"Primo", il dramma di Levi in scena a Mosca per la Giornata della Memoria

ufficio stampa
Al Museo Ebraico il recital letterario tratto dall’opera “Se questo è un uomo”, interpretato dall’attore danese Jacob Olesen per la regia di Giovanni Calò. Appuntamento il 29 gennaio

L&rsquo;attore danese Jacob Olesen nel recital letterario&nbsp;&quot;Primo&quot;\nFoto: ufficio stampa<p>L&rsquo;attore danese Jacob Olesen nel recital letterario&nbsp;&quot;Primo&quot;</p>\n
L&rsquo;attore danese Jacob Olesen nel recital letterario&nbsp;&quot;Primo&quot;\nFoto: ufficio stampa<p>L&rsquo;attore danese Jacob Olesen nel recital letterario&nbsp;&quot;Primo&quot;</p>\n
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“A volte si sopravvive per poter raccontare. E Primo Levi è sopravvissuto per raccontare”. Viene presentato così dal regista Giovanni Calò il recital letterario “Primo”, tratto dal romanzo “Se questo è un uomo” di Primo Levi, del quale quest’anno ricorrono i trent’anni della morte, in scena il 29 gennaio 2017 alle 19 al Museo Ebraico e Centro per la Tolleranza di Mosca.

Organizzato dall’Istituto italiano di Cultura per celebrare la Giornata della Memoria, il progetto teatrale, prodotto e ideato da Enrico Carretta per la regia di Giovanni Calò, porterà sul palco l’attore danese Jacob Olesen.

“Questo spettacolo vuole dare voce alla testimonianza di Primo Levi, perchè non si può dimenticare, non si deve – spiega il regista -. L’intensità e la leggerezza della parola di Levi, insieme alla grande valenza letteraria del suo racconto, hanno favorito il lavoro di riduzione teatrale del testo. I suoi dialoghi hanno già una forza teatrale e la descrizione che fa degli uomini aiuta il lavoro dell’attore. Si tratta quindi di far rivivere e di raccontare l’esperienza di Levi e dei suoi compagni, nel modo più immediato e amplificato, a un pubblico diverso e più vasto, alle nuove generazioni”.

Lo spettacolo, minimalista e “povero”, fa leva sulla recitazione severa, priva di accenti retorici di Olesen, il cui stile, più prossimo alla lettura, rende tangibile il senso tragico delle parole di Levi.

“Voi che vivete sicuri nelle vostre tiepide case, voi che trovate tornando a sera il cibo caldo e i visi amici, considerate se questo è un uomo, che lavora nel fango, che non conosce pace, che lotta per mezzo pane, che muore per un sì o per un no ...”: sono i versi, essenziali ed evocativi, della poesia che apre il romanzo dello scrittore torinese, prigioniero marchiato con il numero 174.517 che cercherà di sopravvivere all’insensata e atroce banalità del male. Lotterà disperatamente per non essere “inghiottito dalla notte, puramente e semplicemente”

Il recital letterario si svolgerà in italiano con i sottotitoli in russo, avvalendosi della traduzione russa di “Se questo è un uomo” realizzata da Elena Dmitrieva. Introdurrà la serata il professor Evgenij Solonovich. 

Lo spettacolo si terrà al Museo Ebraico e Centro per la Tolleranza di Mosca in ulitsa Obrastsova, 11, 1A il 29 gennaio 2017 alle 19. Per maggiori informazioni, cliccare qui

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