Elvira Nabiullina, governatore della Banca Centrale russa, ex ministro per lo Sviluppo economico dal 2007 al 2012 e consigliere del Presidente (Foto: Itar-Tass)
Il congresso di fine anno negli Stati Uniti deve votare la candidatura di Janet Yellen, proposta dal presidente Obama per il posto di dirigente della Federal Reserve. Nel caso sia approvata dal Congresso la sessantasettenne Yellen diventerà la prima donna a governare la Fed nei suoi cento anni di attività.
Anche in Russia, dalla fine di giugno 2013, c’è una donna a capo del sistema bancario nazionale: Elvira Nabiullina, ex ministro dello Sviluppo economico del governo di Putin e assistente del Presidente per le questioni economiche. A quasi 50 anni, la Nabiullina ha preso il posto del direttore della Banca Centrale Sergei Ignatev, in servizio dal 2002, dopo che era terminato il suo terzo mandato, l’ultimo possibile secondo la legge.
Molti esperti danno atto dell’eccellente preparazione teorica e della consolidata esperienza dirigenziale della Nabiullina, aggiungendo comunque che il periodo in cui le tocca presiedere la Banca Centrale è molto delicato per l’economia russa. Secondo le previsioni della Banca Mondiale, la crescita del Pil russo passerà dal 3,4 per cento del 2012 all'1,8 del 2013.
“Sia il governo sia la Banca Centrale comprendono che occorre una nuova qualità di crescita economica, - ha dichiarato la Nabiullina nell’ultima intervista rilasciata al canale televisivo Russia 24. - Questa crescita dovrà fondarsi sull’aumento del rendimento economica, della produttività del lavoro, della diversificazione dell’economia. È a questo che mira anche la politica monetaria e creditizia della Banca Centrale”.
Gli esperti osservano che la differenza principale tra la strategia della Nabiullina e quella di Ignatev sta nei metodi di politica monetaria. “Lo strumento più importante nelle mani di Ignatev era la valuta, l’aumento e la diminuzione della massa monetaria di valuta nazionale ed estera nell’economia del Paese, - sostiene Daniil Markelov, dell’agenzia Investcafé. - Il nuovo capo della Banca Centrale, invece, ha già fatto leva sul lavoro con i tassi sulle operazioni di rifinanziamento”.
Una delle priorità fondamentali della Nabiullina è la lotta all’inflazione che, secondo i dati dell’agenzia di statistica Rosstat, nel 2012 ammontava al 6,6 per cento. “Ci aspettiamo che l’inflazione scenda alla fine del 2013 al 6 per cento ed è più che probabile che nel corso del 2014 perda ancora un punto percentuale”, ha dichiarato l’ex ministro dopo che Vladimir Putin si era prefissato obiettivi analoghi nell’intervento al Forum degli investimenti Russia Calling (“La Russia chiama”) all’inizio di ottobre 2013.
Per la lotta all’inflazione la Banca Centrale ha intenzione di passare a una politica di targettizazione. “La Banca Centrale ha la possibilità di fare in modo che l’inflazione scenda, fissando il livello dei tassi percentuali”, ha affermato la Nabiullina.
La politica della Banca Centrale in questo campo, però, è soltanto uno degli elementi per la risoluzione della questione. “Nel nostro Paese l’inflazione dipende in gran misura da fattori di carattere non monetario, quali l’indicizzazione delle tariffe dei monopoli naturali, che si trovano sotto l’egida del Ministero dell’Economia e dello Sviluppo, l’aumento specifico dello stipendio che in Russia anticipa la crescita della produttività del lavoro, - spiega Valerij Mironov, vicedirettore del Centro dello sviluppo dell’Alta Scuola Economica. - Solo metà del valore di inflazione è dovuto al fattore monetario”.
Oltre che sull’abbassamento dell’inflazione, la Banca Centrale potrebbe influire anche sulla stimolazione della crescita economica. Secondo la Nabiullina gli investimenti su termini relativamente lunghi di recupero devono diventare uno stimolo per la crescita, aumentando la produttività del lavoro e la concorrenzialità dell’economia. Nel 2012 l’afflusso di investimenti stranieri diretti è passato da 55 miliardi di dollari a 51 miliardi.
Gli esperti rilevano che il miglioramento del clima per gli investimenti dipende in primo luogo dalla qualità degli istituti, dalla fiducia negli organi governativi, dal potere attrattivo del Paese dal punto di vista della trasparenza legislativa e delle regole del gioco. “In questo senso siamo in basso in classifica, anche se secondo gli indici di macroeconomia ci troviamo al 29mo posto, cioè più in alto di tutti i Paesi del G8, - afferma Valerij Mironov. - Se con gli sforzi della Nabiullina saliremo al 22mo posto nella classifica di macroeconomia, ma rimarremo al 122mo su 148 per fiducia nella polizia, il clima per gli investimenti non migliorerà lo stesso”.
Un'altra linea fondamentale di lavoro della Nabiullina è l’incremento della fiducia nei confronti del sistema bancario russo. Daniil Markelov di “Investcafè” si aspetta che, a differenza di Sergej Ignatev, che aveva aumentato il numero di banche statali sul mercato, la Nabiullina migliori la qualità dei portafogli crediti e la situazione delle banche private.
Secondo quanto riferito dalla stessa Nabiullina, la Banca Centrale ha evidenziato due categorie di banche problematiche sulle quali sta ora concentrando i suoi sforzi: si tratta di banche che gestiscono operazioni di dubbia natura per la conversione e il trasferimento di denaro all’estero oppure di banche non sufficientemente solide che investono capitali di cittadini e persone giuridiche in progetti ad alto rischio. Alle prime la BC vuole revocare la licenza, mentre ai proprietari delle seconde verrà suggerito di realizzare programmi di risanamento finanziario nel corso di sei mesi o, nei casi più difficili, di un anno.
Vincere l’austerità aumentando la spesa
A partire da settembre 2013 la Banca Centrale è diventata un cosiddetto “megaregolatore”: in aggiunta al controllo del settore bancario, su iniziativa di Vladimir Putin, gli sono stati trasferiti i poteri di controllo nella sfera dei mercati finanziari, prima delegati al Servizio federale dei mercati finanziari.
“L’efficacia dell’azione di Elvira Nabiullina si misurerà dalla capacità di migliorare sia la regolamentazione del mercato finanziario sia le condizioni per le aziende russe nel mercato interno in relazione alle zone offshore e dalla riuscita o meno di un’opera di modernizzazione della legislazione finanziaria, almeno rispettando i punti contenuti nel progetto di creazione di centri finanziari internazionali, uno dei quali riguarda la deoffshorizzazione della nostra economia”, conclude Valerij Mironov dell’Alta Scuola Economica.
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