Dmitri Repin, ceo della società Digital October, che si occupa di promuovere le start up russe (Foto: Itar-Tass)
Intervista a Dmitri Repin, presidente di Digital October, il forum che permette l'incontro tra start up e investitori.
Che cosa è Digital October e in che modo aiuta le start up russe?
Sin dalla sua fondazione avvenuta
due anni fa, Digital October è diventata de facto il baricentro dell’ecosistema
delle start up russe. La nostra sede, situata nell’ex fabbrica di cioccolato Krasny Oktyabr, è un posto per imprenditori tecnologici dalla mentalità globale,
un posto dove grandi contenuti incontrano grandi persone. Ospitiamo conferenze
internazionali dedicate alle nuove tecnologie e all’imprenditoria,
presentiamo nuovi prodotti tecnologici,
teniamo una trasmissione settimanale su Business FM, un’emittente radio di
Mosca. Il nostro fiore all’occhiello è il TechCrunch Moscow, che abbiamo
organizzato a dicembre 2012. Il prossimo grande evento sarà Demo Europe a giugno 2013. Noi
analizziamo le start up per assicurarci che non si facciano compromessi su
qualità e contenuti e facciamo in modo
che diventino il meglio del meglio secondo gli standard internazionali. Stiamo cercando
di creare una meritocrazia nella comunità tecnologica. Le start up dovrebbe
essere sostenute da investitori stranieri, e noi ci adoperiamo per far
incontrare imprenditori e investitori e per trovare soggetti disposti a fornire
capitale di rischio. Spesso questi stessi investitori stranieri diventano poi i
nostri migliori promotori nel mondo.
A che cosa dovrebbero fare attenzione gli investitori stranieri quando
scelgono una start up russa nella quale investire?
Parecchi anni fa gli investitori
stranieri correvano molti più rischi, ma
le aziende tradizionali, come la produzione di acqua potabile o le lavanderie a
secco, erano redditizie perché il mercato era aperto. Adesso si corrono meno
rischi, ma le occasioni di investimento più semplice si sono esaurite. Ci si
imbatte in ostacoli diversi da quelli che si incontrano in un Paese come gli Stati Uniti. Non esiste un unico settore specifico sicuro sul quale
dovrebbero concentrarsi gli investitori. È meglio valutare caso per caso. Per
esempio, la Russia è diventata oggi il mercato numero uno in Europa di
e-commerce, più importante di quello tedesco. L’e-commerce rappresenta un’area in forte espansione, ma consegnare i
prodotti comprati online costituisce ancora una bella sfida. Se esaminiamo quali
sono le principali aziende di e-commerce che operano in Russia è interessante
scoprire che tutte hanno investitori statunitensi alle spalle. In sostanza, esistono due tipologie di aziende nelle quali
investire: le aziende efficienti che soddisfano le esigenze del mercato locale
facendo qualcosa di diverso e le buone
aziende che servono il mercato globale. Le start up russe si sono comportate
egregiamente nel settore delle scommesse online, per esempio, e lo dimostrano
storie di successo come quella di Zeptolab (produttore del gioco “Cut the Rope”, Taglia la corda).
In tema di start up tecnologiche, quali vantaggi competitivi offre la
Russia?
La Russia ha ancora l’incredibile vitalità
intellettuale dei suoi ingegneri elettronici. In un mondo sempre più delocalizzato,
la Russia supera ancora India e Cina in fatto di siti Web che offrono servizi
finanziari e viaggi, perché per farli funzionare in modo efficace sono
necessari complessi algoritmi matematici, e gli esperti russi sono molto abili
in ciò.
Quali sono i problemi principali con i quali si scontrano le start up
russe?
Devono affrontare i medesimi
problemi con i quali si scontrano le aziende russe in generale: un’inadeguata
applicazione delle leggi e un clima giuridico non uniforme. Spesso sono
sovraccariche di trafile burocratiche. E di frequente le start up hanno anche necessità di strutturare i loro finanziamenti
fuori dalla giurisdizione russa. Un altro ostacolo è rappresentato dal fatto
che da queste parti le grandi start up di servizio B2B in molti casi non
rispondono granché bene alle innovazioni. E perfino trovare un buon product
manager può essere molto difficile.
C’è una fuga di cervelli a senso unico dalla Russia?
Dal punto di vista tecnologico sì: la
fuga di cervelli è solo in uscita. Ma dal punto di vista del management
registriamo un trend opposto e sempre più manager tornano a casa. Io ne sono un
esempio: ho lavorato a Boston per otto anni come ricercatore senior all’Mit.
Poi sono rientrato in Russia, ho insegnato a Skolkovo e infine sono entrato in
Digital October.
È importante che Digital October abbia una sede così trendy?
Sì, Krasny Oktyabr è una sede
affascinante, davvero trendy. A conferirle questa immagine è anche l’Istituto
Strelka di Media, Architettura e Design
che si trova proprio accanto a noi. Noi geek, fanatici della tecnologia, siamo
spesso un po’ tediosi, ma se a quello che facciamo si aggiungono design, arte e
business, allora l’atmosfera migliora e diventa
frizzante.
L'intervista è stata pubblicata sull'edizione cartacea di "Russia Oggi" del 28 febbraio 2013
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