Una scene di "Dalla Russia con Amore" (Fonte: kinopoisk.ru)
Lo spionaggio è stato per decenni uno dei temi ricorrenti del cinema, tanto a Hollywood quanto nell’Unione Sovietica. I film di James Bond sono un classico del genere. Nella pellicola “Dalla Russia con amore” troviamo due personaggi russi: la magnifica Rosa Klebb, una ex-ufficiale sovietica del KGB, e la raffinata Tatiana Romanova. Tatiana oltre a riuscire a sedurre James, il che non è facile, è anche un’ottima tiratrice. Rosa, invece, assomiglia di più a un uomo in gonnella, ma anche lei, come Bond, ha le sue armi segrete: dei pugnali nascosti negli stivali. Rosa e Tatiana rappresentano rispettivamente la minaccia e la seduzione, due immagini dell’Unione Sovietica. In un altro film di James Bond, “GoldenEye” (1995) queste due immagini convergono in una sola, quella della sexy colonello Xenia Onatopp, che cerca di strangolare con le proprie gambe il povero James Bond dopo averlo sedotto. Il film fu girato a Hollywood in reazione all'operazione militare in Cecenia. Nella pellicola i russi sono ritratti come degli oppressori, nonostante figurino anche creature fragili come, ad esempio, la poetica Natasha Simonova, con il suo tenero cardigan grigio.
Personaggi cliché
I modelli femminili presentati nei film di James Bond subiscono una reinterpretazione leggermente diversa nella pellicola “Indiana Jones e il regno del teschio di cristallo” (2008). Nel film in questione, una brillante Cate Blanchett interpreta l’ufficiale Irina Spalko, incaricata di dirigere un gruppo di agenti del Kgb. Una scena, che merita particolare attenzione nel film, è quella in cui il gruppo di agenti organizza una festa nel deserto dell'Arizona con vodka, falò e danze tradizionali. I membri del leggendario comitato sovietico sembrano delle persone divertenti più che dei professionisti in cospirazioni. In un altro film, "Incubo rosso", del 1962, un gruppo di agenti dell’Nkvd, passeggiano spensierati per New York con indosso le proprie uniformi militari. Arriviamo così alla seconda immagine più diffusa, nell’immaginario visivo anglo-americano, della spia/nemico sovietico: la caricatura dell’intrepido idiota.
Nel giugno del 2010 si verificò uno scandalo relazionato con lo spionaggio che non fece altro che alimentare ancor di più il genio creativo di Hollywood. In America vennero scoperti diversi agenti russi sotto copertura. Tra di loro c'era anche l'affascinante Anna Chapman. In tutta risposta, nel 2012 uscì, sul grande schermo, il film “The Avengers”; tra i personaggi principali troviamo “Vedova Nera”, una spia interpretata da Scarlett Johansson, che assomiglia in maniera impressionante alla Chapman. Vedova Nera non solo è affascinante ma anche misteriosa. Si tratta di un personaggio che riunisce tutte le immagini preferite dai registi americani in tema di spie russe e disertrici. Ideata durante il periodo della Guerra Fredda, quale personaggio dei fumetti per poi essere, solo in un secondo momento, rispolverata e portata sul grande schermo, Vedova Nera vanta un’intelligenza superiore, superpoteri e una discendenza aristocratica: di cognome fa, infatti, “Romanov”, il cognome degli Zar di Russia.
Capolavori indiscussi del genere, in Occidente, sono le pellicole basate sulle spy stories del re dello spionaggio britannico, John Le Carré. Un esempio: il film del 2011 “La Talpa”. Si tratta di una storia classica di spionaggio, in cui l’antagonismo tra l’intelligence britannica e quella sovietica viene presentato come una snervante partita a scacchi. Questa volta la spia sovietica non ha nulla da invidiare in termini di intelligenza, capacità logiche, bellezza e abilità di gioco al protagonista.
La risposta russa a Hollywood
Per quanto paradossale possa sembrare, i film di spionaggio sovietici (e poi russi) sono molto simili a quelli prodotti a Hollywood. Allo stesso modo, il genere si divide in film classici di spionaggio e film in cui le spie vengono ritratte in maniera caricaturale. Per gli amanti del genere, nell’Unione Sovietica, vennero prodotti due gioielli televisivi perfettamente comparabili, in termini di qualità della trama, ai romanzi di John le Carré. Il primo è la saga “Oshibka rezidenta” (L’errore del residente), “Sudba rezidenta” (Il destino del residente), “Vozvrashchenie rezidenta” (Il ritorno del residente) e “Konets operatsii “Rezident”” (La fine dell’operazione “Residente”), in cui l’attore sovietico Georgy Zhzhenov interpreta brillantemente un detective che in un primo momento lavora per i servizi speciali occidentali e poi passa a collaborare con il Kgb. Il secondo è l’epopea cinematografica “TASS upolnomochen zayavit” (TASS è autorizzato a dichiarare), dove l'intrigo tra gli agenti segreti occidentali e sovietici si sviluppa nei territori dei Paesi del terzo mondo.
Più tardi, nell’Unione Sovietica, il genere dei film di spionaggio assume un carattere prominentemente caricaturale, alla pari delle pellicole hollywoodiane, come, ad esempio, il film del 1985, “Kontrakt veka” (Contratto del secolo), in cui troviamo la spia Mr Smith che non è che un semplice bugiardo incompetente, o “Zerkalnye voyny. Otrazhenie pervoe” (Guerre di specchi. Primo riflesso), nel quale la Cia sta indagando su dei progetti segreti dell’aviazione militare. Gli agenti della Cia vengono ritratti come dei personaggi squilibrati simili a dei maniaci, il cui obiettivo principale è scatenare una terza guerra mondiale.
Spie moderne
Ultimamente in Russia sono state girate diverse serie televisive basate sulla Seconda Guerra Mondiale, un argomento che va a braccetto con quello delle “spie”. La serie “Likvidatsiya” (Liquidazione), del 2007, parla di un gruppo di spie nella città di Odessa dopo la guerra, mentre “Apostol” (Apostolo), del 2008, racconta di come una spia sovietica riesce a infiltrarsi nelle truppe della Wehrmacht. Anche gli Stati Uniti, di recente, hanno compiuto degli importanti passi avanti per quanto riguarda le serie di spionaggio. In “The Americans”, un gruppo di agenti del Kgb dell’epoca di Reagan viene presentato in maniera piuttosto dignitosa e con un tocco di ironia. La serie “The Assets”, infine, racconta in maniera piuttosto decorosa la storia di un ufficiale del servizio di controspionaggio della Cia che, negli anni '80, cambia di fazione e passa al Kgb.
Tutti i diritti riservati da Rossiyskaya Gazeta
Iscriviti
alla nostra newsletter!
Ricevi il meglio delle nostre storie ogni settimana direttamente sulla tua email