Quella Mosca nostalgica sul red carpet di Venezia

Una scena tratta dal film "A zonzo per Mosca", presentato nella sezione "Classici" del Festival del Cinema di Venezia (Foto: Ria Novosti)

Una scena tratta dal film "A zonzo per Mosca", presentato nella sezione "Classici" del Festival del Cinema di Venezia (Foto: Ria Novosti)

Al Festival del Cinema, nella sezione “Classici”, il capolavoro senza tempo di Danelija, “Ya shagayu po Moskve”. Nel 50esimo anniversario della sua produzione, Rbth vi accompagna alla scoperta dei luoghi della capitale russa che hanno fatto da sfondo al film

È il film simbolo del breve periodo di liberalismo nella storia sovietica. Nonché uno dei migliori ritratti su pellicola di Mosca. “Ya shagayu po Moskve” (A zonzo per Mosca) quest’anno ha compiuto cinquant’anni. Ed è stato inserito nella sezione “Venezia Classici” del Festival del cinema di Venezia. RBTH ha redatto una guida sul film e sulla Mosca presentata nella pellicola.

Piazza Rossa. Magazzini GUM. Disgelo

I protagonisti del film camminano per la piazza Rossa. Si tratta della piazza principale del paese, qui, al Cremlino, vengono prese le decisioni politiche più importanti. La nuova politica del paese, denominata dal popolo “Ottepel’” (disgelo), viene associata al Cremlino.

È questo un periodo di liberalizzazione della società che va dalla metà degli anni Cinquanta fino alla metà degli anni Sessanta, quando in Unione Sovietica era in corso il processo di destalinizzazione del paese. Nel 1956 si era tenuto il XX congresso del partito Comunista, in occasione del quale, grazie al nuovo leader Nikita Chruschev, veniva condannato il culto della personalità di Iosif Stalin. Fu allora che ebbe dunque inizio la riabilitazione dei prigionieri politici e che nel 1957, a Mosca, si svolse il primo festival internazionale della gioventù, al quale accorsero 34.000 ospiti da 131 paesi.

Sempre sulla piazza Rossa si trovano i magazzini GUM. Lì, l’eroe del film fa conoscenza con la giovane commessa del reparto dischi. Si tratta del principale complesso commerciale del paese, visitato letteralmente da tutti quelli che arrivavano a Mosca. C’era chi ci andava per i souvenir, qualcuno invece per gli articoli in deficit, quelli più difficili da trovare, qualcun altro infine semplicemente per provare il gelato più buono del paese. Il GUM è il simbolo della prosperità e del benessere.

Mosfilm. Georgij Danelija

Il regista del film, Georgij Danelija (Foto: Itar Tass)

Tutta la vita Danelija ha girato film alla Mosfilm, la principale industria cinematografica del paese. Fra di essi, i più popolari sono “Ne gorjuj” (Non rattristarti), “Osennij marafon” (Maratona autunnale), “Mimino”, “Pasport”. Il film “A zonzo per Mosca” è uno dei primi in Unione Sovietica a mettere in mostra le possibilità stilistiche del Neorealismo italiano e della nouvelle vague francese. Non è un caso che in quello stesso 1964 al festival di Cannes abbia vinto il film francese “Les parapluies de Cherbourg”, molto simile al capolavoro di Danelija.

Aeroporto Sheremetevo. Trama

La trama racconta la semplice storia, senza pretese, di un giovane operaio dalla Siberia che ha pubblicato un racconto sul giornale della capitale ed è arrivato per fare quattro chiacchiere con un noto scrittore di Mosca. Lì fa la conoscenza di un giovane operaio della metropolitana e per la durata dell’intero film i due gireranno per le strade di Mosca d’estate, finendo nelle situazioni più svariate. È a “Sheremetevo” che atterra il nostro eroe, il principale aeroporto del paese.

VGIK. Gennadij Shpalikov

Foto: Lori/ Legion Media

Questo film è il trionfo di Gennadij Shpalikov, scenarista e autore del testo della canzone che diverrà simbolo di un’intera generazione, colonna sonora del film. Shalikov è una delle figure centrali degli anni Sessanta, scenarista, poeta, regista. Scomparve in età molto giovane. A distanza di molti anni dalla morte venne eretto un monumento in suo onore all’ingresso del VGIK (l’istituto di cinematografia). Questo è un monumento a tre studenti dell’istituto che avevano celebrato il loro al’ma mater: Andrej Tarkovskij, Vasilij Shukshin e Gennadij Shpalikov.

