Gas a buon mercato

Il prezzo medio delle forniture di gas all'Europa è in calo già per il secondo anno consecutivo (Foto: Reuters)

Il prezzo medio delle forniture di gas all'Europa è in calo già per il secondo anno consecutivo (Foto: Reuters)

Gazprom è disposta a ridurre il prezzo delle sue forniture all'estero del 4 per cento per far fronte alla concorrenza straniera. Ecco il giudizio degli analisti su questa decisione

Una piccola correzione. Che può avere un grande impatto. Gazprom, nella stesura del bilancio per il 2014, ha indicato un prezzo medio per le esportazioni di gas verso i paesi esteri non confinanti con la Russia. La cifra sarà di 372 dollari per mille metri cubi, vale a dire 15 dollari in meno rispetto ai prezzi del 2013. Lo ha reso noto il responsabile del dipartimento economico-finanziario della holding russa del gas Andrei Kruglov. 

All'origine della riduzione, una previsione: Gazprom ritiene che il prezzo di un barile di petrolio del marchio Urals nel corso di quest'anno scenderà in media di 4 dollari, raggiungendo i 101 dollari. I contratti a lungo termine di Gazprom per l'export sono vincolati ai prezzi del paniere degli idrocarburi con un lag di nove mesi; pertanto la dinamica dei prezzi del petrolio si riflette in maniera diretta sul costo del gas. E si tratta di una tendenza: il prezzo medio delle forniture all'Europa è in calo già per il secondo anno consecutivo. Nel 2013 il prezzo si è ridotto del 5,5 per cento, scendendo a 380 dollari per mille metri cubi, come è stato reso noto da Gazprom.

Gli sconti portano buoni frutti

D'altronde, gli esperti ritengono che il motivo principale per cui verrà concesso questo sconto non è il prezzo del petrolio, bensì il divario tra i prezzi dei contratti a lungo termine e quelli del mercato spot. "Il prezzo effettivo per le forniture all'estero nel 2014 dipenderà dalla congiuntura dei prezzi sul mercato del petrolio in Europa", spiega Vladislav Metnev, che gestisce i portafogli titoli di Concern General Invest. "Negli anni scorsi si è osservato un notevole divario tra i prezzi del mercato spot e quelli dei contratti a lungo termine, legati al petrolio; e ciò non riguarda solo la Gazprom. Ad esempio, nel 2012 i prezzi degli ordini spot erano in media del 20 per cento più bassi rispetto al prezzo stimato pubblicato per le forniture di gas russo alla Germania", osserva l'esperto senior dell'Istituto di energia e finanza Sergei Agibalov. Eppure, già nel 2013, dopo la concessione di sconti agli acquirenti europei, il divario si è ridotto al 7 per cento, aggiunge l'esperto. È logico aspettarsi che nel 2014 la sproporzione si ridurrà ulteriormente.

Il gas russo in Europa
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Queste misure, d'altro canto, consentono a Gazprom di incrementare i volumi delle sue forniture di gas all'Europa. Se nel 2012 Gazprom ha ridotto le forniture di gas all'Europa del 7,5 per cento, scendendo a 138,8 miliardi di metri cubi, già nel 2013, grazie agli sconti accordati, la compagnia ha aumentato le forniture di gas all'Europa Occidentale e Centrale portandole a 161,5 miliardi di metri cubi. Anche quest'anno gli esperti si aspettano una crescita delle esportazioni di gas russo verso l'Europa. Metnev prevede una crescita moderata, del 3 per cento rispetto al 2013, che permetterà di compensare almeno in parte l'attesa riduzione dei prezzi del gas. L'analista senior della società "Alpari" Anna Bodrova è più ottimista: nel 2014 Gazprom potrebbe incrementare le sue forniture all'Europa di 10-15 punti percentuali. "La posizione di Gazprom è assolutamente corretta. Per vendere, bisogna abbassare il prezzo", dichiara al giornale "Vzgljad" l'analista di IFC markets Dmitri Lukashov.

I fattori esterni

Gli esperti individuano tre fattori per via dei quali la domanda di gas naturale dalla Russia da parte dell'Unione Europea negli ultimi anni si è andata riducendo. "In primo luogo, l'Unione Europea sta attuando con coerenza un programma volto ad aumentare nel proprio bilancio energetico la percentuale di energia da fonti rinnovabili. Entro il 2020 questa quota dovrà raggiungere il 20 per cento, mentre attualmente è del 14 per cento. Tutto ciò si sta svolgendo nel quadro di un rapido sviluppo delle misure volte ad aumentare l'efficienza e il risparmio energetici", spiega Lukashov. In secondo luogo, l'economia dell'eurozona si trova in una fase di recessione ormai da quasi due anni: il PIL nel terzo trimestre del 2013 è calato dello 0,4 per cento. E, osserva l'economista, in concomitanza con il calo della domanda si osserva un aumento dell'offerta di gas liquefatto da parte di Qatar e Nigeria.

"Per ora Gazprom riesce ancora a destreggiarsi tra gli sconti sul gas all'Europa, il rafforzamento della concorrenza estera e l'aumento delle forniture", afferma la Bodrova. "Ma in seguito la situazione diventerà più complessa: appena arriverà sul mercato lo shale gas in quantità sufficienti e a un prezzo interessante, il monopolista russo dovrà rivedere le proprie offerte, per renderle veramente interessanti per i consumatori": è questa l'opinione dell'esperta. Eppure, Dmitri Lukashov ritiene che Gazprom non ridurrà ulteriormente il prezzo del gas. "Tutte le concessioni che potevano essere fatte ai consumatori europei sono state fatte. Il costo del gas viene calcolato in base ai prezzi mondiali del petrolio, che per il momento restano stabili", spiega Lukashov.

Per ora, Gazprom riesce a compensare gli sconti concessi all'Europa grazie all'aumento delle forniture ad essa indirizzate e grazie al mercato interno russo, fonte di introiti sempre crescenti. D'altronde, Gazprom ha ancora un asso nella manica: è risaputo che il monopolista russo già da alcuni anni è in trattativa per avviare una fornitura di gas alla Cina, al fine di diversificare le proprie esportazioni. Gazprom ha intenzione di fornire alla Cina 38 miliardi di metri cubi di gas, con la possibilità di aumentare questo volume fino a 60 miliardi di metri cubi a partire dal 2018.

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