La politica nella poesia: 1990 - 2010

Il poeta e attivista politico Kirill Medvedev (Foto: PhotoXPress)

Il poeta e attivista politico Kirill Medvedev (Foto: PhotoXPress)

La poesia civile in Russia ebbe grande impulso dopo la caduta dell'Unione Sovietica. La censura praticamente scomparve, si cominciò a recitare i versi in televisione e a pubblicarli su internet. Nel periodo post-sovietico molti poeti russi assunsero delle posizioni politiche chiare e nette. Chi sono dunque gli autori della poesia civile in Russia?

Negli anni del governo di Boris Eltsin e durante i primi mandati presidenziali di Putin la politica interessava ben poco ai poeti. La politica si faceva oltre le mura del Cremlino, nelle località predilette dalle élite e nelle residenze dei governatori, e non aveva molto a che fare con "l'uomo medio". Molti poeti affermatisi già in epoca sovietica in queste nuove circostanze si diedero a comporre versi nostalgici o addirittura pieni d'ira sulla Russia, che secondo loro era perita nel processo della perestrojka e nelle condizioni della democrazia eltsiniana, era stata venduta agli Stati Uniti e alla massoneria mondiale. Alcuni periodici, tra cui le riviste letterarie Moskva e Nash Sovremennik, sostenevano questo orientamento. 

 
Poeti come rock star

"La Russia è stata venduta"

Molti poeti dilettanti scrivevano versi nello stesso spirito. Nella maggior parte dei casi il livello artistico di questi componimenti era onestamente scarso. Essi trovavano numerosi lettori, che appartenevano però agli strati sociali divenuti ormai marginali. Nessuno considerava pericolosi questi poeti, né l'insoddisfazione che essi esprimevano: il potere e le forze dell'ordine non riservavano loro alcuna attenzione. Questo nonostante il fatto che gli autori stessi distribuirono una gran quantità di libriccini con i loro versi, stampati in proprio, durante la contrapposizione a Eltsin e la cosiddetta difesa della Casa Bianca di Mosca nel 1993, che si concluse con i carri armati che spararono alcuni colpi a salve in città.

Ancora oggi si pubblica molta poesia di questo genere: Internet e alcuni siti dedicati alla libera pubblicazione, come l'enorme risorsa aperta "Stihi.ru", consentono agli autori di trovare i propri lettori, raccogliere consensi e diventare oggetto di accese discussioni. Eppure, al livello della cultura "maggiore", in cui esiste una critica letteraria autorevole e l'istituto della revisione editoriale, questo genere di versi non desta l'interesse né dei liberali, né dei "pochvenniki" o dei nazionalisti. Il cambiamento della situazione politica nel paese, l'individuazione di nuovi "nemici" (i caucasici, gli americani, i gay europei, e ultimamente gli ucraini) portano sostanziali modifiche all'ideologia e allo spirito di questi componimenti; oggi essi non sono più necessariamente vicini al pochvennichestvo e antiliberali, ma i motivi di fondo rimangono invariati: la non accettazione della realtà e dell'ordinamento attuale, una confusa offesa sociale non superata. "Le eterne questioni russe": "Di chi è la colpa?" e "Fino a quando?". Dal punto di vista stilistico questi versi di norma ricalcano ingenuamente la maniera dei più amati poeti russi del secolo scorso: Esenin e Majakovskij.

Da questa massa di versi i social network lasciano emergere di tanto in tanto questo o quel nome, un autore con un po' più di talento. Uno dei casi più recenti è quello di un autore noto con lo pseudonimo di ArsPegas, che satura i propri versi di uno stereotipato malcontento:

...riflettete, gente,

a chi avete dato il vostro voto?!

A chi avete servito il potere su un piatto d'argento?!

Credete ancora nei miracoli?!

...

Il premier dice

che i macchinari funzionano a perfezione,

il ministro dichiara che nell'esercito va tutto alla grande.

Ma il mio paese... sente solo

le belle canzonette di Dima Bilan.

Il mio paese respira attraverso le cicatrici

del Kursk, del Nord-Ost, della Cecenia e di Beslan.  

