Al termine della Seconda Guerra Mondiale le cantanti femminili erano molto richieste per intonare brani patriottici (Foto: Ria Novosti)
Vestivano in maniera semplice. Preferibilmente patriottica. L'importante, comunque, era non mostrare la pelle. Nemmeno sul palco. Questa regola inflessibile, secondo la quale durante lo spettacolo non doveva esserci nessuna allusione al sesso, è rimasta in vigore per tutto il periodo sovietico. Come dimenticare, d'altronde, quella frase che ha fatto la storia: "In Unione Sovietica il sesso non esiste", pronunciata durante una trasmissione televisiva da una rappresentante del “Comitato delle donne sovietiche” nel 1986.
Nell'epoca di Stalin, infatti, il prototipo della cantante femminile avevano l’aspetto patriottico e modesto di una donna in abito lungo grigio. Prima della Seconda Guerra Mondiale, la maggior parte delle cantanti pop russe dell’Unione Sovietica eseguiva brani folk tradizionali e canzoni romantiche del XIX secolo. Le cantanti godevano, in ogni caso, di alcune libertà. Per esempio cantavano nei film sovietici, dove potevano addirittura ballare. Furono molti, infatti, i musical e le commedie realizzati negli studi cinematografici statali.
La prima cantante pop più che acquistò fama e notorietà in Unione Sovietica fu senza alcun dubbio l’attrice Lyubov Orlova (1902-1975), moglie del regista Grigori Aleksandrov, fra i più amati da Stalin. I film di Aleksandrov prospettano un nuovo modello di uomo sovietico, e nelle sue pellicole fece recitare la moglie Orlova nel ruolo di protagonista.
Dopo la Seconda Guerra mondiale vi fu molta richiesta di cantanti femminili, in particolare per le canzoni patriottiche, molto di moda in quel periodo. In Klavdia Shulzhenko (1906-1984) che cantava con voce morbida e intensa, alleviando le sofferenze dei cittadini sovietici che dopo la guerra erano andati incontro a tempi molto difficili, si trovò una risposta a questa esigenza. Il suo primo long playing fu pubblicato nel 1954.
Dopo la morte di Stalin, sotto Krusciov ebbe inizio una specie di liberalizzazione, che durò fino alla metà degli anni Sessanta. Alla ribalta arrivarono alcuni nuovi modelli di cantante femminile, tra le quali Helena Velikanova (1922-1998) che acquistò notorietà con la sua canzone di successo "Landishy" (Mughetti). Helena Velikanova incise qualche altra canzone molto popolare, finché in seguito a un intervento medico mal riuscito perse la sua voce alta e squillante.
Edita Piekha (classe 1937) è stata una cantante molto particolare per la scena pop in epoca sovietica. Era nata a Parigi da genitori polacchi e arrivò in Unione Sovietica per studiare all’Università statale di Leningrado. La sua carriera iniziò nel 1957, quando entrò a far parte della band pop "Druzhba" (Amicizia). La sua caratteristica era il suo forte accento polacco.
Anna German (1936-1982) è stata un’altra cantante polacca, famosa per la sua abilità nel cantare in lingue diverse. Molti compositori sovietici scrissero canzoni appositamente per lei. Divenne celebre e arrivò sotto le luci della ribalta alla metà degli anni Settanta, per assurgere poi a cantante preferita dalle donne sovietiche di mezza età.
Per tutto il periodo della presidenza di Breznev, oggi detta comunemente "Zastoy" (Stagnazione) arrivarono alla ribalta poche generazioni di cantanti femminili pop. Tra di loro vi furono anche alcune tipiche “casalinghe” conservatrici come Maya Kristalinskaya (1932-1985) e Valentina Tolkunova (1946-2010). Ma anche cantanti più giovani e piene di energia come Alla Pugacheva (nata nel 1949) e Sofia Rotaru (nata nel 1947).
Subito dopo la morte di Breznev, il nuovo segretario generale Mikhail Gorbaciov annunciò la Perestrojka.
In tv iniziarono a esibirsi cantanti più anticonvenzionali e meno conservatrici, tra le quali alcune band pop underground che divennero subito di tendenza. Masha Rasputina (nata nel 1965) e Zhanna Aguzarova (nata nel 1962) sono soltanto due delle nuove cantanti che si affermarono durante la Perestrojka.
Con il crollo dell'Unione Sovietica, in Russia si impose un nuovo tipo di show-business che traeva ispirazione da quello occidentale. Divenne più difficile per le giovani sfondare e fare breccia nelle trasmissioni televisive nazionali, perché fu sempre più necessario avere solidi finanziatori e le giuste conoscenze. In ogni caso, negli anni Novanta emersero e arrivarono alla notorietà poche cantanti nuove, tra le quali Tatiana Bulanova (nata nel 1969), Alyona Sviridova (nata nel 1962), Valeria (nata nel 1968).
Gli anni Novanta portarono anche qualche macchia per la reputazione delle cantanti donne, in quanto iniziò a girare la voce che molte di loro negli spettacoli dal vivo di fatto cantassero in playback, perché prive di vero talento e scelte dai produttori soltanto per il loro aspetto fisico.
I sospetti sull'utilizzo del playback negli spettacoli dal vivo circolano ancora oggi in Russia. La Duma di stato russa ha addirittura approvato una legge per vietare i brani vocali in playback senza un apposito avviso sui manifesti dell’evento e sui biglietti, nel quale si legga chiaramente che la cantante si esibisce con brani vocali preregistrati.
Negli anni Duemila sono comparse sempre più di frequente le “sensazioni di una notte”: così si chiamano tutte quelle cantanti sconosciute che, dopo poche esibizioni, conquistano la notorietà diventando “la preferita del mese” grazie a video virali che girano su Internet o a qualche concorso trasmesso in televisione.
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Il gruppo femminile “Via Gra” è noto per il look particolarmente sexy delle ragazze.
L’idea di questa band era partita dalla popolarità delle Spice Girls. Alcune ex vocalist della band “Via Gra”, tuttavia, sono state in grado di sfondare e intraprendere una carriera da soliste, tra le quali Vera Brezneva, eletta nel 2007 la donna più sexy di tutta la Russia secondo la rivista Maxim.
Vale la pena ricordare che molte cantanti femminili pop russe degli anni Settanta e Ottanta sono tuttora attive: appaiono nelle trasmissioni televisive, incidono dischi, si esibiscono in video e concerti. Ma i progressi della chirurgia plastica e della farmaceutica anti-età stanno cambiando le regole dello showbiz in tutto il mondo. Quella che colpisce molte persone del mondo dello spettacolo, che dopo anni e anni alla ribalta non intendono abbandonare le scene e lasciare spazio alle generazioni più giovani, forse è un’affezione tradizionale russa ereditata dagli zar e dai segretari generali di partito. Sembra sempre che nessuno voglia mai uscire di scena!
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