Il summit del G20 si è tenuto a San Pietroburgo sotto la presidenza della Russia il 5 e il 6 settembre 2013 (Foto: Ufficio Stampa)
La Russia, presidente del summit del G20 che si è tenuto a San Pietroburgo il 5 e 6 settembre 2013, nelle discussioni sull'architettura finanziaria internazionale ha proposto di esaminare una serie di questioni legate alla gestione del debito nazionale.
Uno degli obiettivi che essa si è posta in questo senso è la revisione dei principi guida per la gestione del debito pubblico elaborati dalla Banca Mondiale e dal Fondo Monetario Internazionale.
In particolare, nel corso delle discussioni, è stata avanzata la proposta di considerare come parte del debito statale anche le cosiddette obbligazioni accessorie, legate tra l'altro all'erogazione delle pensioni. I primi risultati di questo lavoro saranno presentati a ottobre 2013, mentre l'approvazione di un documento definitivo è prevista per febbraio-marzo 2014.
Un'altra direzione in cui la Russia intende muoversi è l'elaborazione di strategie per la progressiva riduzione degli incentivi statali all'economia. I partecipanti al G20 hanno presentato dei programmi a medio termine, volti a permettere una progressiva stabilizzazione e un miglioramento degli indicatori del deficit di bilancio statale e del volume del debito pubblico, miglioramento che è inscindibile dalla necessità di considerare l'influenza nefasta che un eccessivo consolidamento fiscale può esercitare sulla crescita economica.
Come ha riferito il Presidente della Federazione Russa Vladimir Putin, i partecipanti al G20 dopo una serie di accesi dibattiti, sono giunti alla conclusione che sulla questione è necessario raggiungere un equilibrio ottimale.
Come dimostra la situazione dei Paesi dell'eurozona, un effetto collaterale dei programmi troppo ambiziosi di tagli alla spesa statale è stato un aggravarsi della recessione. D'altra parte, un completo lassismo riguardo all'obiettivo di ridurre i deficit di bilancio può far crollare la fiducia dei mercati e rimandare, per effetto dell'aumento del costo dei crediti, la svolta verso una tendenza di crescita economica più stabile. Per questo è necessario attenersi nei singoli casi a strategie individuali che cerchino di bilanciare i due interessi che si escludono a vicenda.
Inoltre, come ha sottolineato il Presidente Putin, limitarsi a ripristinare la solidità delle finanze statali è chiaramente insufficiente per tornare a dei ritmi di crescita elevati. Per questo la Russia ha proposto all'esame del G20 un piano di azione pietroburghese per favorire la crescita dell'economia e la creazione di nuovi posti di lavoro.
Il piano si basa su strategie di bilancio e sull'impegno dei Paesi a condurre riforme strutturali che permettano il successo di iniziative volte a regolare il mercato del lavoro e l'imposizione fiscale, sviluppare il capitale umano, modernizzare le infrastrutture e regolare i mercati.
Anche la Russia ha presentato nella cornice del summit del G20 la propria strategia fiscale, basata sui parametri del deficit e del debito statale adottati per il bilancio degli anni 2013-2015. Secondo quanto dichiarato dal ministro delle Finanze della Federazione Russa Anton Siluanov, il piano prevede misure per stimolare la crescita degli investimenti: si punta ad assicurare un livello di investimenti pari al 25 per cento del Pil entro il 2015 e del 27 per cento del Pil entro il 2018.
Paragonare la Russia ad altri Paesi, anche a quelli del blocco Brics come India, Brasile e Sud Africa sulla base dei parametri finanziari, non sembra corretto. La Russia tra i membri del club dei Venti appare avvantaggiata, in quanto principale fornitrice di energia del mercato mondiale, cosa che le permette di mantenere un buon rapporto tra il debito statale e il Pil e un saldo positivo nella bilancia dei pagamenti.
È ancora presto per tirare le somme delle misure sui tagli di bilancio adottate in Russia: le nuove regole sono entrate in vigore solo nel 2013 e il rallentamento della crescita economica, sebbene sia in parte legato alla riduzione della spesa statale, è determinato prevalentemente da altri fattori.
Pavel Vasiliadi è direttore del Dipartimento di analisi e risk-management della compagnia Ufs Investment
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