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La copertina del libro "Legami di sangue" |
Famiglie, madri, padri e figli divisi e al tempo stesso uniti dal destino. Legami familiari dimenticati o mai avviati, rancori, dolori, speranze, desideri e delusioni. C'è questo fondamentale sostrato alla base dei tre nuovi romanzi di Irène Némirovsky da poco editi in Italia.
"Legami di sangue" e "La nemica", entrambi pubblicati da Elliot edizioni, e "Una pedina sulla scacchiera", edito da Adelphi, proseguono quella sempre più lunga opera della scrittrice russa naturalizzata francese che negli ultimi anni è stata oggetto di un'approfondita opera di riscoperta.
In questi tre romanzi, sebbene con sfaccettature e dinamiche diverse, ad essere protagonista è la famiglia; quella famiglia alla quale sono legate in un modo o nell'altro anche le vicende e i sentimenti di molti altri protagonisti dei romanzi della Némirovsky.
In "Legami di sangue", l'autrice sperimenta, come sempre, una profonda analisi della psiche dei protagonisti: i fratelli Demestre, la loro madre e le loro mogli. Uniti nell'infanzia, i tre fratelli si ritrovano adulti a vivere vite e sentimenti diversi e a condividere unicamente il pranzo della domenica a casa dell'anziana genitrice. Ad avvicinarli nuovamente, come non accadeva da tempo, è proprio la madre e l'avvicinarsi inaspettato della sua morte. Preoccupazioni, sentimenti, inquietudini e desideri escono improvvisamente allo scoperto e riuniscono, seppure per poco, i fratelli facendo riemergere quel legame di sangue che il tempo aveva cancellato.
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La copertina del libro "La nemica" |
"La nemica", pubblicato nel 1928 con lo pseudonimo Pierre Nerey e, oggi, per la prima volta, edito in Italia, è un'opera evidentemente autobiografica. Si intuisce subito che dietro Francine Bragante si nasconde la figura della madre dell'autrice stessa. Egoista, frivola, moglie infedele e madre assente, Francine è la nemica che la Némirovsky identificava nella madre.
Ad opporsi a questa donna, c'è Gabri, la figlia maggiore che cresce all'ombra di una donna troppo interessata ai suoi flirt per prendersi cura di lei e della sorella minore Michette, deceduta propria mentre la madre non è in casa. Così Gabri cresce privata dell'unica compagnia e dell'unico punto di riferimento della sua vita, senza la madre e lontana dal padre troppo impegnato nei suoi affari per occuparsi di lei. "La nemica" è un atto d'accusa, ma anche di rivincita, luogo in cui si animano odio, orgoglio, affetto familiare, passione, sentimenti diversi e contraddittori che trovano una catarsi solo nel drammatico finale.
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La copertina del libro "Una pedina sulla scacchiera" |
“È una pedina che viene manovrata sulla scacchiera, che per due o tremila franchi al mese sacrifica il suo tempo, la sua salute, la sua anima, la sua vita”, annotava invece Irène Némirovsky sulla minuta di “Una pedina sulla scacchiera”. Quella pedina è il protagonista, Christophe Bohum, uomo apparentemente senza ambizioni, senza interessi, né desideri. Vive, suo malgrado, la vita dell'erede di un ex colosso dell'acciaio poi fallito. Lavora nell'azienda che un tempo apparteneva padre e si lascia amare da una moglie perfetta e servizievole e, contemporaneamente, dalla cugina Murielle.
Christophe trascina la sua esistenza fino a quando, alla morte del padre, invece di una ricca eredità in cui tanto spera, trova una busta sigillata contente un elenco di uomini, giornalisti, parlamentari, banchieri a cui il padre aveva dato denaro affinché spingessero il governo ai preparativi bellici evitando così il fallimento del suo impero. Ancora una volta l'autrice riesce a descrivere con efficacia e precisione l'anima e la psiche del suo personaggio, uomo degli anni Trenta e simbolo della sua generazione.
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