Così la Scala conquista il Bolshoj

Maria Di Freda, direttore generale del teatro scaligero.

Maria Di Freda, direttore generale del teatro scaligero.

: Graziella Vigo
Dopo l’annuncio della nuova tournée a Mosca, prevista a settembre, il direttore generale del teatro scaligero Maria Di Freda ripercorre la storica collaborazione tra i due tempi dell’arte e svela i dietro le quinte degli spettacoli che verranno presentati a Mosca

Il fatto è ormai noto: la nuova tournée dei complessi scaligeri al Teatro Bolshoj di Mosca, il prossimo settembre, con l’Orchestra e il Coro del Teatro alla Scala impegnati in due titoli verdiani: l’opera Simon Boccanegra (10, 13, 16) diretta da Myung-Whun Chung e la Messa da Requiem (10, 14) con Riccardo Chailly sul podio, mentre la Filarmonica della Scala, ancora sotto la bacchetta del Maestro Chailly, eseguirà un concerto (15) su musiche di Cherubini, Verdi e Rossini.

Per parlarne è toccato a noi il privilegio di un incontro con Maria Di Freda, responsabile di questa tournée così come delle decine e decine di progetti all’estero realizzati dai primi anni ‘90 ad oggi. Pilastro del Teatro alla Scala da quel 1973 in cui vi entrò giovanissima, il Direttore generale ci accoglie cordialmente nel suo ufficio e ripercorre volentieri la lunga storia degli scambi teatrali tra Milano e Mosca.

Chailly RiccardoFonte: Ufficio Stampa Teatro alla ScalaChailly Riccardo
Maria Josu041a SiriFonte: Ufficio Stampa Teatro alla ScalaMaria Josu041a Siri
Myung-Whun ChungFonte: Ufficio Stampa Teatro alla ScalaMyung-Whun Chung
 
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“Intanto ricordiamo che La Scala e il Bolshoj sono separati soltanto da due anni per data di fondazione, rispettivamente il 1778 e il 1776; i loro destini si sono sempre intrecciati, fino a che entrambi, di recente, sono stati oggetto di complesse opere di restauro. Gli scambi culturali tra le due istituzioni sono iniziati oltre 50 anni fa, nel 1964, quando erano le agenzie di Stato e i protocolli firmati tra governi a sancirli, e hanno prodotto 8 tournée della Scala a Mosca e 7 del Bolshoi a Milano. I rapporti si allentarono dopo la caduta dell’Unione Sovietica e la conseguente complessità della situazione politico-istituzionale: durante la nostra tournée al Bolshoi nell’89 era persino difficile reperire cibo, tanto che nell’hotel dove i nostri complessi alloggiavano si organizzò una mensa scaligera. Gli scambi ripresero nel 2001, in occasione delle celebrazioni per l’Anno Verdiano, quando a Mosca portammo la Messa da Requiem diretta dal Maestro Muti e l’anno seguente il balletto Romeo e Giulietta che segnò il debutto in coppia di Alessandra Ferri e Roberto Bolle”.

Il protocollo firmato alla Fiera del Levante di Bari da Putin e da Prodi nel 2006 rese possibile da una parte il ritorno a Milano del Bolshoj nel 2007 con i balletti La figlia del faraone e Il limpido ruscello, una serie di concerti nel 2008 e l’opera Evgenij Onegin nel 2009, dall’altra la presenza a Mosca della Scala - unico Teatro straniero invitato a partecipare alle celebrazioni per la riapertura del Bolshoj – nel 2011 con il Requiem di Verdi e i balletti Excelsior e Sogno di una notte di mezza estate e nel 2012 con il Don Giovanni e un concerto diretti dal Maestro Barenboim. La prossima tournée scaligera a Mosca ha preso corpo con diverse modalità, grazie al mecenatismo dell’imprenditoria russa: main partneri magazzini GUM, con la direzione del presidente del CdA Mikhail Kusnirovich e sotto l’egida del Festival delle arti Bosco dei ciliegi.

Simon Boccanegra Fonte: Ufficio Stampa Teatro alla ScalaSimon Boccanegra
Simon Boccanegra Fonte: Ufficio Stampa Teatro alla ScalaSimon Boccanegra
Simon Boccanegra Fonte: Ufficio Stampa Teatro alla ScalaSimon Boccanegra
 
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“I titoli che noi proponiamo sono frutto di una pianificazione avviata con due o tre anni di anticipo e vanno in scena all’estero perfettamente rodati da un punto di vista artistico e tecnico”, spiega il direttore generale. “Con il Bolshoj la collaborazione è così collaudata e conosciamo talmente bene il teatro che le nostre e le loro maestranze lavorano in perfetta sintonia: non c’è neppure l’ostacolo della lingua, perché esiste tra i teatranti una sorta di codice universale. Quanto alle scelte artistiche, ovviamente condivise, anche in Russia si aspettano dalla Scala il grande repertorio italiano, Verdi in particolare: per questa tournée sappiamo già che in due giorni tutti i biglietti sono stati venduti! Tra i nostri teatri l’affinità culturale è profonda, ad iniziare dalle accademie, con la tradizione dei nostri allievi della scuola di ballo in trasferta a Mosca e dei loro allievi cantanti qui a Milano”, continua Maria Di Freda mostrandoci due “cimeli” russi: un piatto dorato che riproduce il soffitto del Bolshoj e una stampa d’epoca raffigurante l’imponente edificio. “Adesso ci aspetta un’altra tournée dove noi scaligeri, in numero di oltre 300 elementi, partiremo con il nostro forte spirito di corpo, pronti a dare il meglio, tenendo orgogliosamente alta l’immagine della Scala nel mondo.”

In attesa dell’ulteriore tappa del progetto:  il ritorno del Balletto Bolshoj alla Scala dal 10 al 15 settembre 2018 con un titolo da definire.

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