Viaggio tra i libri che meglio possono illustrare l'Urss e la Russia di oggi (Foto: PhotoXPress)
Un viaggio letterario attraverso mille itinerari possibili. Romanzi, analisi, studi e reportage. Una miniera di conoscenza sempre più ricca. Per scoprire tesori e reperti perduti.
Gli itinerari possibili sono infiniti. Soprattutto se il viaggio che si vuole affrontare non è fatto di treni, stazioni ferroviarie, aeroporti e strade secondarie. Ma di pagine, concetti e parole che cercano di sondare una delle società che, a dispetto delle apparenze, è quanto di più multiforme e complesso possa oggi trovarsi sul pianeta.
La Russia come oggetto letterario. Un incrocio perenne tra il passato zarista e quello sovietico, tra le transizioni mai del tutto compiute e le contraddizioni del presente. Una miniera di pretesti letterari: dal sottosuolo nichilista e tragico fino alla patina occidentale che ricopre le città più importanti della Federazione. Bellezza e miseria. Tenute insieme in una manciata di libri che cercano di restituire le sfaccettature del Paese.
Quando i dirigenti del Partito Comunista Italiano ritornavano in patria dopo i loro viaggi di formazione alla corte del Pcus, una delle prime cose che mostravano, o meglio che accendevano, erano le Papirosy. Sigarette di seconda mano, realizzate per soddisfare l'universale necessità di nicotina. Simbolo della solidarietà di Stato, incarnazione fumosa del Progresso. Alle Papirosy e ad altri oggetti quasi scomparsi che hanno segnato la vita materiale dei russi è dedicato “La vita privata degli oggetti sovietici. 25 storie da un altro mondo”, di Gian Piero Piretto. Un campionario ricco e vario come pochi, che va dalla Gazirovka, la bevanda gassata che veniva dispensata dai distributori pubblici fino alla consuetudine di mettere da parte, in un eccesso di sindrome da conserva, qualsiasi barattolo di vetro.
E quel netto taglio con il passato dell'agosto del 1991 è, spesso, il punto da cui si originano i tentativi di comprendere sia il passato sovietico che il presente della Federazione. Un punto di osservazione privilegiato per chi vuole sporcarsi le mani, e i taccuini, con tutto ciò di incompiuto che resta dalle rive della Moscova fino alla suggestiva laguna di San Pietroburgo. Uno dei libri che meglio restituisce questo tentativo è "Imperium", che porta la firma di Ryszard Kapuscinski. Un racconto in presa diretta del viaggio che il celebre autore polacco ha compiuto nei mesi successivi al tracollo dell'Urss, lontano dai centri del potere, percorrendo le zone più remote delle ex repubbliche sovietiche, annotanto in presa diretta le prime crepe sociali e l'inizio di una mutazione politica non ancora compiuta.
Poi la numerosa serie di raccolte di racconti e di romanzi che contraddistinguono la new wave della letteratura russa; quei giovani, nuovi autori che esplorano con il loro lavoro le “cose dentro le cose” nel tentativo di portare alla luce una parte del Paese che spesso, secondo l'opinione pubblica internazionale, viene osservato esclusivamente dal punto di vista della cronaca politica. Quindi non solo Limonov e Lilin. Vladimir Kaminer, Vladimir Voinovich e Aleksandr Ikonnikov. L'altra Russia, lontana dalle polemiche quotidiane della diplomazia internazionale e dalle contestazionni al governo. Autori che scelgono la distanza, una prospettiva attraverso la quale guardano agli accadimenti, non accontentandosi di facili generalizzazioni e di inutili astrazioni, cercando al contrario di restituire corpo e anima della vita al tempo degli oligarghi.
Infine, senza analisi economiche lo sviluppo della Federazione risulta incomprensibile. Un primo passo è costituito da “La Russia nuova. Economia e storia da Gorbaciov a Putin” di Paolo Caselli. Si parte dal 1985, glasnost e perestrojka, attraversando la transizione capitalistica dell'era Eltsin e lo sviluppo dell'era Putin. Per conoscere la storia di “un Paese enorme” il cui ruolo nell'economia planetaria cresce di giorno in giorno.
L'articolo è stato pubblicato nell'edizione cartacea di "Russia Oggi" del 30 maggio 2013
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