L'impianto galleggiante nucleare può essere utilizzato per generare energia elettrica e calore e anche per dissalare l'acqua di mare (Foto: Itar-Tass)
Obiettivo principale della Conferenza generale dell’Aiea (Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica) di metà settembre 2013 c'è la messa in atto dei piani di sviluppo dell’energia atomica nel mondo. “Ci aspettiamo che si possa contribuire a concretizzare i piani di avanzamento delle nuove tecnologie nell’ambito della produzione di energia nucleare e della sicurezza degli impianti nucleari”, ha dichiarato Vladimir Voronkov, rappresentante permanente della Russia nelle organizzazioni internazionali di Vienna. In particolare si sta parlando delle tecnologie nucleari in ambiente marino, un tema cruciale nelle ricerche russe per l’impiego delle fonti energetiche nucleari.
La prima nave a propulsione nucleare, la rompighiaccio “Lenin”, venne costruita nel 1957. Rispetto alle normali imbarcazioni presentava moltissimi vantaggi e nel 1971 divenne la prima nave di superficie nella storia che riuscì a passare più a Nord della Novaja Zemlja (arcipelago russo facente parte dell’oblast di Arkhangelsk). Oggi la flotta russa, con le sue nove rompighiaccio a propulsione nucleare, è la più potente al mondo. Le rompighiaccio atomiche hanno trasformato il Passaggio a Nord-Est in un’arteria di trasporto ben sviluppata, garantendo per tutto l’anno la navigazione nel settore occidentale dell’Artico
L’idea di utilizzare l’energia nucleare sull’acqua ha iniziato a farsi strada a metà degli anni Cinquanta del secolo scorso. Nel 1962 in America era stata mandata in mare la prima imbarcazione civile per trasporto misto, la “Savanna”, costruita secondo un programma speciale del presidente Eisenhower. Nonostante ciò tutti i primi tentativi americani, tedeschi e giapponesi in questo senso non hanno avuto alcun successo.
Altra storia invece per quanto riguarda l’Urss, dove si riuscì in breve tempo a trovare e occupare una nicchia con le navi civili a propulsione nucleare, ricevendo da questi progetti consistenti guadagni. Inoltre l’applicazione pratica nella flotta civile del principio di massima concentrazione energetica non è forse il banco di prova ideale per la messa a punto della tecnologia per installare i motori nucleari sui sottomarini e sulle navi di superficie?
La possibilità di una lunga navigazione in autonomia ha suggerito anche la regione in cui utilizzare tali imbarcazioni, vale a dire l’Artico. Nelle distese polari infatti i vantaggi degli impianti nucleari sono più visibili che altrove: la specificità della flotta rompighiaccio è legata a un regime costante di massima potenza. Le rompighiaccio lavorano per lungo tempo lontane dai porti, poiché la deviazione dalla rotta per il rifornimento di carburante può portare a seri guasti.
L’energetica nucleare russa tuttavia non si limita soltanto alla flotta delle rompighiaccio atomiche. Se oggi la questione delle fonti energetiche rinnovabili come strumento di lotta alla crisi energetica è ancora lontana da una risoluzione industriale efficace, si potrebbe nondimeno superare il problema impiegando il potenziale nucleare.
Una delle alternative più promettenti sono le centrali nucleari galleggianti che la Russia, per prima al mondo, ha deciso di costruire. Negli altri Paesi l’idea è stata vagliata a lungo, ma si è deciso di rinunciare al progetto, principalmente a causa dell’opposizione degli ambientalisti.
L’“Akademik Lomonosov”, la prima centrale nucleare galleggiante, che deve dare il via a un’intensa esportazione di energia, è stata attivata nel 2009. Come ha dichiarato a tal proposito Sergei Kirienko, direttore del colosso statale russo Rosatom, “ci sono già potenziali compratori esteri, ma vogliono vedere come sarà realizzato il progetto pilota”.
La centrale nucleare galleggiante è costituita da un’imbarcazione non semovente con due complessi di reattori. Può venire utilizzata per ricevere energia elettrica e termica e per la desalinizzazione dell’acqua. Il periodo di utilizzo è di almeno 36 anni, con cicli di 12 anni ciascuno, in mezzo ai quali è indispensabile effettuare il rifornimento del carburante dei reattori. Il numero complessivo dell’equipaggio, incluse le unità di ricambio e di riserva, ammonta a circa 140 persone.
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Secondo le stime, la costruzione e lo sfruttamento di tali centrali è di gran lunga più vantaggioso di quanto si può fare con quelle a terra e questo garantirà un’alta domanda. Oltre a servire da esportatore, l’impianto energetico galleggiante diventerà anche una potente fonte di elettricità, calore e acqua minerale per le regioni più lontane del Paese.
La sicurezza rappresenta comunque l’ingrediente essenziale per il successo degli impianti nucleari. Tenendo conto che il progetto si fonda sull’enorme esperienza di utilizzo delle rompighiaccio, il livello di sicurezza è molto alto. Secondo il parere degli esperti le centrali di questo tipo sono al giorno d’oggi le più affidabili al mondo.
In definitiva le centrali galleggianti potrebbero diventare un progetto nazionale unico al mondo: in caso di successo la Russia rimarrà in futuro la fornitrice di energia più importante del pianeta.
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