Video di Ruslan Faizulin e Pavel Inzhelevsky, Rbth
Sotto una delle cupole della Cattedrale dell'Intercessione della Madre di Gesù sul Fossato - popolarmente nota come Cattedrale di San Basilio - vi è un gallo giocattolo lasciato da un bambino di quattro anni. Un giorno d'inverno, il piccolo Petya ha fatto visita alla cattedrale, accompagnato dalla madre, e ha ascoltato i canti liturgici russi. Il coro stava eseguendo la Preghiera del Signore. Petya è rimasto talmente affascinato dalla melodia del canto che la madre ha dovuto tardare un po’ prima di convincerlo a lasciare il luogo di culto. Il bambino è rimasto seduto in silenzio, ascoltando attentamente la musica. Alla fine, ha regalato ai coristi il suo gallo giocattolo. Il coro “Doros”, il cui nome tradotto dal greco significa "dono spirituale”, si esibisce tutti i giorni presso la Cattedrale di San Basilio, facendo solo un paio di minuti di pausa tra un pezzo e l’altro. "Siamo dei veri uomini russi e noi non ci lamentiamo se le nostre corde vocali si stancano. Quando si fanno lavori come questo, bisogna avere un’anima forte dentro", afferma uno dei coristi. Ognuno di loro ha la propria storia di come si è appassionato alla musica, e quasi tutte hanno inizio nell’infanzia.
I componenti del coro si sono incontrati per la prima volta a Mosca più di dodici anni fa e hanno cominciato subito a lavorare insieme. In un primo momento, si esibivano presso il Convento di Novodevichy, poi si sono trasferiti a San Basilio. "Ognuno di noi ha avuto un momento nella vita in cui avrebbe potuto smettere di fare musica e iniziare a fare qualcosa di diverso. Ma a un certo punto ci siamo incontrati tutti qui", ricorda il cantante Vruir Ananikian. Tecnicamente, è inesatto descrivere il coro della Cattedrale di San Basilio come “russo”. Vruir Ananikian è di origine armena ed è arrivato in Russia dalla Georgia; Egor Chernegov-Nomerov viene dalla regione degli Urali, anche se è nato a Minsk, in Bielorussia. Eppure tutti si considerano russi e sostengono che "l’essere russo non ha nulla a che vedere con il sangue, bensì con uno stile di vita e una mentalità". "Quando vai all'estero, ti senti subito russo. La musica spirituale occidentale è meditativa, mentre quella russa è reale, almeno per come la percepisco io. Durante un rito religioso ortodosso, tutto viene portato al massimo: vesti sontuose, chiese sontuose, al cui interno l’atmosfera è festosa e positiva", spiega Chernegov-Nomerov.
Musica per l’anima e religione
La cultura ecclesiastica, e con essa la musica corale, hanno iniziato a svilupparsi nell'antica Rus a partire dal X secolo. Lo zar Ivan il Terribile, che regnò nel XVI secolo, era un grande intenditore di musica sacra ed egli stesso compose diversi pezzi. Fu proprio durante il suo regno che la cattedrale di San Basilio fu fondata.
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La mia musica per difendere la pace |
"Fintantoché ci sarà la Chiesa ortodossa russa, la musica sacra russa continuerà a esistere. Anche quando lo Stato cercò di distruggere tutto, la gente continuava comunque a cantare musica spirituale, limitandosi a sostituire i testi religiosi con quelli secolari", spiega Alexander Gorbatov, il tenore del coro. Le persone che vanno spesso in chiesa, in realtà, non notano quanto bello sia il canto liturgico. Sono così perse nei loro pensieri e nella preghiera che non apprezzano il canto del coro alla pari di un concerto. Per i Doros, una preghiera è soprattutto un appello emotivo e per questo cercano di vivere ogni canzone che interpretano. "A volte si hanno dei momenti così magici che suscitano delle emozioni davvero forti. Se riesci a cantare in modo che la canzone non solo piaccia alla persona che la sta ascoltando, ma che essa partecipi anche emozionalmente al canto e condivida con te questi momenti, ciò è la cosa migliore che un artista possa sperimentare e raggiungere", racconta Ananikian.
Con le mani coperte di olio da motore e gli occhi pieni di ammirazione
Dopo ogni esibizione, i coristi vengono spesso circondati da spettatori impressionati. “Venite anche da noi a cantare”, esclama una donna inglese. “Grazie, ma ci troviamo bene anche qui in Russia”, rispondono i musicisti. Una turista tedesca, dopo aver ascoltato alcuni brani eseguiti dal coro, afferma: "I tedeschi amano questo tipo di musica, ma solo un russo può capirla veramente". Le persone che visitano la cattedrale vi entrano con gusti e valori diversi, ma tutte rimangono affascinate dal canto. "Una volta tra il pubblico c'era un camionista; aveva le mani coperte di olio da motore. Stavamo cantando "Conferma, o Dio" di Kosolapov. Aveva gli occhi pieni di ammirazione. Era fermo in piedi e ci guardava come un bambino, incapace di proferire parola”, ricorda il solista del coro. Anche l’attore americano David Duchovny, che ha recentemente girato uno spot russo, è stato qui. Durante la sua visita alla città di Mosca, ha ascoltato il coro cantare ed è rimasto così impressionato che ha fatto una foto assieme a loro.
Arte o mestiere?
Qualche tempo fa, i cantanti del coro si sono trovati di fronte a una scelta: continuare con la loro vocazione o “lavorare”. Il problema è che in Russia fare musica, raramente, viene visto come un lavoro. “È così che ci guadagniamo da vivere. Il canto è prima di tutto un mestiere e se una persona, che è musicista, riesce a non dedicarsi alla musica per un po', ciò significa che si trova nel posto sbagliato", spiega Chernegov-Nomerov. I componenti del coro Doros confessano di cantare anche nel sonno: “Alcune persone volano nei loro sogni, noi invece cantiamo. Gli artisti hanno dentro di sé una grande gentilezza, emozioni. Durante un tour in Francia, una volta, mi sono svegliato al sentire che i miei due amici cantavano all'unisono nel sonno", ricorda Alexander Gorbatov. I cantanti si lamentano spesso del fatto che in Russia vengono investite somme ingenti di denaro in progetti assurdi in nome dell'arte mentre loro vengono ignorati. Tuttavia, sentono di trovarsi nel posto giusto e non hanno alcuna intenzione di lasciare il Paese. Nel frattempo, i visitatori della Cattedrale di San Basilio continuano ad ammirare non solo la bellezza e lo splendore dell’edificio, ma anche le incantevoli voci del suo coro.
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