Viviana del Bianco, direttrice del Festival Nice (Foto: Nikita Khokhlov)
16 le edizioni del Nice
2 le città visitate dal Festival: Mosca e San Pietroburgo
1 ospite d'eccezione: Valeria Golino, madrina del festival, presente in qualità di regista del cortometraggio “Armandino e il Madre” e del suo primo lungometraggio “Miele”, del quale ha presentato il trailer
7 i film selezionati: “L'ultimo Pastore” di Marco Bonfanti; “Appartamento ad Atene” di Ruggero Dipaola; “I più grandi di tutti” di Carlo Virzì; “Io sono lì” di Andrea Segre; “L'innocenza di Clara” di Toni D’Angelo; “The Lithium Conspirancy ” di Davide Marengo; “Qualche nuvola” di Saverio di Biagio
1 film presentato in esclusiva: “Il comandante e la cicogna” di Silvio Soldini
1 il documentario presentato: “Ritratto di uno sconosciuto: Marcellus Dominicus Vincentius” di Roberto Meddi e Gioia Magrini
5.000-7.000 il numero complessivo degli spettatori moscoviti distribuiti su 3 cinema
550 il numero massimo di spettatori che ha richiamato la proiezione di “Qualche nuvola”
Regalando anche quest’anno alla Russia molti nuovi registi e attori italiani di talento, si è conclusa il 16 aprile 2013 la 16ma edizione moscovita del Festival del Nuovo Cinema Italiano Nice.
A San Pietroburgo la manifestazione in contemporanea terminerà solo il 18 aprile 2013, ma si può già parlare di un bilancio estremamente positivo dell'evento. Piena la soddisfazione degli organizzatori, dei giovani registi e degli addetti ai lavori ospiti a Nice-Russia, tutti eletrizzati dall'entusiasmo di un pubblico molto ricettivo, che ha riservato ai loro film grande attenzione.
Ma è la Russia stessa, un Paese per molti ancora da scoprire, la mastodonticità della sua architettura, le situazioni visive di paesaggi e di luce a cui un italiano non è abituato, ad aver destato un desiderio che accomuna i giovani filmaker italiani alla grande Valeria Golino, madrina della manifestazione. Ed è quello di far cinema in Russia, con artisti e registi russi.
A fare un primo bilancio della kermesse, a margine della cerimonia finale del Nice, Viviana del Bianco, direttrice del festival.
Com'è andata la XVI edizione del Nice-Russia?
Fin dall'inizio si pensava che il festival avrebbe avuto successo, ma la quantità di pubblico presente al Nice ha superato di gran lunga le aspettative. Abbiamo avuto le sale piene tutte le sere, anche durante la settimana, cosa che in Italia è difficile immaginare. E si tratta sempre di un pubblico giovane. La maggior parte dei presenti non ha più di 30-35 anni. Sabato sera, poi,(il 13 aprile 2013, ndr), dopo la visione di "Qualche nuvola", opera prima di Saverio di Biagio, che ha fatto il tutto esaurito, c'è stata una vera e propria ovazione. Gli spettatori si sono tutti alzati in piedi e si son messi quasi a ballare per ringraziare il festival che, al suo sedicesimo anno, è ormai un avvenimento atteso. Non possiamo nemmeno cambiarne le date: il pubblico ci aspetta e ci scrive per sapere quando arriviamo. Siamo quindi tutti molto contenti del lavoro svolto, anche i registi invitati, non abituati a così tante presenze alle proiezioni dei loro film. Si sa bene che il cinema italiano in Italia non viene visto. Siamo poi anche orgogliosi che vi siano già accordi per la vendita di qualche pellicola, come "Qualche nuvola" e "L'ultimo pastore".
Il critico cinematografico Naum Kleiman (a sinistra), insieme alla direttrice del Festival Viviana del Bianco e al regista Toni D'Angelo (Foto: Nikita Khokhlov)
Quasi
in contemporanea il Nice tocca due città, Mosca e San Pietroburgo. Esistono
delle differenze tra il pubblico moscovita e quello pietroburghese?
È un
pubblico uguale solo all'apparenza. A Mosca, la
stragrande maggioranza degli spettatori proviene dalle università. A San
Pietroburgo, solo la metà è costituita da studenti di cinema e di altri istituti
superiori. All'altra
metà appartengono persone comuni di 40-45 anni, sempre comunque entusiaste
della possibilità di vedere un po' di cinema italiano, il nuovo cinema italiano
che altrimenti rimarrebbe a loro sconosciuto. Valeria
Golino stessa, all'inaugurazione pietroburghese del Nice, è rimasta stupefatta
dal gran numero di persone in sala semplicemente per vedere un corto
e un trailer e, alla fine dello spettacolo, i tanti applausi l'hanno commossa fino alle lacrime.
Il regista Toni D'Angelo e Rocco Marra, direttore della fotografia nel film "L'innocenza di Clara" (Foto: Nikita Khokhlov)
Lei
è direttrice del Nice da molti anni. Com'è cambiato il nuovo cinema italiano
nel tempo?
Fino a
5-6 anni fa si vedevano nuove opere e nuovi registi che era difficile
promuovere, perché copiavano i grandi del passato, Fellini ad esempio. All'improvviso
è avvenuto un mutamento, forse legato anche alle nuove tenologie. È stato
come se a un certo punto i nostri giovani avessero detto "Basta di prendere spunto da ciò che è stato
fatto, siamo anche noi capaci di far cinema". Ed hanno
cominciato a proporre storie loro. Sono cresciuti. Di conseguenza oggi sono più
recepiti a livello internazionale.
Un
denominarote comune di tanti anni di nuovo cinema?
C'è un
problema che rimane sempre lo stesso: il nuovo cinema italiano non interessa
gli sponsor che vogliono solo le star, il tappeto rosso.
E
il pubblico russo negli anni è cambiato?
Solo da un
punto di vista intellettuale. Per il
resto, è buffo, oggi ritrovo tra gli spettatori visi visti 15 anni fa, studenti
di allora diventati ora giornalisti, registi che portano con sé altre persone. E le sale
sono sempre più piene e la soddisfazione più grande per noi che ci occupiamo
del Nice è quella di essere riusciti a creare un discorso di continuità.
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