Secondo alcuni esperti, qualora il dazio sui cereali venisse abolito, i commercianti potrebbero guadagnare fino a 20 dollari per ciascuna tonnellata di grano (Foto: Ria Novosti)
Il Ministero russo dell'Agricoltura sta esaminando varie soluzioni possibili per contenere i prezzi del grano, che sono in rapido aumento. Oltre a promuovere attivamente la vendita a prezzi ribassati delle scorte presenti, il dicastero potrebbe abolire la tassa del 5 per cento sui cereali d'importazione. Questa misura è di grande attualità soprattutto per le regioni nord-occidentali del Paese. Qualora il dazio venisse abolito, i commercianti potrebbero guadagnare fino a 20 dollari per ciascuna tonnellata di grano, secondo le valutazioni degli esperti.
Secondo le informazioni di Rbc Daily, presto al Ministero dell'Agricoltura dovrebbe tenersi un'assemblea nella quale si discuterà la possibilità di abolire il dazio del 5 per cento sul grano importato. Al Ministero non hanno commentato ufficialmente la notizia, ma hanno promesso di rendere noti i risultati a conclusione dell'assemblea.
I funzionari hanno cominciato già a fine dicembre 2012 a raccogliere dati sui volumi e la geografia delle importazioni di grano, spiegano i protagonisti del mercato. Attualmente le maggiori importazioni di cereali in Russia provengono dal Kazakhstan: le forniture da questo Paese non sono soggette ai dazi doganali. Alle importazioni di grano da altri Paesi esteri viene invece applicata l'imposta del 5 per cento.
È appunto questo 5 per cento a rappresentare un ostacolo per i commercianti di grano, come ha dichiarato il presidente dell'Unione Cerealicola Russa Arkadij Zlochevskij. Le forniture di grano dalla Francia o dalla Germania dirette nelle regioni nord-occidentali della Russia, ad esempio, non sono convenienti dal punto di vista economico. Secondo le stime di alcuni esperti del settore, in seguito all'abolizione del dazio il guadagno dei commercianti potrebbe andare dai 10 ai 20 dollari per tonnellata di grano importato.
Secondo i calcoli del centro analisi Sovekon, l'abolizione del dazio renderà molto più allettanti le importazioni. Nel caso di un aumento dei prezzi mondiali o di un calo di quelli interni, il margine di guadagno degli importatori potrà ridursi, aggiunge il direttore esecutivo di Sovekon, Andrei Sizov. Una possibile crescita delle importazioni, insieme a un aumento delle vendite del grano del fondo di intervento statale, potrà esercitare un effetto di contenimento della salita dei prezzi sul mercato interno, secondo l'opinione dell'analista.
In base ai dati della società Rusagrotrans, a dicembre 2012 la Russia ha importato 65mila tonnellate di cereali, 32mila delle quali di frumento (le restanti sono orzo e riso). In totale, nella seconda metà dell'anno sono state importate 457mila tonnellate di cereali, 201mila delle quali di frumento, riferisce il direttore del centro analisi Rusagrotrans, Igor Pavenskij. Per fare un confronto, nella passata stagione 2011/2012, la Russia ha importato dall'estero 324mila tonnellate di cereali; di queste, 104mila sono di frumento.
Secondo Pavenskij, a partire dal prossimo mese le importazioni potrebbero crescere notevolmente, e in primo luogo quelle dal Kazakhstan. Nella prima metà del 2013 i Paesi vicini saranno in grado di fornire al mercato russo 200-250mila tonnellate di frumento al mese.
Non è escluso che il volume complessivo delle importazioni di grano verso il nostro mercato, in questa stagione agricola (che si concluderà il 30 giugno 2013), possa essere di circa 1 milione di tonnellate. "Non c'è niente di male a importare -, dice Pavenskij. - Ad esempio, l'Unione Europea, pur essendo uno dei maggiori esportatori mondiali di frumento per farina, al tempo stesso importa diversi milioni di tonnellate di grano duro e di cereali per foraggi". Infatti, nella stagione 2011/2012 i Paesi europei hanno esportato 16,6 milioni di tonnellate di grano e ne hanno importate 7,4 milioni, osserva l'esperto.
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