Scende in Russia il numero di iscritti ai centri per l'impiego (Foto: Itar-Tass)
Dopo aver trascorso un paio di giorni a Mosca e aver esaurito le domande sull’acqua del rubinetto, la situazione politica e la profondità della metropolitana, il turista europeo inizia a interrogarsi sul tasso di disoccupazione.
È normale. In Francia, ad esempio, il 67 per cento degli intervistati dall’Ifop (l’Istituto francese di opinione pubblica) dichiara di aver discusso questo argomento durante il mese di marzo 2013. Questo, quando in Francia la disoccupazione colpisce il 10,8 per cento della popolazione attiva. In Spagna la situazione è peggiore: i disoccupati sono il 26,3 per cento della popolazione, di questi il 58,4 oer cento sono giovani con meno di 25 anni.
In Russia, invece, la situazione è tutta l’opposto. Secondo un comunicato del Ministero del Lavoro del 5 aprile 2013, il numero di iscritti ai centri per l’impiego è diminuito, a marzo, dell’1,75 per cento, il che rappresenta una riduzione pari a 19.400 persone.
In totale, sono registrati come disoccupati un milione e centomila russi, cifra che è cinque volte inferiore a quella della Spagna. Il numero totale di persone senza impiego in Russia è pari a quattro milioni trecentomila, il 4,8 per cento della popolazione attiva, secondo l’agenzia di statistiche Rosstat.
Indicatori positivi
“La Russia è già uscita dalla crisi, sia in termini di crescita che di mercato del lavoro”, sottolinea Olga Kulaeva, specialista in tematiche dell’occupazione presso l’Organizzazione Internazionale del Lavoro (Ilo) di Mosca.
“Il tasso di disoccupazione aveva raggiunto il picco nel febbraio del 2009, colpendo il 9,4 per cento della popolazione attiva, vale a dire sette milioni e centomila persone. A marzo del 2012, era già sceso al 6,5 per cento, tornando ai livelli pre-crisi”, ricorda la specialista.
Le offerte di lavoro sono in aumento. Il portale Superjob.ru afferma che a marzo del 2013 sono aumentate del 2,2 per cento. Le figure più richieste? Venditori (23,2 per cento dei posti vacanti), operai nel settore dell’industria energetica (8,6 per cento) o nel settore delle costruzioni (6,6 per cento). Tuttavia, i servizi di assistenza alle persone (assistenza domiciliare, assistenza domestica, ecc.) hanno registrato un forte calo (-24 per cento a marzo 2013).
I russi, poco angustiati
E che cosa ne pensano i diretti interessati? Yulia, di 29 anni, ritiene che la disoccupazione non sia un problema reale a Mosca. “Ho lasciato il mio posto di assistente di produzione per una rete televisiva e non ho avuto nessun problema a trovarne subito un altro”, confessa la giovane. Un mese dopo le sue dimissioni, è stata infatti assunta come project manager in una galleria d’arte.
Roman, di 42 anni, ha lavorato in tre banche diverse negli ultimi due anni, nel dipartimento di servizi finanziari. “Delle persone che conosco, nessuna è rimasta senza lavoro per più di tre mesi”, afferma.
Questa è l’atmosfera generale che viene confermata anche dai risultati di un sondaggio condotto dal Centro di ricerca sull’opinione pubblica di Mosca (il VTsIOM). Nel dicembre del 2012, il 58 per cento degli intervistati aveva affermato che nessuno dei loro conoscenti aveva perso il lavoro nei due/tre mesi precedenti. A marzo del 2013, il 67 per cento degli intervistati ha dichiarato lo stesso.
Va inoltre osservato che nell’aprile del 2011, il 51 per cento degli intervistati aveva asserito di aver parlato di disoccupazione, contro solo il 36 per cento del mese scorso.
Disuguaglianze e mercato nero
Tuttavia, non è tutto rose e fiori. Dietro a questo basso tasso di disoccupazione si nascondono disparità geografiche e un mercato nero che ha raggiunto proporzioni allarmanti. Alcune regioni si sono infatti sganciate dalla locomotiva di Mosca. Nel Caucaso del Nord, e più concretamente in Cecenia, la disoccupazione si aggira tra il 14,9 e il 32,3 per cento”, avverte Olga Kulaeva.
Nonostante il tasso di occupazione sia all’apparenza soddisfacente, la realtà potrebbe essere molto diversa. “In Russia, la metà della popolazione attiva lavora e guadagna in nero”, si lamentava il vice primo ministro Olga Golodets il 3 aprile 2013, in una conferenza presso la Scuola Superiore di Economia.
Secondo il vice primo ministro, 86 milioni di persone starebbero lavorando al momento in Russia, ma solo 48 milioni lo farebbero in maniera legale. “Ciò si spiega con il fatto che in molte regioni del Paese è difficile trovare un lavoro conveniente che sia in regola”, precisa Olga Kulaeva.
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