La stazione della metropolitana “Universitet”. La canzone “A zonzo per Mosca”

“Nel mondo, succede, tutto va bene/ Il perché non lo capisci subito/ Solo la pioggia estiva è scesa/ Una normale pioggia estiva...”. La canzone “A zonzo per Mosca” (musica di Andrej Petrov, testo di Shpalikov) nell’esecuzione di Nikita Mikhalkov è divenuta uno dei principali brani sovietici sulla capitale, alla pari con “Le serate dei sobborghi moscoviti” (Podmoskovnye vechera). La cantavano e la cantano tutt’ora a distanza di ormai mezzo secolo.

Il poeta Mikhalkov la canta alla fermata della metro “Universitet” alla fine del film. E questo è logico, lui infatti è un costruttore della metropolitana, un rappresentante della classe operaia. L’immagine della metropolitana e dei suoi costruttori rappresenta molto.La metropolitana di Mosca era l’orgoglio di tutto il paese, era il tempio dei successi sovietici. Ogni nuova fermata era un prodotto d’arte. Le stazioni venivano rivestite di marmo, vi posavano mosaici di livello pari ad opere da museo, vi mettevano monumenti. Gli operai e i contadini provenienti da tutti gli angoli del paese dovevano provare l’orgoglio per i risultati ottenuti e palesemente dimostrati nelle stazioni. La metropolitana, alla pari con VDNKH (Centro espositivo di tutte le Russie), il parco Gorky e altri luoghi d’interesse culturale rientravano nell’immaginario del sistema di educazione ideologica.

Parco Gorky. Atmosfera

Lieve, luminoso, arioso è il lavoro del cineoperatore Vadim Jusov, il quale proprio prima di girare questo film aveva finito le riprese del film “L’infanzia di Ivan” (Ivanovo detstvo) di Andrej Tarkovskij. Più tardi, Jusov girò con Tarkovskij il film “Solaris”. Una delle scene più brillanti del film è quella nel parco Gorky, dove i protagonisti inseguono un turista e per poco non finiscono dalla polizia.

Monumento a Sergej Mikhalkov. Attori

Foto: Ria Novosti

Il cast degli attori è indovinato, scelto in maniera davvero eccellente, i giovanissimi Galina Pol’skich, Evgenij Steblov, Aleksej Loktev hanno recitato con trasporto, l’energia della loro interpretazione era palpabile fino alla fine. Ad accompagnarli inoltre gli splendidi attori di commedia nel ruolo dei personaggi più anziani recitati da Rolan Bykov, Vladimir Basov, Lev Durov. Molti di loro erano stelle di prim’ordine, altri invece in seguito lo sono diventati. Per molti anni questo è stato uno dei più stellari film sovietici.

Uno dei ruoli principali è stato recitato dall’attore diciottenne e regista Nikita Mikhalkov (che ricevette in seguito l’Oscar per il fim “Sole ingannatore” -Utomlennye solntsem). Lui ha saputo dare quel tono ingenuo dell’affascinante operaio, generosamente condividendo l’ottimismo e l’umanità di quest’ultimo con gli spettatori. Il padre di Nikita Mikhalkov è il poeta Sergei Michalkov, autore delle parole dell’inno dell’Unione Sovietica e della Russia. Ora, in via Povarskaja è stato messo un monumento accanto alla casa dove egli visse con la moglie i figli, i registi Nikita Mikhalkov e Andrei Konchalovskij.

Il boulevar di Chistye Prudy

Un cane morde l’esordiente scrittore dalla Siberia e l’operaio della metropolitana, Kolja, lo invita a casa sua. Chistye prudy è un posto storico, nel XVII secolo lì si trovavano delle paludi sporche, dove venivano gettati i rifiuti, già dal 1703 però, il grande appezzamento venne comprato dal più vicino associato dello zar Pietro I, Aleksandr Menshikov che aveva ordinato di ripulirlo. Da allora il luogo ha preso il nome di Chistyj (pulito, purificato). Questo è ora un posto descritto in molti libri, dove i moscoviti vanno a passeggiare e vengono girati film. 

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