L'Italia si appresta a vivere un altro anno di recessione, mentre la Russia stima una crescita vicina al 3,5 per cento nel 2013 grazie alla domanda interna (Foto: PhotoXPress)
La crescita economica in Russia dovrebbe rimanere stabile, intorno al 3,5 per cento, anche per il 2013. È uno dei dati più significativi emersi dall’Outlook 2013 sull’Europa orientale di East Capital, società di gestione indipendente specializzata nei mercati dei Paesi Est europei e della Cina.
Lo studio evidenzia come, in un quadro di ripresa generale, anche se blanda, le economie emergenti cresceranno meglio di quelle sviluppate, che saranno ancora alle prese con provvedimenti di austerity. Nell’area dell’Europa orientale, la Russia e i Paesi Csi resteranno i più forti dal punto di vista macroeconomico, perché meno legati all’economia del Vecchio Continente: d’altra parte, però, questi stati sono più soggetti alle fluttuazioni dei prezzi delle materie prime e, nel caso di alcuni di loro, alla debolezza politico-istituzionale.
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A sostenere la crescita in Russia, secondo il report a cura di Marcus Svedberg, capo economista di East Capital, anche nel 2013 sarà la domanda interna: i consumi nel Paese continuano infatti a crescere a ritmo sostenuto e nuovi investimenti sono in vista, per grandi eventi sportivi come le Olimpiadi invernali di Sochi nel 2014 e i Mondiali di calcio del 2018.
Lo stato dei conti pubblici, notano gli analisti, è eccellente e l’inflazione resta vicina ai minimi storici. Qualche problema al bilancio potrebbe arrivare da una contrazione dei prezzi delle materie prime e del petrolio, beni su cui si fondano le esportazioni russe.
Sul fronte dei mercati azionari, secondo East Capital la Russia nel 2013 potrà riservare sorprese positive agli investitori. Nella sua analisi, il partner della società di gestione Aivaras Abromavicius scrive: “In Russia guardiamo con attenzione al fenomeno dei dividendi, che sono distribuiti in maniera sempre maggiore agli investitori: questo rende questi titoli, specie quelli delle aziende a partecipazione statale, più appetibili”.
A rendere la Russia attraente, secondo l’analista, è anche la dinamica dei consumi: “Il livello di indebitamento del cittadino russo è molto basso, il reddito medio è aumentato di otto volte dal 2000 e la crescita dei salari continua a essere a doppia cifra: tre fattori che danno una perfetta indicazione”.
Le valutazioni del mercato sulla Russia, sostiene Abromavicius, “rimangono le più attraenti fra tutte le aree emergenti”. Il Paese, secondo gli analisti di East Capital, è stato “trascurato”, nonostante siano evidenti “alcuni sviluppi decisamente positivi, come l’accesso al Wto, i risultati aziendali – che nel terzo trimestre 2012 sono stati in linea o superiori alle aspettative – e una crescita del Pil sostenuta e stabile, con bassi livelli di inflazione”.
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