La ricerca della danza perfetta

La Scuola di Ballo del Teatro Bolshoj di Mosca sul palco (Foto: Ufficio Stampa)

La Scuola di Ballo del Teatro Bolshoj di Mosca sul palco (Foto: Ufficio Stampa)

Gli allievi della scuola di ballo del Bolshoj sul palco de La Scala di Milano. Per uno spettacolo, previsto questa sera, nel nome della solidarietà

Un incontro tra eccellenze. Nel nome della beneficenza. Questa sera, alle ore 20.00, la Scuola di Ballo del Teatro Bolshoj di Mosca si esibirà sul palcoscenico del Teatro alla Scala di Milano per una serata promossa dalla Fondazione EY Italia Onlus. A fare gli onori di casa la Scuola di Ballo dell’Accademia Teatro alla Scala, diretta da Frédéric Olivieri, che ricambia l’invito dello scorso autunno a Mosca ospitando a Milano la Scuola di Ballo del Teatro Bolshoj. Una preziosa occasione per ammirare quelle che potrebbero diventare le stelle del balletto russo, dopo il diploma alla leggendaria accademia moscovita diretta da dodici anni da Marina Leonova.

Già Prima ballerina del Bolshoj, referente nel mondo per il metodo didattico moscovita, insignita di numerosi riconoscimenti tra cui il titolo di “Artista del Popolo”, è la stessa direttrice ad anticiparci dalla capitale russa programma e aspettative dell’eccezionale trasferta milanese.

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 “Siamo felici di debuttare su questo storico palcoscenico, insieme alla Scuola di Ballo del Teatro alla Scala e alla Scuola di Ballo dell’Opéra di Parigi, l’altra grande accademia invitata. Questo spettacolo sigla un cerchio di inviti, visto che lo scorso anno ci siamo incontrati a Parigi, all’Opéra Garnier, per il Gala dei 300 anni della scuola francese, e poi a Mosca, al Palazzo del Cremlino, per gli spettacoli dei 240 anni della nostra accademia".

Il primo brano che presentate alla Scala è l’”Adagio della rosa” dal balletto La Bella addormentata. Quali le ragioni della scelta?

“La nostra è una scuola di balletto classico e questo Adagio con coreografia di Petipa e musica di Tchaikovsky rappresenta la tradizione e l’eredità russa. Un brano difficile tecnicamente, da Prima ballerina. I movimenti della braccia, della testa, del corpo non devono essere solo espressivi, ma corrispondere alle peculiarità stilistiche di quell’epoca. Alla Scala sarà interpretato dalla nostra allieva Anna Nevzorova, che si diplomerà nel 2015: grande talento, linee squisite, bei piedi, ha già vinto un importante premio e confidiamo che diventi un’ottima Prima ballerina".


La direttrice della Scuola, Marina Leonova (Foto: Ufficio Stampa)

Il secondo brano, Fragment from Cembalo Concerto, su musica di Bach, porta la firma di un coreografo italiano, Davide Bombana. Come rappresenta la vostra scuola?

“La nostra accademia è sempre stata interessata anche alla coreografia moderna. Otto sono gli allievi che interpretano questo brano, ideale perché ognuno possa esprimersi ed essere valutato artisticamente. È un balletto che abbiamo in repertorio da diversi anni e ogni volta appare diverso.”

Quali sono le principali caratteristiche del metodo di insegnamento della Scuola di Ballo del Teatro Bolshoj e che doti devono avere i  vostri allievi?

“Da 240 anni il nostro metodo di insegnamento mira a formare un allievo capace di danzare ogni tipo di coreografia, classica e moderna, e a rispondere alle esigenze dei diversi coreografi. Nel selezionare i nostri allievi poniamo attenzione alle doti fisiche: gambe lunghe con bei piedi arcuati, collo da cigno, testa piccola, figura proporzionata, apertura ed elasticità naturali, ma anche espressività, musicalità, coordinazione e disciplina. Lo studio del balletto è sempre stato molto popolare in Russia, ma tra i tantissimi aspiranti allievi della nostra accademia dobbiamo scegliere quelli di maggior talento".

Tra gli ospiti a Mosca per i 240 anni della vostra accademia, che impressione vi aveva fatto la Scuola di Ballo del Teatro alla Scala?

“Abbiamo constatato che la Scuola della Scala punta sia sulla preparazione classica che moderna. Nel classico abbiamo ammirato l’alto standard e lo stile russo e con un pizzico di invidia abbiamo apprezzato i capolavori dei maestri del ‘900 che hanno in repertorio".

Dopo questo spettacolo ci sono progetti di altri scambi?

“Ce lo auguriamo, perché sono sempre occasioni di arricchimento. Nel corso del festival di Mosca per l’anniversario della nostra accademia abbiamo organizzato masterclass tenute da maestri nostri e della scuole invitate. Siamo dunque aperti ad ogni iniziativa del genere, utile per i nostri allievi come per quelli stranieri".

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