Il cuore italiano dell’Ermitage

Dopo anni di attività a Ferrara, la filiale italiana del museo pietroburghese riparte da Venezia con progetti scientifici, espositivi e di ricerca. Per consolidare le relazioni tra Russia e Italia, e dare sempre maggiore risalto al legame che unisce i due paesi, soprattutto nel campo delle arti
 
Maurizio Cecconi (Foto: ufficio stampa)

“Venezia e San Pietroburgo si assomigliano molto. Si guardano e si riconoscono. E non è un caso che il Centro Ermitage Italia, dopo anni di attività a Ferrara, sia stato trasferito proprio nella città lagunare”. Maurizio Cecconi, fino a poco tempo fa segretario generale di Ermitage Italia e attuale amministratore delegato di Villaggio Globale International, società partner dell’Ermitage in Italia, spiega il lavoro di questa “filiale”, specializzata nello studio delle opere italiane nel museo pietroburghese e impegnata a mantenere vivi i rapporti artistici e culturali tra i due paesi.

“Oltre all’organizzazione di mostre, come quella sull’arte e il vino che verrà inaugurata a Verona la primavera prossima, assegniamo borse di studio a studenti e ricercatori: dal 2008 ad oggi ne abbiamo distribuite circa un centinaio. Per il prossimo anno ne sono previste fino a quindici”. A beneficiare di queste borse di studio sono perlopiù giovani ricercatori segnalati dalle università e selezionati dal comitato scientifico, così come studiosi che lavorano all’interno dello stesso Ermitage. 

Il direttore dell'Ermitage

"Siamo molto grati al Comune di Venezia che ha preso la decisione di ospitare la sede permanente dell’Ermitage Italia in questa incomparabile città che rappresenta un museo a cielo aperto. Importanti, per l’ampliamento delle relazioni e dei progetti di cooperazione culturale tra i nostri due Paesi, sono stati e saranno i protocolli di collaborazione con città e Istituzioni italiane. Ora che Venezia ospita Ermitage Italia ci auguriamo che questi accordi troveranno ulteriore conferma in progetti scientifici, espositivi e di restauro congiunti".
Mikhail Piotrovsky, Direttore Generale del Museo Statale Ermitage 

“Abbiamo quasi ultimato il nuovo catalogo, il quarto, dedicato alle opere italiane all’Ermitage”. Curato da Sergei Androsov, il catalogo riguarda la scultura del XVII e XVIII secolo e verrà stampato nei prossimi mesi. “Abbiamo ultimato la parte di ricerca e siamo passati ora alla fase di documentazione fotografica per avere nuove immagini - spiega Cecconi -. Il testo è già stato consegnato all’editore e a breve si darà il via alla stampa. Si tratta di cataloghi scientifici con saggi dei curatori russi tradotti in italiano, realizzati però in modo tale da essere fruibili da un pubblico ben più ampio, anche di non addetti ai lavori”.

Oltre a questo lavoro, negli anni sono stati pubblicati anche cataloghi sulle opere pittoriche del Trecento e Quattrocento, sulle opere pittoriche del Seicento e un catalogo sulla scultura rinascimentale. “Da quando l’Ermitage Italia si è trasferito a Venezia, lasciando la vecchia sede di Ferrara - prosegue Cecconi -, non ci sono stati cambiamenti sostanziali nella sua attività. Collaboriamo molto con le due università veneziane, e alcuni ricercatori da noi sostenuti escono proprio da questi atenei”.

E proprio da Venezia, dalla prestigiosa sede delle Procuratie Vecchie in Piazza San Marco, il Centro Ermitage Italia si prepara a intrecciare le future collaborazioni per nuovi studi e ricerche in tutta Italia, riprendendo il contributo al progresso scientifico sviluppato negli anni passati. “Abbiamo diversi protocolli d’intesa anche con altre città italiane - conclude Cecconi -. Per esempio con Lecce, Prato, Pavia, Padova, Trieste, Firenze e con la regione Campania. Con queste città collaboreremo per promuovere studi legati al Barocco, ai tessuti, alla pittura spagnola e ai capolavori di Giotto. La nostra missione è quella di coordinare le convenzioni: facciamo da ponte con San Pietroburgo, riuscendo a coinvolgere in Russia le persone giuste che possano apportare contributi validi e concreti per l’ampliamento degli studi”.

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