Scegliere da che parte stare

Tutto cambiò in seguito alla decisione di Putin di candidarsi al terzo mandato presidenziale, scelta che provocò delle manifestazioni di protesta a Mosca. E anche in seguito al processo alle Pussy Riot. Ciascun poeta si trovò di fronte alla necessità di scegliere che posizione assumere nei confronti di quanto stava accadendo.  L'introduzione a livello legislativo di un gran numero di divieti, di limitazioni delle libertà, e successivamente anche gli avvenimenti in Ucraina, hanno conferito ai versi una tensione crescente.  Dal 2011 la politica si riversa nelle strade, torna a far parte della vita di ogni singolo cittadino russo, e quindi anche della poesia.   

Uno degli esempi più lampanti è quello dell'anziana poetessa Junna Morits, sui cui versi sono state scritte numerose canzoncine per bambini assai conosciute in Russia: dopo la manifestazione sulla piazza Bolotnaja l'autrice ha creato in Facebook una pagina intitolata "Non dare alle stampe", nella quale pubblica versi di estrema veemenza, assai critici nei confronti del movimento di protesta e del liberalismo, e, dopo gli avvenimenti di piazza Maidan a Kiev, anche dei versi antiucraini.

La Morits pubblica i suoi versi anche sul giornale patriottico Zavtra. Il pathos politico non è una novità per lei: in passato aveva reagito con versi di carattere pubblicistico agli avvenimenti in Kosovo e ai bombardamenti in Jugoslavia. Molti di coloro che amavano la Morits come autrice della canzoncina del "Riccio di gomma", conosciuta praticamente da tutti i bambini russi, oltre che di splendide poesie e traduzioni, sono rimasti perplessi di fronte a versi come questi:

Sebastopoli non è una rammollita,

e la Crimea non è un coniglio per un boa,

quegli stronzi delle bande non avranno libero accesso in Crimea.

Che la Russia, finalmente, dichiari che difenderà il Diritto

di Vivere!... In Crimea non vincerà la croce fascista.

I versi della Morits, tradizionali per la loro forma, ma con una tendenza a usare una lingua colloquiale, che appare un po' scorretta, e con un uso delle parole leggermente distorto, sono saturi di una retorica che coincide perfettamente con quella ufficiale, e pertanto non si può parlare di un loro carattere di protesta, nonostante tutto l'ardore politico che essi esprimono.        

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Una lingua comune

Per quei poeti che sentono di appartenere non tanto alla tradizione russa, quanto all'arte contemporanea e alle attuali tendenze mondiali, la scelta di schierarsi con la protesta era chiaramente preferibile, non fosse altro perché l'elemento della ribellione è indispensabile all'immagine dell'artista contemporaneo. Una delle principali riviste di studi culturali del nostro paese, Novoe Literaturnoe Obozrenie, ha inaugurato una rubrica fissa dal titolo "La nuova poesia sociale", nella quale pubblica le opere dei poeti ispirati da temi politici e sociali. Qui la nota di protesta si combina con dei procedimenti che la mettono in relazione con l'ambiente culturale mondiale, e non con quello specificamente russo. Questa combinazione consente a poeti di appartenenze politiche assai diverse di trovare una lingua comune: unisce, ad esempio, i liberali Elena Fanajlova e Stanislav L'vovskij con i marxisti Kirill Medvedev e Roman Osminkin. Per quanto divergenti siano le loro visioni, questi poeti sono tutti ugualmente distanti dall'ideologia ufficiale di stato, hanno un atteggiamento di opposizione nei confronti del potere e delle sue iniziative (anche se tra questi autori l'unico attivista politico è Kirill Medvedev).

Il critico letterario Kirill Korchagin ritiene che proprio a questi poeti si debba riferire il concetto di poesia politica: nei loro versi spesso risuonano parole altrui, ciò che consente di dare pari dignità a molte voci nel testo e li mette in relazione con una concezione europea, democratica della politica. I testi di questi autori sono spesso dedicati agli avvenimenti politici mondiali, e non solo russi: il conflitto arabo-israeliano, l'11 settembre, la strage di Breivik, e così via.      

Il potenziale propagandistico, di cui necessita la poesia di protesta propriamente detta, in questi versi non è elevato. Vi si impiegano tecniche poetiche complesse: il montaggio postmodernista, i rimandi a determinati contesti culturali, l'inserimento di citazioni sullo stesso piano delle parole dell'autore, il carattere prosastico e documentale

Ci hanno autorizzato un comizio antifascista, ma senza corteo.

