Cinque impronte russe in “The Boys” su Amazon Prime Video

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La terza stagione della serie ha un nuovo eroe, Soldatino, in cui possiamo riconoscere i tratti di Capitan America. Ma le allusioni al famoso supereroe sarebbero ovviamente impossibili senza la Russia e i russi…

1 / La minaccia rossa

Nella terza stagione, i Boys, guidati da Billy Butcher, cercano ancora una volta di trovare un modo per mettere fine allo strapotere di Patriota, l’eroe americano per eccellenza che gestisce l’intero business dei Supereroi del gruppo dei Sette. Il tentativo di minare il gruppo dei Sette dall’interno, grazie alla nuova entrata Starlight e persino alla sezione speciale dell’Fbi, è finora fallito. La squadra di Butcher richiama quindi un’altra organizzazione di supereroi, i Rappresaglia, attiva negli anni Ottanta e la cui popolarità è crollata dopo la morte del loro leader, Soldatino. La leggenda narra che Soldatino abbia contrastato con successo la “minaccia rossa” e abbia persino evitato una guerra nucleare, ma sia stato ucciso durante un’operazione in Nicaragua, quando le forze speciali russe avevano inaspettatamente invaso il Paese. Le tracce dell’arma che ha ucciso il supereroe, che si credeva immortale, vanno cercate al di là della Cortina di ferro. La squadra di Butcher decide quindi di fare un viaggio disperato in Russia. La buona notizia, di questi tempi, è che i superjet volano da New York a Mosca senza alcuna restrizione…

2 / Il negozio “Tverskaya” a Brighton Beach

Tuttavia, l’immersione nella realtà russa inizia ancora prima del volo per Mosca, con il quartiere russofono di Brighton Beach, dove si trova il negozio “Tverskaya”, che prende il nome dalla via centrale della capitale russa. Nel negozio si può trovare di tutto. Dal grano saraceno e dai barattoli di cetrioli da tre litri ai pelmeni, che sono fatti a mano, lì nel negozio, sullo sfondo di poster di senape e vodka, da una femme fatale di nome Nina. È responsabile, ovviamente, non solo del paniere alimentare degli emigrati sovietici, nostalgici di cetrioli e grano saraceno (la vodka evidentemente la trovano nei normali negozi americani), ma anche del traffico di droga locale. Il tutto grazie a potenti coperture, alcune in loco e altre in Russia. Nel caso di Nina si tratta di “oligarchi e di funzionari del Ministero degli Affari Interni”, sui quali la donna ha informazioni compromettenti. 

3 / Il “Progetto Nina”

A proposito di nomi: nella serie tv “Stranger Things” la piccola Undici ha partecipato a un progetto segreto chiamato “Nina” ed è lì che ha imparato a padroneggiare i suoi superpoteri. E gli autori di “The Boys” hanno deciso di chiamare la loro guida tra Russia e America Nina. Questa scelta del nome non può essere casuale. Negli anni Sessanta, la storia di Nina Kulagina, che avrebbe posseduto la dote della psicocinesi e altri poteri paranormali, fece scalpore in tutto il mondo. Il fenomeno della Kulagina venne studiato da diverse istituzioni, compresi scienziati stranieri. Tuttavia, le opinioni degli esperti sui superpoteri di Nina sono discordanti. Inoltre, la Kulagina è stata condannata per frode nel 1966 e questo non era affatto legato ai suoi super poteri, ma alla vendita illegale di mobili. Ad eccezione di Nina, gli altri nomi russi in “The Boys” sono inventati senza molta fantasia. Vengono utilizzati i classici Mikhail Petrov e Pjotr Semjonov. Tuttavia, i cognomi più comuni in Russia sono Kuznetsov, Ivanov, Popov e Smirnov. 

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4 / Mosca, con la Cattedrale di Cristo Salvatore e i graffiti

Il simbolo dell’arrivo a Mosca – che, ovviamente, come in tutte le serie occidentali, non è stato girato nella capitale russa –  in “The Boys” non è il Cremlino ma la Cattedrale di Cristo Salvatore, situata a circa 20 minuti a piedi dalla Piazza Rossa. Originariamente era stata costruita verso la fine del XIX secolo, ma fu demolita sotto Stalin e al suo posto trovò poi spazio una grande piscina riscaldata. È stata ricostruita solo alla fine degli anni Novanta.

In “The Boys” il monumento viene mostrato solo di sfuggita, perché di strada lungo il percorso della squadra di Butcher verso il nascondiglio moscovita. Il tragitto attraversa strade con molti graffiti, anche se nelle zone centrali di Mosca se ne trovano di rado, e non sono certo così numerosi come viene mostrato in “The Boys”. Il nascondiglio stesso è una stanza seminterrata con poltrone e divani (in Russia, in effetti sono più diffusi dei letti, ma soprattutto nelle province), e le pareti sono ricoperte di poster con parole russe scritte senza alcun errore.

Credibilità che invece si perde nella strana lingua parlata da “oligarchi e uomini del Ministero degli Affari Interni”, che si divertono in una festa sfrenata.

Oppure nell’immagine dei dipendenti del Ministero dell’Energia della Federazione Russa, che in “The Boys” viene presentato quasi come una base militare. In realtà tutto è molto più noioso. I ministeri russi sono grandi, ma per lo più sono solo edifici adibiti a uffici, in cui lavorano funzionari ordinari e un po’ noiosi, e non dei Rambo.

5 / Musica e riferimenti cinematografici

È a una festa organizzata in una ricca villa che la squadra di Butcher mette in atto un bagno di sangue. È interessante notare che lo fa sulle note della versione russa della canzone di Gloria Gaynor “I will survive”. Inoltre, “The Boys” contiene il brano “Junk” della rock band russa “Jane Air” e la canzone degli anni Novanta “Jasnyj moj svet” dell’allora celeberrima cantante Tatjana Bulanova. Flashback musicali raggiungono Soldatino anche in America: è a causa della riproduzione di una chanson russa (un genere associato alla vita carceraria) in un’officina di riparazione auto nel centro di Manhattan che Soldatino distrugge quasi un intero isolato della Grande Mela. Questo è il potere della musica…

C’è poi un’altra “eco di guerra” in “The Boys”. Mentre si consuma la carneficina, la squadra di Butcher ricorda ai russi i film “Alba rossa” e “Rocky IV“, entrambi popolari negli anni Ottanta. Il primo è una classica “kljukva” dell’epoca della Guerra Fredda sugli aggressori sovietici e la resistenza americana. Il secondo è il film di maggior successo del franchise con Sylvester Stallone. È qui che si scontra con il sovietico Ivan Drago (“Io ti spiezzo in due”) , interpretato da un giovane Dolph Lundgren, che poi interpreterà molti altri russi nel cinema americano.   

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