tutto legittimo nei confronti della Russia. I rischi di lavorare in Russia sono alti e ci sono anche altri mercati.

Negli ultimi tempi, tuttavia, l’interesse per Hong Kong ha iniziato a fare gradualmente ritorno. Al Forum asiatico sulla finanza di gennaio, alla sua settima edizione e organizzato dal Consiglio di Hong Kong per lo sviluppo del commercio, la Russia era rappresentata dal Vice Ministro delle Finanze Alexei Moiseev. L’interesse maggiore è rivolto principalmente alla Borsa di valori di Hong Kong, il cui presidente Charles Lee, in occasione del Forum, ha parlato della volontà della Borsa di diversificare i clienti e di continuare a muoversi verso una piattaforma globale. Si tratta di un desiderio del tutto comprensibile. Dopo la chiusura di una serie di Ipo appartenenti a grandi aziende statali cinesi, che erano state lanciate dopo la crisi del 2008-2009 e che fino al 2011 avevano assicurato alla Borsa di Hong Kong il primo posto per volume di capital raccolti, New York ha riconquistato, nell’ultimo paio di anni, la sua leadership incondizionata. Sulla base del rapporto di E&Y relativo ai piazzamenti globali, nel 2013 il principale centro a livello mondiale è stato New York sia per numero di transazioni che per volume di capitale raccolto. Hong Kong può in ogni caso diventare non solo una piattaforma per il collocamento di azioni e obbligazioni, ma anche una fonte di investimenti diretti. Se prima molti fondi familiari non erano molto desiderosi di lavorare in Asia con la parte russa, ora la situazione potrebbe cambiare.

Il potenziale di Shanghai

Hong Kong ha poi un altro importante concorrente: Shanghai. A differenza di Hong Kong, che possiede, fino al 2047, lo status Regione amministrativa speciale della Repubblica Popolare Cinese (RPC), Shanghai è una città "normale" sotto l'autorità centrale della RPC. A partire dalla fine del 2013, tuttavia, le autorità cinesi hanno creato a Shanghai una zona economica speciale che dovrebbe aiutare a trasformare la città in un centro finanziario globaleLe società statali russe Rosneft e Gazprom ancor prima della crisi del 2008 avevano espresso il loro interesse nei confronti della Borsa di Shanghai quale sede per le proprie quotazioni, nonostante ciò fosse allora giuridicamente impossibile. Ora invece, a seguito della rimozione delle barriere e della trasformazione di Shanghai in un importante centro per la promozione di Ipo e l’attrazione di capitali, risulta del tutto possibile.

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