Mosca rende omaggio a Piranesi con una mostra al Pushkin

Visitatori all'inaugurazione della mostra.

Visitatori all'inaugurazione della mostra.

: ufficio stampa / Ambasciata d'Italia a Mosca
Le opere dell'incisore, architetto e decoratore italiano resteranno esposte nel museo della capitale fino 13 novembre 2016

Oltre quattrocento opere per riscoprire Piranesi. Incisore, architetto e decoratore italiano, Giovanni Battista Piranesi (1720-1778) è il protagonista della nuova mostra “Piranesi. Prima e dopo” inaugurata il 20 settembre al museo Pushkin di Mosca, dove tra l’altro è in corso anche l’esposizione su Raffaello, visitabile fino all’11 dicembre.

Allestita non in ordine cronologico, ma seguendo le diverse tendenze dell’artista, la mostra espone lavori che testimoniano gli studi di Piranesi, le sue prime incisioni, fino a opere più mature.

“Piranesi è uno dei più grandi incisori mai esistiti – ha dichiarato durante il taglio del nastro l’ambasciatore italiano a Mosca, Cesare Maria Ragaglini -. Il suo talento era ben noto sia alla corte di Caterina II sia in epoca sovietica. Nei secoli diventò un modello per gli architetti russi, che hanno tratto da lui ispirazione, reinterpretando con talento e originalità il suo pensiero. Oggi, dopo 40 anni, Piranesi torna al Pushkin”.

Fonte:&nbsp;ufficio stampa / Ambasciata d&#39;Italia a Mosca\nFederica Rossi, curatrice della mostra durante l&#39inaugurazione della mostra<p>Fonte:&nbsp;ufficio stampa / Ambasciata d&#39;Italia a Mosca</p>\n
Fonte: ufficio stampa / Ambasciata d&#39;Italia a Mosca\nLa direttrice del museo Pushkin di Mosca, Marina Loshak <p>Fonte: ufficio stampa / Ambasciata d&#39;Italia a Mosca</p>\n
Fonte: ufficio stampa / Ambasciata d&#39;Italia a Mosca\nL&#39Ambasciatore italiano a Mosca Cesare Maria Ragaglini<p>Fonte: ufficio stampa / Ambasciata d&#39;Italia a Mosca</p>\n
Fonte: ufficio stampa / Ambasciata d&#39;Italia a Mosca\nDorina Bianchi, sottosegretario di Stato al Ministero dei Beni Culturali e Ambientali e del Turismo italiano<p>Fonte: ufficio stampa / Ambasciata d&#39;Italia a Mosca</p>\n
 
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Nel 1740 Piranesi, all’epoca 20enne, realizzò un viaggio a Roma: città che lo stregò completamente. A ricordare quell’esperienza che segnò il percorso artistico dell’incisore Veneto è Yulia Merenkova, curatrice della mostra: “Roma, con la sua magnificenza e la sua bellezza, impressionò  moltissimo Piranesi. E fu così che iniziò a studiare la Città Eterna, esperienza che portò alla pubblicazione, in quattro volumi, di viste degli antichi monumenti romani: le Antichità Romane. L’artista non solo ritraeva le facciate dei monumenti, ma studiò e misurò una gran quantità di edifici”.

Nella stessa sala che ospita i suoi primi studi e le incisioni sono esposte anche le opere di Piranesi decoratore e restauratore, oltre ai bozzetti di antichi candelabri e caminetti.

Fonte: Vitalij Mikhajlyuk

Un’altra sala è invece dedicata a “Carceri d’Invenzione”, una serie di sedici stampe prodotte in due edizioni, che mostrano sotterranei a volta con scale e macchinari: incisioni che influenzarono generazioni di artisti di epoche successive. 

E per capire il grande valore di queste opere, al Pushkin è proiettato anche un filmato di Gregoire Dupond che ha trasformato i disegni di Piranesi in un video in 3D, ricreando l’eccezionale atmosfera delle Carceri.

Fonte:&nbsp;ufficio stampa / Ambasciata d&#39;Italia a Mosca\nVisitatori alla mostra<p>Fonte:&nbsp;ufficio stampa / Ambasciata d&#39;Italia a Mosca</p>\n
Fonte:&nbsp;ufficio stampa / Ambasciata d&#39;Italia a Mosca\nVisitatori alla mostra<p>Fonte:&nbsp;ufficio stampa / Ambasciata d&#39;Italia a Mosca</p>\n
 
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Nella sua vita Piranesi ha sempre sognato di costruire edifici. Ma solo il progetto della Chiesa di Santa Maria del Priorato (Roma) venne realizzato. I suoi disegni continuarono comunque ad avere grande influenza sull’architettura mondiale e anche su quella sovietica: “Gli architetti del periodo sovietico fecero proprie alcune idee dello stesso Piranesi e la grandezza del suo pensiero”, ha sottolineato la curatrice, Yulia Merenkova. Non è un caso infatti che alla mostra siano presenti anche alcuni progetti del Novecento russo, paragonati con quelli dell’architetto italiano.

La mostra, organizzata grazie alla collaborazione tra l’Istituto italiano di Cultura, il Museo di architettura Schusev, l'Accademia di Belle Arti di San Pietroburgo, la Regione Veneto, la Fondazione Cini di Venezia e l’Istituto centrale per la grafica di Roma, resterà aperta al pubblico fino al 13 novembre 2016.

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