"Scuoteremo la Russia", la promessa di Steven Tyler (Fonte: Reuters)
Vogliono scuotere la Russia. In pieno stile rock. Con messaggi diretti al potere politico. "Li faremo infuriare". E se la promessa arriva da Steven Tyler, c'è da fidarsi. Al concerto degli Aerosmith nella capitale della Federazione mancano ancora alcuni mesi. Ma le aspettative dei fan sono già alle stelle. E il cantante racconta la "sua" Russia.
Signor Tyler, lei terrà un concerto a Mosca con gli Aerosmith a maggio nel 2014. Che cosa devono attendersi i fan della capitale russa da questo concerto?
Vogliamo venire a dare una scossa alla Russia. Credo che tutti si aspettino qualcosa di nuovo da noi. Magari che indossiamo costumi da clown e ci mettiamo grossi nasi rossi. Non accadrà così, saremo maledettamente irresistibili e giovani, saremo noi stessi insomma. Faremo infuriare il potere di Mosca e simpatizzeremo alla grande con i giovani. È il rock 'n' roll, ragazzi. Non vediamo l’ora che arrivi il momento di suonare a Mosca.
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Questo non è il suo primo viaggio a Mosca, in passato è già stato qui. Che cosa le piace e che cosa no della Russia.
Ricordo il concerto del 2007 all’Olimpico. È stato tosto! Stavo sul palco e davanti a me c’erano migliaia di persone. I nostri fan russi sono identici a quelli americani. E io guardandoli pensavo: “Mio Dio, sono in Russia!”. Amo la Russia. Mio nonno veniva dall’Ucraina perciò non vedevo l’ora di arrivare qui per poter raccontare nelle interviste che le mie radici e la mia gente sono qui. Non so di che città sia originario mio nonno, ma cercherò di scoprirlo.
Come mai ha pubblicato un album da solista? Non le bastava suonare con gli Aerosmith?
Ho voglia di andare oltre, di sperimentare qualcosa di acustico magari nel rock, o magari con la tromba e il kazoo… Voglio semplicemente starmene un po’ da solo per fare qualcosa di folle. Come la mia ultima canzone Feel so good loving you. Un brano minimalista, dove non ci sono troppe chitarre, ma dove ho ritagliato un ruolo importante per la chitarra solista. È qualcosa diverso.
Quando potremo ascoltare il suo album da solista?
Sto già lavorando in sala di registrazione e continuerò a lavorare anche in gennaio, febbraio, marzo, aprile e maggio fino alla partenza per il tour. Negli ultimi cinque anni ho scritto qualche canzone per questo album. Ma voglio occuparmi anche della musica, finora non ho mai avuto la possibilità di farlo: ogni volta che scrivevo una canzone per me, finiva inevitabilmente in un album degli Aerosmith.
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Ho letto che pensa di lavorare con Paul McCartney e con Elton John, è vero?
Io e Paul ne abbiamo discusso. Elton vorrebbe che scrivessimo qualcosa insieme. Io voglio solo vedere che cosa ne viene fuori.
E che cosa può dirci del nuovo album degli Aerosmith? Si dice che stia lavorando anche a quello.
Giorni fa Joe sul palcoscenico ha attaccato a suonare una canzone, i primi accordi di No more no more, e poi ha improvvisato una melodia e io ho cominciato a cantare ed è venuto fuori un nuovo brano. Componiamo continuamente nuovi brani, ma non so mai che cosa ne uscirà.
Così avete composto insieme una nuova canzone per gli Aerosmith direttamente sul palco, la riascolteremo anche qui a Mosca?
No, intendevo soltanto dire che lui ha cominciato a suonare una melodia e io mi sono messo a cantare, tutto qui, non l’abbiamo registrata. È così che componiamo le nostre canzoni. Non penso che ascolterete brani inediti. Raramente eseguiamo nuovi brani prima di averli registrati e prodotti per i diritti. Qualunque spettatore potrebbe sempre rubarci il brano. Il mondo è cambiato e ai concerti si registra tutto coi telefonini.
Come descriverebbe il suo look e il suo stile? Il suo look appare sempre un po’ folle.
Mi piace lo stile gipsy. Forse è dovuto alla mia origine ucraina. Viene dagli anni ’70. Questo anello a pugnale ha già viaggiato nello spazio un paio di volte: una volta con me, negli anni ’70, dopo che avevo fumato, e poi su uno shuttle. Nessun problema se lo dico, vero? Amo lo stile gipsy che è espressione di libertà. Possiedo numerosi talismani, questi amuleti nei capelli, per esempio. Adoro tutti questi oggetti.
La versione originale dell'intervista è qui
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