Io e il difensore dei diritti civili Ponomarev siamo andati a chiarire la questione in comune.

Ponomarev era molto arrabbiato. Io cercavo di calmarlo un po'.

ora gli insegno io ad autorizzare le manifestazioni dei fascisti, diceva.

sentivo che tutto ciò non si sarebbe concluso con niente di buono.

 

Il vicedirettore del dipartimento per le manifestazioni di massa Olejnik

si rivelò un bambolotto ciccione dalle guance rosate".

Kirill Medvedev

 La rima e il metro regolare il più delle volte sono assenti. Questi testi non corrispondono all'idea di versi che ci viene insegnata a scuola, e richiedono al lettore una certa esperienza nella ricezione e nella comprensione della poesia contemporanea. Per questo motivo il loro pubblico non è ampio, ed è composto per lo più da rappresentanti degli ambienti letterari.    

I feuilleton in rima

Un altro tipo di poesia politica gode di grandissima richiesta, e attrae i lettori soprattutto grazie a un universale "esaltatore di sapidità": è divertente. 

La poesia sociale caratterizzata dall'ironia fece la sua comparsa in Russia già negli anni Ottanta del secolo scorso, e negli anni duemila, prima ancora che cominciassero i tumultuosi avvenimenti politici, ha avuto un vero e proprio boom.

Questi versi parlavano con un linguaggio semplice degli stessi argomenti affrontati anche dai giornali e dalla televisione. E i componimenti trovarono spazio appunto sui giornali e alla televisione. Il capostipite di questo genere letterario, Igor Irtenev, nel 1997 divenne un ospite regolare del programma satirico televisivo "Itogo", che metteva in parodia i principali programmi russi di informazione e approfondimento; in ciascuna puntata Irtenev recitava una poesia ironica dedicata all'avvenimento della settimana. Irtenev non ha tradito se stesso, e ancora oggi rimane un poeta da feuilleton: compone versi su temi d'attualità, pubblicando (sui giornali e sul proprio blog) almeno una manciata di poesie alla settimana, ma l'intonazione politica della sua satira si è fatta più dura, e il carattere di protesta più netto:

È terribile in quest'epoca di cambiamenti

L'ironia del destino

La Russia si è rialzata, da che era in ginocchio,

Ma si è inalberata.

 

... E Dio sta a guardare dall'alto,

Fremendo per l'orrore,

Il mondo che giace ai piedi della Russia,

Con il muso ficcato nel fango.      

Dmitri Bykov, uno dei più noti scrittori russi contemporanei, oltre ad essere un giornalista molto attivo, ha scelto una forma particolare per i suoi commenti poetici sugli avvenimenti correnti: i suoi versi, dotati di ritmo e di rime, non sono disposti in colonna, come è consuetudine fare, ma vengono stampati tutti di fila in un testo continuo, come un qualsiasi articolo di giornale. Attualmente i versi di Bykov vengono pubblicati sul principale organo della stampa liberale, la Novaya Gazeta.        

Dispone i suoi testi allo stesso modo anche un altro autore satirico, lo scrittore di fantascienza Leonid Kaganov. Per quasi vent'anni la poesia sociale russa di intonazione ironica, servendosi di un umorismo più o meno feroce e di giudizi taglienti, ha "rielaborato" letteralmente qualsiasi spunto informativo. Il potere incassava i colpi dei poeti, ma restava indifferente alle critiche, per lo meno finché la satira non arrivava a coinvolgere un pubblico di portata televisiva.  

Kaganov afferma che "Gli stornelli satirici (preferisco usare appunto questo termine) solitamente si rivolgono a un pubblico vasto, pertanto la misura e lo stile impiegati nella maggior parte dei casi sono tradizionali, senza esperimenti poetici troppo complessi e metafore ardite". Per questa ragione spesso ai poeti ironici viene rifiutato il diritto di appartenenza alla casta dei poeti seri, autentici, anche se non si può negare che molti di questi componimenti siano realizzati con una certa finezza e con vera maestria poetica.

 

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L'autore di questo articolo è uno scrittore e critico letterario vincitore del premio "Russkij Buker".

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