Il gotha dell'economia a Mosca

Alexei Kudrin (sinistra), presidente del consiglio di amministrazione dell'Istituto Gaidar per la politica economica, e Anton Siluanov, ministro russo delle Finanze, al Forum Gaidar 2013 “La Russia e il mondo: sfide per l'integrazione” (RIA Novosti)

Alexei Kudrin (sinistra), presidente del consiglio di amministrazione dell'Istituto Gaidar per la politica economica, e Anton Siluanov, ministro russo delle Finanze, al Forum Gaidar 2013 “La Russia e il mondo: sfide per l'integrazione” (RIA Novosti)

Garantire la stabilità macroeconomica o promuovere la crescita economica mediante un aumento della spesa pubblica? Politici ed esperti ne hanno discusso al Forum Gaidar

Il Forum Gaidar è una delle piattaforme di discussione economica più importanti della Russia. Quest'anno si è svolto a Mosca, dal 16 al 19 gennaio 2013. Il tema principale dell’evento è stato cercare di capire come garantire la crescita economica del Paese attraverso un aumento della spesa pubblica.

Nel corso del suo intervento, il primo ministro, Dmitri Medvedev, ha annunciato che il principale obiettivo, a medio termine, del governo sarà una crescita annuale del Pil pari almeno al 5 per cento.

Medvedev ha posto l’accento sull’attività delle imprese statali, che “hanno svolto un ruolo importante nel consolidamento degli asset più disparati e che in futuro dovranno sottostare a determinate regole”.

Invece di sostenere le imprese di proprietà dello Stato, il primo ministro ha proposto una politica di “promozione delle imprese private: piccole, medie e grandi”. A tal fine, secondo il capo del governo, è necessario favorire la concorrenza tra le regioni.

Dmitri Medvedev ritiene che per stimolare la concorrenza sia necessario attuare un piano di “privatizzazione coerente”. Il primo ministro ha dichiarato apertamente che non vuole “aspettare all’infinito” la comparsa di condizioni di mercato favorevoli, la cui assenza, recentemente, ha rallentato le vendite dei beni dello Stato.

Il discorso di Medvedev è sintomatico: in Russia possono cambiare i governi, gli addetti ai lavori e i principali indicatori macroeconomici, ma, a livello di politica economica, il conflitto di fondo sembra rimanere sempre lo stesso: la politica di stabilità macroeconomica si contrapporrà sempre alla politica che punta, invece, a un aumento generale della spesa pubblica per stimolare la crescita economica.

Solo le sfumature di questo dibattito cambiano. È interessante notare come, per il 2013, entrambi gli approcci sembrino condurre all'obiettivo prefissato dal primo ministro, ovvero quello di raggiungere, nel medio termine, una crescita annuale del Pil, pari almeno al 5 per cento. Una crescita “naturale” del 3,5 per cento, in assenza di shock esterni, è data per scontata dai sostenitori di entrambe le politiche. Il restante 1,5 per cento potrebbe provenire o da un aumento dei finanziamenti statali destinati a progetti infrastrutturali (nel breve termine) o da riforme strutturali significative (nel breve e medio termine).

Il ministro delle Finanze, Anton Siluanov, si è pronunciato a favore della crescita economica mediante riforme strutturali. Siluanov ha precisato che sono necessarie solo delle riforme e non un aumento della domanda pubblica.

La posizione del ministro delle Finanze è condivisa anche dalla Banca Centrale. Secondo il primo vicepresidente della Banca Centrale, Alexei Uljukaev, la crescita del 3,5 per cento, registrata nel 2012, rappresenta una possibilità oggettiva dell’attuale modello economico. Uljukaev ritiene che stimolare questo modello con un semplice ammorbidimento della politica monetaria sia controproducente e “non conduca a una crescita economica, bensì a uno squilibrio e all'accumulo di nuovi rischi in vari settori dell'economia”.

Non condivide questo punto di vista il vice ministro dell’Economia Andrei Klepach, che ritiene invece che una crescita del Pil del 5 per cento richieda un incremento delle spese dello Stato, nonché un ammorbidimento della politica monetaria.

È chiaro che, nel 2013, un’economia mondiale stabile favorirà i sostenitori di un aumento della spesa pubblica; mentre il successo degli avversari dipende in gran parte dagli shock esterni che hanno colpito il governo nel periodo 2008-2012.

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