L'estasi del progresso nei capolavori russi

Il quadro “Le poesie di Majakovskij” di Aleksandr Dejneka

Il quadro “Le poesie di Majakovskij” di Aleksandr Dejneka

Ufficio Stampa
L’entusiasmo per le macchine e l’esaltazione per quell’indiscusso dominio dell’uomo: la mostra “Russia on the Road” ripropone un viaggio fra le grandi trasformazioni tecnologiche del Novecento russo, raccontate nei quadri dei maestri dell’epoca. Da Dejneka a Nesterov, oltre sessanta opere saranno esposte dal 16 ottobre a Roma

Un vagone affollato e rumoroso. Gente che chiacchiera. Donne che sorridono. Parlano. Un ragazzo di fronte a loro regge in mano un libro di poesie di Majakovskij. Il treno sfreccia. Mentre sullo sfondo si intravede la campagna russa. È il progresso. È il futuro.

Il quadro “Le poesie di Majakovskij” di Aleksandr Dejneka (1955) è solo uno dei tanti capolavori che si potranno ammirare nella mostra “Russia on the Road. 1920-1990”, che verrà aperta dal 16 ottobre 2015 al Palazzo delle Esposizioni di Roma. Un viaggio fra le grandi trasformazioni tecnologiche del secolo scorso raccontato attraverso le opere dei maestri del Novecento russo. Da Yuri Pimenov ad Aleksandr Labas, da Georgij Nisskij a Vladimir Nesterov, la rassegna prende in esame quasi un secolo di storia dell'arte russa, in gran parte coincidente con l'esperienza sovietica. Un periodo nel quale si cercò di trasformare le utopie in realtà. E la realtà in mito. 

I treni, le metropolitane, le fabbriche e i macchinari diventano quindi simbolo del progresso e dell’indiscusso dominio dell’uomo. In questo clima di fervore, gli artisti concentrano la propria produzione su soggetti fino a prima rimasti nell’ombra: gli aerei e le navi diventano quindi non solo i luoghi privilegiati nei quali ambientare i propri disegni, ma i protagonisti assoluti degli stessi dipinti. Soggetti interessanti e "nobili" tanto quanto la figura umana o il paesaggio naturale. Simboli positivi della condizione contemporanea.

Questo vasto repertorio di immagini (circa 60 i quadri esposti) ritrae quindi il Paese e il suo popolo nel pieno fermento di questo Radioso Futuro giunto con il secolo nuovo. Da un lato si intravedono opere fortemente ideologiche che celebrano i nuovi miti come simbolo del cambiamento; dall'altro lavori più intimi e poetici, lontani dagli obblighi della propaganda.

I dipinti in mostra provengono in buona parte dalla collezione dell’Istituto dell’Arte Realista Russa, una delle più significative realtà museali private della Federazione. Nata circa dieci anni fa, la raccolta si è trasformata nel 2011 in un vero e proprio museo dove sono conservate e parzialmente esposte – in un’area di più di 4.500 metri quadri ricavata negli spazi di una vecchia fabbrica di tessuti nel distretto moscovita di Zamoskvorechye - circa 500 opere d’arte pertinenti alla storia dell’arte russa e sovietica del XX secolo, dall’ultima fase del periodo zarista fino ai giorni nostri. I quadri esposti a Roma provengono, oltre che dalle sale dell’Istituto, anche dai principali musei statali russi, tra cui la Galleria Tretjakov di Mosca e il Museo di Stato russo di San Pietroburgo, ma anche dal Museo della Ricerca Scientifica dell'Accademia Russa delle Arti, dal centro espositivo ROSIZO, dall'Unione degli artisti russi e da molte altre pinacoteche.

La rassegna prende in esame quasi un secolo di storia dell'arte russa, in gran parte coincidente con l'esperienza sovietica: un'epoca in cui si tentò di trasformare le utopie in realtà e la realtà in mito

“La mostra Russia on the Road è il secondo progetto internazionale dell'Istituto dell’Arte Realista Russa e sono estremamente felice che la nostra nuova iniziativa venga accolta da un’istituzione così prestigiosa e professionale come il Palazzo delle Esposizioni - ha dichiarato Aleksei Ananev, fondatore dell’Istituto dell’Arte Realista Russa -. Naturalmente, tale progetto non può essere realizzato senza amici e partner: ringrazio quindi di cuore la direzione del Palazzo delle Esposizioni per il prezioso aiuto, la Fondazione Internazionale ‘Accademia Arco’, il Ministero della Cultura della Federazione Russa, il Ministero della Cultura della Repubblica Italiana, l’Università Statale di Mosca Lomonosov, la società ‘Ingosstrakh' e il quotidiano The Art Newspaper Russia”.

La mostra, ideata da Aleksei Ananjev, a cura di Nadezhda Stepanova e Matteo Lafranconi, resterà aperta a Roma fino al 15 dicembre 2015 e verrà poi spostata, dal 22 gennaio al 22 maggio 2016, nelle sale dell'Istituto dell’Arte Realista Russa di Mosca.

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