Con l'Italia per rilanciare l'Europa

Enrico Letta e Vladimir Putin al vertice di Trieste (Foto: www.flickr.com)

Enrico Letta e Vladimir Putin al vertice di Trieste (Foto: www.flickr.com)

Le nuove prospettive aperte dal Vertice di Trieste. Dagli accordi economici all'impegno per i diritti umani. La Federazione verso il 2014, l'anno della svolta

"Gli accordi ci sono, adesso bisogna darsi da fare, sia voi italiani che noi russi”, commentava il 26 novembre un funzionario della delegazione al seguito del Presidente Vladimir Putin, tornato in Italia dopo tre anni senza incontri al vertice. E al summit di Trieste sono stati firmati 21 accordi bilaterali e 7 intese intergovernative, compreso un memorandum per una piattaforma di investimenti da un miliardo di euro. Putin vedeva il presidente del Consiglio Enrico Letta per la seconda volta in tre mesi. E, il giorno prima, il ministro degli Esteri Sergei Lavrov si fermava più di un’ora a parlare al Media Forum organizzato dalla Farnesina, dopo un lungo colloquio con il capo della diplomazia italiana, Emma Bonino.

Il 2013 tra Italia e Russia si chiude così: economia al centro, politica estera tra Siria, Iran e la sponda meridionale del Mediterraneo in cerca di nuovi equilibri. E lo sguardo volto al 2014, che sarà dedicato al turismo nei rapporti tra i due Paesi e vedrà il governo italiano alla guida dell’Ue nel secondo semestre. Mosca conta molto sulla regia italiana dell’Europa. Letta ha già promesso “impegno per sburocratizzare il regime dei visti per i cittadini russi verso l’Ue” e impegno “per rinforzare il partenariato Ue-Russia”, rapporto non proprio facile negli ultimi anni, ora ulteriormente complicato dalla crisi ucraina e da nuove dispute sul fronte energetico.

Con tutte queste partite aperte, il filo conduttore italiano è pragmatico, sul modello della Germania, che con Mosca parla, a volte bisticcia, poi firma i contratti, con Angela Merkel si spende in prima persona per rafforzare la presenza imprenditoriale tedesca nella terra di Putin. La Russia lo sa, questa è la sua carta vincente nell’Europa che pare finalmente risollevarsi dalla crisi, terribile, degli ultimi anni. Il discorso vale anche di più per l’Italia che tarda a ripartire. La Federazione sa pure che dagli scambi con l’Ue dipende in buona parte l’esito di una sua fase economica incerta: crescita in rallentamento, investimenti in stallo, riforme che tardano .

Se sul piano interno le preoccupazioni a Mosca non mancano, tuttavia su quello internazionale la Russia vive una fase di ritrovata centralità, con il grande successo nella partita siriana, fermata a un passo dall’intervento militare occidentale grazie all’iniziativa sulle armi chimiche. Anche questo è un terreno su cui l’Italia può fare molto nel 2014, e non solo come guida dell'Unione Europea. Con ogni probabilità, il desiderio della Federazione è che l’Europa possa ricominciare a guardare verso Est con occhi meno sospettosi. Cosciente che c’è molto da criticare, ma anche molto da costruire con il grande vicino di casa.

L'articolo è stato pubblicato sulla versione cartacea di Russia Oggi del 19 dicembre 2013

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