La Russia si fuma un toscano

Il prodotto Made in Italy da giugno 2013 cerca di conquistare quei 600.000 fumatori di sigari nella Federazione che nel 90 per cento dei casi sceglie un cubano

Se il sigaro toscano in Italia ha pochi estimatori (secondo una recente ricerca Nomisma solo lo 0,6 dei fumatori italici, 290.000), è all'estero che registra le migliori prestazioni. Nel mercato russo, per esempio, dov'è sbarcato solo di recente, tra maggio e giugno 2013.

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In un Paese di grandi fumatori (le statistiche registrano che in Russia fuma un terzo della popolazione adulta, e un cittadino su cinque consuma almeno un pacchetto di sigarette al giorno, complice anche il basso costo rispetto alla media europea) e dove il recente divieto di fumo esteso ai locali pubblici fa fatica a decollare, è piuttosto facile prevedere il successo di quello che è ritenuto un prodotto di nicchia in patria ma che ben rappresenta il Made in Italy all'estero.

In particolare, in Russia, poi, Paese che al culmine della sua economia, sta diventando una delle mete più ambite per il mercato globale del tabacco di lusso. Il 70 per cento dei sigari venduti in Russia è cubano; il resto proviene da Repubblica Dominicana, Nicaragua, Honduras, Brasile e Messico.

Nel Paese ci sono circa 600.000 fumatori di sigaro, la maggior parte dei quali è di sesso maschile e ha tra i 30 e i 65 anni. Cohiba è, come è facile pensare, il marchio più venduto. Ci sarà, dunque, un bel daffare per il sigaro toscano. 

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