Tra Italia e Russia è Amore Elementare

L’attrice italiana Cristiana Capotondi nel ruolo di Sara, l’insegnante di pattinaggio artistico (Foto: Ufficio Stampa)

L’attrice italiana Cristiana Capotondi nel ruolo di Sara, l’insegnante di pattinaggio artistico (Foto: Ufficio Stampa)

Nell'opera prima del regista Sergio Basso, la storia di sei giovani atleti di hockey sul ghiaccio di Alleghe, paesino delle Dolomiti, che si ritroveranno a Mosca per una sfida con i coetanei della Federazione

Approderà in Italia sul grande schermo il prossimo 20 febbraio “Amori elementari” (98 minuti, distribuzione Academy Two), il film sui primi amori dell’infanzia che narra le peripezie di sei giovani atleti, tutti tra i 10 e gli 11 anni, di una polisportiva di hockey sul ghiaccio e pattinaggio artistico di Alleghe, paesino delle Dolomiti, che si ritroveranno poi a Mosca per una sfida con i coetanei russi.

Nata da una coproduzione che vede al fianco Italia e Russia (con il Centro sperimentale di Cinematografia Production, la Sharon Cinema production, Rai Cinema e la Zori Film, casa cinematografica di Mosca di Uliana Kovaleva), la pellicola  - opera prima del giovane regista Sergio Basso - è stata realizzata con un cast che rispecchia la collaborazione tra i due paesi.

Gli attori protagonisti infatti vanno dall’italiana Cristiana Capotondi (nel ruolo di Sara, l’insegnante di pattinaggio artistico), che ha descritto il suo personaggio come “una fata turchina che aiuta i bambini a raggiungere un proprio obiettivo, come quello di ottenere una medaglia, o a risolvere l’amore in crisi del suo amico e collega russo Ivan”, fino ai russi Andrey Chernyshov (nel ruolo di Ivan, il maestro di hockey su ghiaccio), e Maxim Bychkov (Alexsej) e Anna Potebnya (Katerina), due dei sei bambini al centro della storia, i cui personaggi si trasferiscono entrambi dalla Russia in Italia, il primo insieme con la famiglia, la seconda per raggiungere i genitori italiani da cui viene adottata.

Una scena del film, in uscita il 20 febbraio (Foto: Ufficio Stampa)

Le loro vicende s’intrecciano con quelle degli altri quattro piccoli protagonisti: Agata, interpretata da Rachele Cremona, ribelle e indipendente, giunta ad Alleghe per il nuovo lavoro del papà; Matilde (Laura Gaia Piacentile), dolce e solare, alle prese con un giornalino di cronaca e gossip; Tobia (Andrea Pittorino), campione della squadra di hockey su ghiaccio e migliore amico di Alexsej; Ajit (Bonny Mappilamattel), bambino timido e silenzioso di origini indiane la cui indole sognatrice sfocia nei dialoghi con il suo amico immaginario.

Sono loro gli ingredienti fondamentali di una fiaba italo-russa interamente dedicata all’amicizia e alle prime pulsioni d’amore che fanno capolino tra le membra ancora acerbe e i volti innocenti dell’ultimo anno di scuole elementari, quando si è in bilico tra l’infanzia e l’adolescenza.

Una scena del film, in uscita il 20 febbraio (Foto: Ufficio Stampa)

Ma c’è un altro grande protagonista nel film che fa da collante tanto nella narrativa quanto nelle relazioni tra i suoi personaggi: lo sport. Non a caso l’opera cinematografica ha ricevuto il patrocinio morale del Comitato Olimpico Nazionale Italiano (CONI) oltre che il saluto del presidente Giovanni Malagò durante la presentazione alla stampa, battezzandolo sotto la buona stella dei Giochi Olimpici di Sochi che si svolgono proprio in questi giorni in Russia.

“Amori elementari’ – afferma Malagò nella nota - si sviluppa mettendo al centro hockey su ghiaccio e pattinaggio artistico, discipline nevralgiche del programma dei Giochi Olimpici Invernali, e una polisportiva che diventa in realtà luogo di ritrovo e condivisione, destinata a raccontare i primi passi dei protagonisti nella società. Credo si tratti di un messaggio, straordinariamente attuale, destinato a incentivare la promozione dell’attività fisica nella fascia d’età di passaggio che porta all’adolescenza”.

L'attrice Cristiana Capotondi sul set (Foto: Ufficio Stampa)

Ed è infatti proprio attraverso lo sport, passando dal campo di ghiaccio di Alleghe a quello di Mosca, dal paesaggio innevato delle Dolomiti a quello della capitale moscovita, che si realizza il “ponte” tra Italia e Russia.

Un confronto tra due culture ben noto al regista, Sergio Basso, specializzato in studi orientali. Come si riesce a far dialogare questi due mondi nel film? “Per i bambini è molto più semplici far convergere le due culture, le masticano, le inglobano con grande curiosità perchè è un momento in cui si assorbe tutto, per cui c’è naturalezza nel confrontare le due culture. Se ci rifacessimo a loro nella vita adulta, sarebbe tutto molto più semplice. Il problema sono gli adulti non i bambini”, spiega il regista a Russia Oggi.

E sul suo rapporto con la Federazione Russa afferma: “Ho un grandissimo rispetto e un amore profondo per la Russia. Il mio più grande maestro è russo: Jurij Alschitz, con cui ho lavorato tre anni, alla Gitis, l’Accademia di Arte Drammatica di Mosca. Durante quel trienno, circa 14 anni fa, sono stato molte volte a Mosca, ed ho bellissimi ricordi di spettacoli meravigliosi durante i quali, proprio grazie a Jurij, ho imparato molte cose su come lavorare sul personaggio”.

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